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LEGIA VARSAVIA-LAZIO. Respinte le istanze di scarcerazione per gli ultimi tifosi detenuti.

Arrivato il responso del giudice. Si prospetta un Natale amaro per i tre tifosi biancocelesti e per le loro famiglie…

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tifosi lazio fermati a varsavia

AGGIORNAMENTO ORE 15:16 – Come riferito da un esponente dell’Ambasciata italiana a Varsavia a lalaziosiamonoi.it, le richieste di scarcerazione per gli ultimi 3 tifosi detenuti nella capitale polacca sono state respinte.

LUNEDI’ 23 DICEMBRE

AGGIORNAMENTO ORE 14.45 – Roberta Angelilli, vicepresidente parlamento UE, ai microfoni di lalaziosiamonoi.it ha parlato della situazione dei tifosi della LAZIO a VARSAVIA: “La preoccupazione è moltissima  Indubbiamente non ci sono segnali positivi da parte delle autorità polacche. Il rischio che non tornino per Natale c’è”. 

Perché secondo lei questa vicenda è stata trattata con disinteresse dalle istituzioni italiane?

“Non credo ci sia stato disinteresse, il vero problema è stato il comportamento inaccettabile delle autorità polacche. È stato un inedito assoluto. Definire queste persone, come hanno fatto loro, dei criminali e dei banditi è un qualcosa di inaccettabile. Nel sequestro che c’è stato nell’immediatezza dell’evento, perché di un sequestro si è trattato, sono stati calpestati i diritti umani e tutte le carte internazionali che danno indicazioni precise rispetto alla libera circolazione, rispetto ai diritti dei cittadini europei anche quando c’è un fermo di polizia, o un processo. Questi ragazzi sono stati processati senza un avvocato, senza un traduttore. È un fatto non da terzo mondo, di più”.

Fa riflettere la sproporzione tra i fermi e quanto effettivamente è accaduto la sera della partita…

“È una cosa inqualificabile, hanno preso imprenditori, bambini, professionisti, ragazzi. Stiamo parlando di persone che sono andate a godersi uno spettacolo, a passare due giorni in allegria. È una cosa assurda, non ci sono prove evidenti di episodi sanzionabili dal punto di vista penale, non ci sono episodi che possano giustificare un comportamento di violazione dei diritti umani quale è stato. Dobbiamo andare fino in fondo, raccogliere testimonianze, andremo a Strasburgo alla Corte dei Diritti Umani, queste persone hanno il dritto di essere risarcite”.

Nonostante il Presidente del Consiglio Letta avesse sollecitato il suo omologo polacco Donald Tusk al fine di evitare lungaggini, diciassette giorni dopo quell’incontro ci sono ancora tre ragazzi in carcere. Crede ci sia sata una mancanza di rispetto nei confronti dell’Italia?

“Si, è stata una mancanza di rispetto. Le autorità politiche hanno scaricato tutto sulla magistratura polacca. Per quanto ci riguarda è stato uno schiaffo all’Italia e alla Comunità europea tutta. Lasciamo perdere il calcio, stiamo parlando di cittadini italiani”.

Nel caso i tre ragazzi siano costretti a trascorrere il Natale in carcere, avete in mente di attuare qualche iniziativa?

“In questi giorni noi stiamo supportando la colletta per aiutare i ragazzi e le famiglie, rischiamo di dare alla Polonia una cosa come 100mila euro. Ma l’importante è che escano, sotto Natale credo sia anche un gesto di solidarietà, detto questo aspettiamo le prossime ore altrimenti qualcosa di forte andrà fatto. A tutto c’è un limite”.

SABATO 21 DICEMBRE 

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AGGIORNAMENTO ORE 17.30 – Stando a quanto riporta lalaziosiamonoi.it, sono state accolte tre istanze di scarcerazione su cauzione di 7500 euro. Intervistato dallo stesso portale, Paolo, il papà di uno dei tifosi, ha aggiunto: Sono state accolte altre quattro istanze, purtroppo tre sono state respinte, domani mattina c’è un altro riesame. Perché sono state respinte? Il giudice ha detto che per loro la cauzione non era una garanzia. Parliamo del tribunale di secondo gradoDomani invece verranno riesaminati dal tribunale inferiore che in questi giorni ha dato parere favorevole per tutti. Ci siamo rimasti male, speravamo che oggi potessero uscire tutti. Tutti quanti hanno la possibilità di pagare in qualche modo, si è riusciti a coprire tutta la somma necessaria per farli uscire, grazie anche alla solidarietà di tutti i tifosi. Qualcuno ha fatto il pagamento via bonifico, arriverà quindi tra due-tre giorni. I giudici lavorano fino a domani, ma il tribunale resta aperto fino al 23 per i pagamenti. Speriamo che domani non ci sia nessuna sorpresa”.   

