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SERIE A. La LAZIO centra il bersaglio
IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (G. De Bari) – La Lazio si sbarazza agevolmente del Pescara, ritrova il successo dopo 5 giornate, e stacca il Milan nella corsa alla Champions League. Adesso i rossoneri sono a meno due e la situazione di classifica torna a farsi invitante. Capitalizza al massimo il turno casalingo, contro la modesta formazione dell’idolo dei biancocelesti, Cristiano Bergodi, chiudendo la pratica già nel primo tempo, grazie ai vocalizzi di Radu e Lulic, che firmano il 2-0. Prodezze dalla distanza, arrivate dal settore sinistro, con altrettante straordinarie conclusioni, per potenza e precisione, che danno un senso concreto alla sfida. Il Pescara, dopo un buon avvio, almeno sul piano della corsa e del palleggio, è costretto a rinculare sempre di più a protezione della propria area, al cospetto di un avversario che fa pesare il tasso tecnico e l’organizzazione, nettamente superiori. La Lazio prende in mano con decisione le redini del gioco e, pur senza strafare, chiude il Pescara nella sua metà campo. Perso in avvio Konko, per infortunio, Petkovic chiede a Pereirinha di assecondare Candreva e Gonzalez sul settore destro e il portoghese si fa apprezzare, per movimento e continuità. Non trovando varchi dove affondare la manovra, o dove smarcare Floccari, i laziali si affidano al tiro da fuori. Ci prova Hernanes, senza inquadrare la porta, poi Radu (29’) fa esplodere un potente sinistro che non lascia scampo a Pelizzoli, sbloccando il risultato. Passano 6 minuti e tocca a Lulic inventarsi bomber d’autore, con destro di rara potenza che s’insacca a fil di traversa, spegnendo le residue speranze degli adriatici, molto volenterosi ma velleitari quando cercano di creare problemi agli esperti Dias e Cana.
La squadra di Bergodi copre bene il campo, ci mette cuore, però deve fare i conti con il pressing alto degli avversari, che non danno spazio al portatore di palla, costringendolo ad affrettare le giocate. Una buona Lazio, soprattutto nella fase di non possesso, che recupera palla e la fa girare dando respiro e ampiezza alla manovra. In attacco gli abruzzesi sono poca cosa: Abbruscato non tiene un pallone e non fa salire i compagni, Celik appare effimero e gira spesso a vuoto, rari gli inserimenti dei centrocampisti. Un tiro di Cascione (fuori) e una punizione, senza esito, sono le uniche situazioni che il Pescara riesce a costruire nel primo tempo. Nella ripresa la Lazio si limita a gestire una partita che ha sempre saldamente in pugno e che controlla senza difficoltà. Floccari ha due possibilità importanti per arrotondare il punteggio ma le spreca malamente al momento di concludere. Dall’altra parte Caraglio devia fuori, con un tocco di spalla, un corner. Niente di più davanti a Marchetti che prende soltanto freddo. La differenza qualitativa in campo è fin troppo marcata e non c’è mai storia. Agli ospiti non basta la volontà e non riescono ad approfittare neppure di una Lazio che non vuole infierire, tesa a risparmiare energie preziose per lo scontro diretto di sabato prossimo contro il Milan.
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