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CISSE vuole tornare grande e lancia la sfida: «Mi credevano morto, ma io sono uno che non molla»
L’attaccante biancoceleste parla in Francia del suo presente, del suo passato e del suo futuro
CISSE vuole tornare grande e lancia la sfida: «Mi credevano morto, ma io sono uno che non molla»
L’attaccante biancoceleste parla in Francia del suo presente, del suo passato e del suo futuro
(getty images)
«E’ vero che attraverso un periodo un po’ difficile con la Lazio, sono dieci partite di Campionato che gioco senza segnare. E’ un momento che mi preoccupa un po’. Capisco che il ct vuole dare una possibilità a tutti» Djibril Cisse parla così del suo momento biancoceleste e della mancava convocazione con i bleus in un’intervista rilasciata in Francia e riportata sull’Equipe.
L’attaccante francese torna sul periodo buio dell’infortunio. Giugno 2006, in un’amichevole con la maglia della Nazionale contro la Cina è la gamba destra che si rompe: «Il giorno dopo l’operazione, mi sono svegliato con un dolore toracico pesante al punto di strappare le lenzuola» Ma la carriera di Cisse, fortunatamente, non si può riassumere a quegli episodi tristi che avrebbero devastato chiunque. «Sentivo la gente dire “Cisse è morto, sarà sepolto in Grecia”. Mi ha fatto ridere perché le persone che mi conoscono sanno che non mi seppellirei in quel modo. Non ho mai fatto nulla senza un secondo fine e quello è sempre stato giocare per il mio paese.» Quindi, Djibril vuole tornare a giocare con i Blues. «Sono ancora un ragazzo che non molla.» E la Lazio spera che metterà la stessa grinta anche con la Lazio.
Linda Borgioni
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