19 DICEMBRE

AGGIORNAMENTO ORE 22.00 Tomasz Wolny, noto giornalista della TVP, la televisione pubblica polacca  è stato intervistato ai microfoni di calciomercato.it per raccontare la vicenda dei tifosi reclusi e per analizzarla

Come hanno riportato i media polacchi l’arresto dei tifosi laziali?
Da quando abbiamo avuto la stessa situazione con i tifosi del Legia a Roma, pensavamo solo che i fan polacchi potessero creare questo tipo di problemi. Siamo stati quindi sorpresi quando abbiamo constatato che i tifosi della Lazio erano tanto violenti, brutali e irresponsabili come quelli del Legia. Eravamo molto contrariati con l’immagine mostrata dai tifosi del Legia all’estero e pensavamo che i tifosi biancocelesti fossero molto più civili rispetto agli altri. Per questo siamo rimasti sorpresi.

La vicenda è stata trattata come un argomento top?
Sì, è stato uno degli argomenti del giorno. Con il passare dei giorni però, dal momento in cui il Ministro degli Affari Esteri italiano si è schierato in difesa dei suoi connazionali, l’interesse dei media si è ridimensionato. Questo perché quando i nostri tifosi del Legia sono stati protagonisti di azioni simili a Roma, il nostro ministro ha condannato immediatamente le loro azioni, senza fare nulla per difenderli. Le sue parole furono: i nostri fan, sono la nostra disgrazia. Ecco perché dopo le dichiarazioni del vostro ministro in difesa dei fan laziali, l’opinione pubblica polacca è rimasta davvero sorpresa.

Conosci i motivi delle misure adottate dalla polizia polacca con i tifosi della Lazio?
No, non ho mai saputo perché sono ancora qui, soprattutto in prigione. Non ci sono informazioni nei media polacchi.

Molti tifosi della Lazio arrestati e poi rilasciati, hanno raccontato di maltrattamenti molto duri. Alcuni hanno parlato anche di giornate intere in prigione senza bere e mangiare: puoi confermarlo?
Non ho informazioni riguardo a questo ma non sarei sorpreso se quello che dici corrispondesse a verità, perché quando la nostra polizia arresta gli hooligans polacchi, usualmente adotta questi trattamenti molto duri.

Qual è l’opinione pubblica polacca sui tifosi della Lazio?
Da quando abbiamo questo tipo di problemi con il tifo in Polonia, combattiamo contro gli hooligans e tutte le forme di vandalismo. Qui in Polonia il nostro governo è sottoposto a una forte pressione da parte dell’opinione pubblica per mettere fine a questo fenomeno, sebbene niente funzioni. La Polonia ama il calcio e i tutti i tifosi. Abbiamo avuto un’esperienza fantastica durante gli Europei del 2012, soprattutto con i sostenitori italiani, irlandesi e spagnoli. Noi li amiamo! Ma quando si registrano dei comportamenti violenti come quelli che apparentemente avrebbero avuto i fan della Lazio, non possiamo tollerarli. Noi vogliamo questo tipo di tifosi in arresto, non importa se tifano Lech, Legia,Lazio o Barcellona. Credimi, nel modo in cui sono stati trattati i tifosi della Lazio dalla polizia, sarebbero stati trattati anche gli hooligans polacchi.

C’è ancora un problema con la vostra tifoseria? Anche in Italia è rimasta coinvolta in diversi incidenti…
Come ho già detto, purtroppo sì… Ora  ci sono stati dei miglioramenti ma c’è ancora tanto da fare…

AGGIORNAMENTO ORE 19.59 – Restano ancora sei tifosi italiani della Lazio -spiega repubblica.it – arrestati in occasione della gara di Europa League contro il Legia,  a Varsavia, in attesa di veder accolta la loro nuova richiesta di scarcerazione. Tutto si è sbloccato nella giornata di ieri quando per due, del gruppo originale dei 10 (inizialmente condannati) ancora rimasti in Polonia, è stata accolto il permesso di uscire su cauzione di 7500 euro (di cui al momento ha approfittato solo uno, mentre l’altro è ancora in attesa di racimolare il denaro necessario per pagarla). L’ambasciata italiana smentisce il rilascio di tutti e 12 i sostenitori biancocelesti ancora detenuti nella capitale polacca, come invece annunciato dal portavoce della procura nel pomeriggio.

AGGIORNAMENTO ORE 16.16 –  I ragazzi detenuti nel carcere Polonia erano 23 sin dall’inizio, non 22. L’errore nasce dal fatto che uno è Jakub, un ragazzo di nazionalità ceca, di cui  non si sta occupando l’Ambasciata italiana bensì quella della Repubblica Ceca.

AGGIORNAMENTO ORE 16.00 -La Nord si sta dando da fare in tutti i modi per aiutare i supporters ancora in Polonia. Domani, a partire dalle ore 20.30, alla “Taverna del Sercio” in Via Nocera Umbra 200 si terrà una riffa speciale per aiutare i tifosi ancora reclusi a Varsavia. In palio la maglia indossata da Hernanes nel derby vinto del 16 ottobre 2011 e la maglia indossata da Brayan Perea in Europa League. Il biglietto per partecipare all’estrazione costa 10 euro, tutto il ricavato verrà utilizzato per pagare la cauzione per l’uscita dei tifosi dal carcere.

MERCOLEDI’ 18 DICEMBRE

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AGGIORNAMENTO ORE 15:15 – E’ stato accolto il patteggiamento degli ultimi quattro ragazzi che erano ancora in attesa di giudizio. Lo sottolinea lalaziosiamonoi.it, che aggiunge anche come un altro tifoso ha abbandonato il carcere di Bialoleka. Il giudice ha accolto la richiesta di scarcerazione su cauzione (8mila euro circa) di quest’ultimo.

AGGIORNAMENTO ORE 12:00 – Se tutto dovesse andare come previsto, oggi altri 4 tifosi detenuti a Varsavia saranno liberati. Si tratta degli ultimi rimasti in Polonia dei 12 ancora in attesa di giudizio. Per quanto riguarda i restanti otto: in quattro dovranno scontare un DASPO (in Polonia) di tre anni oltre a pagare un’ammenda, mentre gli altri hanno patteggiato una pena detentiva di due anni con la condizionale. I dieci tifosi già condannati, invece, dovranno aspettare ancora, dopo il rifiuto dei giudici di concedere la custodia cautelare in libertà provvisoria.

MARTEDI’ 17 DICEMBRE

AGGIORNAMENTO ORE 13.35 – Il presidente della commissione Affari esteri e comunitari della Camera, Fabrizio Cicchitto, ha ricevuto stamane a Montecitorio l’ambasciatore della Repubblica di Polonia, Wojciech Ponikiewski, per uno «scambio di valutazioni sui temi all’ordine del giorno dell’imminente Consiglio europeo, anche alla luce del vertice bilaterale svoltosi all’inizio del mese». Cicchitto, si legge in una nota, ha colto l’occasione per «ribadire al diplomatico polacco il profondo rammarico per il trattamento riservato ai tifosi laziali a Varsavia, mettendo in evidenza come in analoghe circostanze verificatesi a Roma le conseguenze subite dai tifosi polacchi siano state assai più lievi ed auspicando pertanto una rapida soluzione positiva della vicenda con il rientro in patria dei connazionali ancora detenuti, anche in vista delle festività natalizie».

AGGIORNAMENTO ORE 11.20 – Parole dure arrivano dal segretario del COISP, sindacato della polizia italiana, FRANCO MACCARI che prima invia una lettera a difesa dell’operato dei colleghi polacchi attaccando i tifosi biancocelesti: “tenete i “tifosi” della Lazio in Polonia il più a lungo possibile, in modo che non possano commettere i medesimi reati in Italia nel prossimo futuro (CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTA) e poi a “Il Tempo” ha aggiunto: “In Polonia contrastano nel modo giusto il fenomeno della violenza negli stadi. In Italia, invece, ogni domenica migliaia di poliziotti sono impiegati per uno spettacolo privato, 40-50 agenti ne escono feriti e questo viene considerato normale. La polizia polacca ha agito nel rispetto della legge, dando una dimostrazione di efficienza che in Italia ci sogniamo. I tifosi prima fanno casino e poi racconta bugie” (CLICCA QUI PER LE SUE PAROLE).

LUNEDI’ 16 DICEMBRE

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AGGIORNAMENTO ORE 15.30 – Ai microfoni di RadioSei, Alessandro Coresi, padre di Lorenzo e portavoce dei genitori dei tifosi detenuti a Varsavia, ha fornito alcuni aggiornamenti sulla vicenda: “La situazione dei ragazzi già condannati è diversa rispetto all’altro gruppo. Per i dieci è stata chiesta la scarcerazione su cauzione e nonostante il giudice avesse avuto rassicurazioni sul contratto d’appartamento, ha deciso di non farli uscire. Abbiamo capito che quando i giudici arrivano a fine giornata, nel pomeriggio l’esito è sempre negativo. È tutto rimandato a lunedì prossimo, c’è molta incertezza in questo momento e si comincia a perdere il controllo. Non è solo questione di pazienza, è che dopo due settimane abbiamo capito che non c’è nessuna prova nei confronti di questi ragazzi, e quindi non capiamo più nulla. Il 19 dicembre chiudono tutti gli uffici giudiziari, o si risolve prima o se ne riparlerà dopo le feste. Sul Governo italiano poi: Le famiglie in questo momento sono abbandonate a sé stesse, in stanze d’albergo, a spese proprie. Sarebbe auspicabile un aiuto, vorrei lanciare un appello al nunzio apostolico, affinchè porti supporto alle famiglie, sarebbe un bel gesto. Per quanto riguardo le istituzioni, non sono in contatto con loro. Posso dire che dei risultati si sono visti, perché alcuni ragazzi sono già usciti, ma per il gruppo dei dieci la situazione non si sblocca”. Conclude parlando delle condizioni del figlio: “Sta bene, ho avuto notizie dalla madre che è andata a visitarlo, non so se abbiamo finito i permessi. Stiamo cercando di capire se abbiamo a disposizione ancora dei minuti per andare a trovarlo. È una situazione irreale”.

SABATO 14 DICEMBRE

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AGGIORNAMENTO ORE 18.10 – Dopo le buone notizie della prima parte della giornata odierna (con l’accettazione del patteggiamento per quattro tifosi e il ritorno a Roma di altri quattro supporters, sbarcati nel primo pomeriggio a Fiumicino), da Varsavia fanno sapere che sono state respinte le istanze di scarcerazione presentate dagli ultimi tre tifosi già condannati per direttissima, le quali si vanno ad aggiungere alle prime sette già rigettate. Il giudice non sembra quindi aver considerato determinanti i fogli che certificavano la loro residenza nella capitale polacca.

AGGIORNAMENTO ORE 13.45 –  E’ stato accolto il patteggiamento di altri quattro ragazzi, facenti parte del gruppo dei dodici  ancora in attesa di giudizio. Martedì toccherà all’ultimo gruppo. Intanto nel pomeriggio verrà riesaminata la posizione di tre ragazzi processati per direttissima.

VENERDI’ 13 DICEMBRE

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AGGIORNAMENTO ORE 20.40 – Arrivano buone notizie, riferisce Sky, per i tifosi a Varsavia. Tra domani e l’inizio della prossima settimana 12 dei 22 tifosi originalmente incarcerati dovrebbero far ritorno in Italia. Per i restanti 10, i tempi sarebbero più lunghi, perché già condannati: è stata fatta domanda di appello ma ci vorranno tempi più lunghi. La situazione all’Olimpico è sotto controllo, si arriverà a malapena a 10000 presenze, di cui solo 500/600 turchi

AGGIORNAMENTO ORA 18.00 – La notizia della scarcerazione dei primi quattro tifosi è stata confermata dalla titolare della Farnesina, Emma Bonino, intervenuta oggi davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato. Nelle carceri di Varsavia, dunque, ne restano altri 18. “Altri quattro tifosi saranno liberati domani”, aggiunge il ministro.

AGGIORNAMENTO ORE 13.50 – Il giudice ha accolto il patteggiamento dei primi quattro ragazzi ancora in attesa di giudizio. Firmeranno, finalmente, il foglio di scarcerazione e dopo aver recuperato i propri effetti personali, potranno lasciare il carcere di Bialoleka per tornare in Italia. 

GIOVEDì 12 DICEMBRE

AGGIORNAMENTO ORE 16.00 – Dopo il rinvio di ieri, anche oggi il giudice non si esprimerà sui tre ragazzi, racconta lalaziosiamonoi.it,  tutto è rimandato a lunedì. Il motivo? I tempi tecnici, c’è bisogno di sistemare con  cura tutte le carte che certifichino la residenza a Varsavia. In ogni caso, la situazione dei 10 tifosi già condannati non va più considerata come una cosa sola: ognuno di loro si è affidato a un avvocato proprio e intraprenderà verosimilmente vie legali diverse.

MERCOLEDI’ 11 DICEMBRE 

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AGGIORNAMENTO ORE 20.15 – “Sono state respinte anche le istanze di scarcerazione degli altri tre ragazzi. Sono considerati come un blocco, quindi se hanno respinto quelle di ieri era scontato che anche quelle di oggi non venissero accolte”. Sono le parole a lalaziosiamonoi.it di Patrizia, la mamma di uno dei ragazzi detenuti nel carcere di Bialoleka. “Adesso stiamo lavorando per fare un’altra richiesta di scarcerazione, facendo ottenere al gruppo dei dieci ragazzi già condannati per direttissima la residenza a Varsavia. Se tutto questo va in porto, domani parte una nuova richiesta di scarcerazione e dobbiamo aspettare tre giorni. Tra venerdì e sabato dovremo riuscire a capire qualcosa di più. L’Ambasciatore ha firmato questo foglio che attesta che i ragazzi hanno un domicilio a Varsavia, ma non è una garanzia”.

Sul restante gruppo dei dodici ragazzi in attesa di giudizio
“La loro situazione è più delineata. Andranno processo giovedì, venerdì e martedì. Io non sono mai certa di quello che dico, qui cambia tutto, cambiano anche le pene. Alcuni ragazzi che andranno a processo martedì hanno visto il loro reato peggiorato, aggravato. Noi pensiamo che lo facciano per ottenere mediante il patteggiamento più soldi. Hanno un sistema penale spaventoso, ci sentiamo in un labirinto. Stiamo facendo di tutto, noi ci sentiamo ottimisti, ma c’è la sensazione che ci sia qualcosa di molto più grande sotto questa vicenda. Ci hanno spiegato che questo reato di adunata sediziona è molto grave. Pensate che oggi ci hanno raccontato che in una piazza di Varsavia era pieno di uomini vestiti da Babbo Natale che distribuivano caramelle ed era pieno di camionette e poliziotti che sorvegliavano”.

AGGIORNAMENTO ORE 20.05 –  Radiosei ha contattato l’avvocato Lorenzo Contucci per commentare la situazione dei tifosi biancocelesti ancora detenuti a Varsavia. “La situazione è semplice nella sua difficoltà. I ragazzi erano divisi in due gruppi. Il primo, composto da 10 persone, è quello i cui avvocati d’ufficio hanno sostanzialmente definito la posizione processuale prendendo una vera e propria condanna – che oscilla tra i due e i tre mesi, a seconda dei soggetti, e solo per un ragazzo di sei mesi – già definitiva in primo grado. Il secondo gruppo di ragazzi è quello i cui avvocati, invece, non hanno definito la posizione processuale in primo grado e quindi sono soggetti alla più classica delle custodie cautelari. Per questi ultimi, tra giovedì, venerdì e martedì, ci sarà il responso sulle richieste di patteggiamento formulate dai legali incaricati a Varsavia. A scanso di sorprese dovrebbero essere positive, perché sembra che abbiano concordato due anni di reclusione con la pena sospesa”. 

Sull’opportunità per i dieci ragazzi del primo gruppo di passare Natale a casa: “Avendo loro definito le rispettive posizioni processuali – circostanza che in Italia sarebbe stata tecnicamente un errore –, dieci giorni fa un giudice aveva già negato loro la libertà per il pericolo di fuga, non avendo una residenza in Polonia; pertanto lunedì il giudice, di fronte alla nuova richiesta di scarcerazione, ha confermato la decisione presa dieci giorni fa, non essendo cambiato nulla nel frattempo. A quel punto ha suggerito implicitamente di trovare una residenza anche formale – una casa in affitto, prestata o un residence – ove commutare questi ragazzi agli arresti domiciliari in attesa che venga celebrato il giudizio di appello, che in Polonia è fissato più velocemente, nel giro di un mese”.

Due pesi e due misure: “A Roma abbiamo 27 aule dove tutti i giorni vengono celebrati processi con rito monocratico. Se un qualunque processo venisse celebrato in un’aula diversa, si avrebbe un esito diverso… Già i latini avevano un detto, ‘Tot capita, Tot sententiae’, ossia ‘Tante teste, tante sentenze’. Varsavia ha 6-8 tribunali, tra cui i ragazzi sono stati sparsi con diversi giudici ad occuparsi delle rispettive questioni. La maggior parte evidentemente ha trovato maggior buon senso, magari anche a fronte di contestazioni di minor gravità, ma può capitare dal punto di vista casistico di trovare 3-4 giudici più severi che non transigono di fronte alla possibilità di trovare una soluzione differente”

Un commento mettendosi nei panni dei genitori dei tifosi incarcerati: “Da genitore dico che è una situazione paradossale, in cui bisogna stringere i denti e dare il massimo sostegno. Non me la sentirei di rimproverare mio figlio, la cui passione lo ha spinto a seguire la squadra in trasferta anche in posti disagiati come questo. E’ pur sempre una lezione di vita che insegna che la prudenza non è mai troppa, in tal senso bisognerebbe studiare preventivamente usanze e tradizioni dei Paesi in cui si viene ospitati, come fanno le embassy di molti Paesi europei”.

Sul governo e le istituzioni: “La realtà vissuta sulla mia pelle è che in partenza non c’è stato il minimo di assistenza e, se c’è stata un’unità di crisi, quella è stata rappresentata dal sottoscritto, mio malgrado. Tutti i genitori avevano contatti con me perché ho una certa conoscenza di queste cose, ma soprattutto perché l’ambasciata non dava loro nessun tipo di informazione. L’ambasciata si è iniziata a muovere solo nella giornata di domenica, quando ha istituito un’unità di crisi e ha cominciato a dare le informazioni essenziali: da lì è nato un ritardo a mio avviso imbarazzante. Quando capitano queste faccende bisogna cercare di garantire quantomeno un diritto immediato alla difesa, anche nella prima fase, che probabilmente avrebbe evitato errori a livello processuale”.

AGGIORNAMENTO ORE 18.50 – “Brutte notizie dalla Polonia: non emerge una linea di ragionevolezza ma di estrema durezza della quale francamente non capiamo il senso per cui, associandoci all’iniziativa del nostro ministero degli esteri, auspichiamo che prevalgano buonsenso e umanità“. E’ quanto sostiene attraverso una nota Fabrizio CICCHITTO, parlamentare del Nuovo Centrodestra, a proposito della vicenda dei tifosi laziali.

AGGIORNAMENTO ORE 18.25«Il governo italiano esca da una grave impasse, i tifosi mantengano alta l’attenzione convocando un presidio di protesta sotto l’ambasciata polacca». È quanto scrive l’ex parlamentare Souad Sbai su Twitter.

AGGIORNAMENTO ORE 17.25 – Il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Giorgia MELONI è tornata sulla vicenda che riguarda i 22 tifosi biancocelesti che sono ancora in stato di detenzione nel carcere di Varsavia: “Le notizie che arrivano dalla Polonia sui 22 tifosi italiani ancora detenuti nelle carceri di Varsavia sono sconfortanti e ci lasciano senza parole. Rigettando le richieste di scarcerazione su cauzione i giudici polacchi hanno sconfessato Donald Tusk, che con Letta si era impegnato ad accelerare le procedure ed evitare lungaggini. A questo punto consideriamo doveroso un nuovo intervento del premier italiano per tutelare i diritti dei nostri connazionali e per difendere nome dell’Italia e la sua credibilità, oggi scherniti dall’atteggiamento dei polacchi. Il ministro degli Esteri Bonino riferisca sugli sviluppi del caso. Siamo ancora in attesa di conoscere le motivazioni e le accuse mosse dopo la vergognosa retata preventiva che giovedì scorso, prima della gara tra Legia e Lazio, ha portato al fermo di 149 italiani, tra i quali donne, bambini e disabili. Se necessario Fratelli d’Italia è pronto a presentare una nuova interrogazione urgente”.

AGGIORNAMENTO ORE 14.30 – Seconda giornata di processi, oggi è il turno dei 3 ultras che già avevano ricevuto condanne per direttissima. Si attende la decisione del giudice sulle istanze di scarcerazione: dopo le richieste respinte ieri per i primi sette, le aspettative sono  poco ottimiste. Per i 12 ancora in attesa di giudizio, si hanno maggiori speranze.  Le indicazioni che arrivano oggi – riporta lalaziosiamomoi.it prospettano questo quadro: 4 ragazzi potrebbero andare davanti al giudice già questo giovedì, altri 4 venerdì e gli ultimi 4 martedì. Per loro, come detto, c’è maggiore positività.

AGGIORNAMENTO ORE 13.00 – “L’ unica cosa a cui adesso pensiamo è la partita con il Trabzonspor e i tifosi rimasti a Varsavia. Non possiamo muoverci formalmente, per questo stiamo agendo in modo informale”dichiara il Responsabile Comunicazione biancoceleste, Stefano De Martino, al margine della presentazione dell’Almanacco “La Giovane Italia 2013”.

MARTEDI’ 10 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 21.10 – Ai microfoni di RadiSei è tornato a parlare Alessandro Coresi, portavoce dei genitori dei ragazzi arrestati a Varsavia: “La situazione è questa. Abbiamo presentato una istanza di scarcerazione e il giudice non l’ha accettata, e faremo ricorso contro questa decisione. Oggi è stata respinta per tutti e sei gli imputati, il giudice aveva paura che i ragazzi non si ripresentassero per il processo, temeva ci potesse essere un pericolo di fuga. Ma io mi domando, a prescindere dal pericolo di fuga, questi ragazzi che cosa hanno fatto? In questi giorni abbiamo parlato con i commercianti di Varsavia e nessuno di loro si è accorto di nulla, non c’erano vetrine rotte o danni ad altre cose. In questo momento è in corso una riunione presso lo studio dell’avvocato, c’è tanta amarezza, valuteremo insieme e decideremo il da farsi“.

Sulle istituzioni italiane
“Io sono rientrato da poco a Roma e oggi non ho chiamato l’Ambasciata, tanto cosa può dirmi? Penso che dovrebbe prendere parola il governo. Accanimento nei loro confronti? Non credo, il mio obiettivo è quello di riportarli a casa, non devo e non voglio giudicare l’operato di nessuno. Le valutazioni andranno poi fatte in un secondo tempo, a bocce ferme. Spero che i fatti dimostrino che non si sia trattato di accanimento. Vedo che c’è l’interesse da parte di tutti, la vicenda è sui giornali da tempo, abbiamo ricevuto solidarietà da più parti… Non so che dire, è una situazione paradossale. C’è la probabilità che questi ragazzi rimangano dentro durante il periodo natalizio, anche perché il 20 dicembre chiuderanno gli uffici pubblici polacchi. Avete incontrato i ragazzi? I ragazzi sono tranquilli, sono maturi e intelligenti e si sono fatti la loro idea, non è gente che non ragiona. C’è attenzione verso di loro, anche la polizia penitenziaria sta avendo un occhio di riguardo. Il fatto però è uno, bisogna farli uscire, punto. Arresto preventivo? L’ambasciata italiana ha parlato di questo, io non so. Mio figlio è stato processato senza che noi genitori sapessimo nulla. Nei prossimi giorni tornerò a Varsavia, perché li c’è un muro di gomma. I parenti che ancora stanno lì mi dicono che si è creato una sorta di muro di gomma, non si capisce bene cosa bisogna fare“.

Un appello finale
Ho sentito dichiarazioni qui dall’Italia che non mi sono piaciute, il mio timore è che questi ragazzi staranno un po’ troppo dentro. Stiamo parlando di accuse vaghe, mi sembra aria fritta. E’stato fatto un processo che secondo le autorità polacche è stato limpido, io vorrei studiare le carte per capire come uscire da questa situazione, ma non ce ne danno la possibilità. Sollecito le autorità a intervenire in maniera più decisa”.

AGGIORNAMENTO ORE 20.10 “Condivido l’iniziativa di oggi del consigliere capitolino Pdl, Alessandro Cochi, di esporre al Campidoglio lo striscione per chiedere la scarcerazione dei tifosi della Lazio detenuti a Varsavia. Lo dichiara, in una nota, Gianni ALEMMANO. “Chiediamo al Governo un intervento risolutivo per riportare a casa i nostri concittadini detenuti dal 28 novembre nelle carceri polacche. Chi ha sbagliato verra’ sicuramente sanzionato, ma una detenzione che dura da piu’ di dieci giorni e’ da ritenersi spropositata dal momento che non e’ ancora stata fatta adeguata chiarezza sulle ragioni dell’arresto. Desidero, inoltre, manifestare tutta la mia solidarieta’ alle famiglie dei tifosi che aspettano di poter riabbracciare al piu’ presto i loro ragazzi”.

AGGIORNAMENTO ORE 18.00 – Nel corso del convegno sulla violenza negli stadi organizzato a Montecitorio ha preso la parola anche il vicepresidente dell’Osservatorio per le manifestazioni sportive del Viminale, Roberto Massucci“Sono andato a Varsavia, inviato dal capo della Polizia su richiesta del Governo, per capire cosa sia successo e per cercare di indirizzare un’azione dell’Esecutivo, che come tutti sappiamo c’è stata ai massimi livelli. A mia memoria, e sono 13 anni che mi occupo di queste vicende, un Primo Ministro non è mai intervenuto su un altro Primo Ministro per capire come, nell’ambito del rispetto delle regole, fosse possibile risolvere una situazione che riguarda i nostri connazionali. Per fare questo ho incontrato la Polizia, i rappresentanti dell’autorità giudiziaria polacca, il vice direttore del carcere, gli arrestati ed i genitori di questi ultimi. Vi racconto un aneddoto che in qualche modo fa seguito a quello che Marangoni ci ha rappresentato riguardo l’attuale situazione: i ragazzi sono andati all’Hard Rock Cafè per un meccanismo di autogestione, un’autogestione che ha fatto diventare un gruppo di persone che visitava la città un gruppo di tifosi che, nel momento in cui è diventato gruppo, ha cominciato a comportarsi come tifosi ultrà. Chi li ha fatti andare all’Hard Rock Cafè? Nessuno dei ragazzi sa rispondere, è stato un tamtam con i cellulari, non era un’indicazione della polizia né dell’organizzazione. Fatto sta che in mezzo a questi circa 200 tifosi c’era un gruppo di persone note e quando dico note mi riferisco ad una serie di persone sottoposte a Daspo, che in trasferta all’estero possono andare perché non c’è lo stesso meccanismo di biglietti nominativi che abbiamo noi, e altre persone contigue a questi “daspati” che hanno creato il gruppo. Ad un certo punto il gruppo dei facinorosi aggredisce la polizia che arresta 137 persone tra le quali ne tira fuori 22 perché dalla visione dei filmati ritiene siano particolarmente responsabili.  La legge polacca prevede che la punibilità non sia riservata solo a chi commette azioni violente, ma anche a chi partecipa semplicemente alla cosiddetta “adunanza sediziosa” perché chi partecipa dà forza ai pochi che vogliono fare violenza. Si può condividere o meno, per noi è eccessivo, ma è la legge polacca ed è stata applicata. Poi ho parlato con i genitori e tra tutti chi giustifica il figlio che non ha fatto nulla, chi se la prende  con la polizia che è stata esagerata, chi con il governo italiano che non ha fatto nulla per tirare fuori i propri connazionali. Solo uno, un falegname, mi ha detto: “Quando torna a casa mio figlio gli do tante di quelle botte che una cosa del genere non la farà più”. Consegno a tutti voi quest’aneddoto per le riflessioni”.

AGGIORNAMENTO ORE 16.15 – Scende in campo l’AMBASCIATA ITALIANA di Varsavia. Come riporta lalaziosiamonoi.it, si sta cercando di ottenere giovedì un nuovo appello per i dieci ragazzi ai quali oggi è stata respinta l’istanza di scarcerazione. L’obiettivo è quello di convincere i giudici a concedere l’uscita dal carcere di Bialoleka trasferendo i ragazzi in un hotel di Varsavia in una sorta di “detenzione domiciliare”.

AGGIORNAMENTO ORE 14:00 Non arrivano buone notizie da Varsavia, dove il giudice ha respinto le prime istanze di scarcerazione su cauzione. Poiché i detenuti non risiedono in Polonia, non si ha la certezza che saranno presenti ai successivi appelli: sarebbe questa la motivazione del rifiuto del giudice. Ha spiegato la situazione, ai microfoni di Radiosei, Alessandro Coresi, padre di uno dei ragazzi rinchiusi nel carcere di Bileloka: “Siamo tornati indietro rispetto ai giorni precedenti, è come se gli sforzi fatti non fossero serviti. Il giudice ha respinto la richiesta di scarcerazione su cauzione, adesso bisogna capire quali sono le motivazioni. Per quello che sembra, la motivazione è la mancanza di una residenza in Polonia, che non assicura la presenza dei ragazzi ai successivi appelli. Adesso faremo ricorso contro questa decisione, ma ovviamente tutto ciò allunga la proceduraVenerdì sera avevamo speranze,  la pressione fatta in questi giorni dalle istituzioni ci rassicurava. Anche i ragazzi speravano in una notizia positiva, spero che non la prendano maleLorenzo ha girato il mondo per la LAZIO, ma non mi sarei mai aspettato che in Polonia potesse accadere tutto ciò. Le ultime parole che mi ha detto? <A qualsiasi costo, ma tirami fuori da qui papà>

AGGIORNAMENTO ORE 13:30Stamattina, al convegno ‘Contro la violenza. Riportare il calcio a misura d’uomo’, tenutosi a Montecitorio, ha parlato della vicenda Alessandro MARANGONI, vice capo della Polizia: “I tifosi italiani in trasferta si comportano diversamente da quando seguono le partite in casa. Ai tifosi laziali a Varsavia è stata applicata la legge polacca, che è diversa dalla nostra: niente di più o di meno“.

LUNEDI’ 9 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 13.45: Poco prima del fischio di inizio di TORINO-LAZIO (CLICCA QUI PER LA CRONACA DEL MATCH), nella storica Curva Maratona è stato esposto uno striscione da parte dei supporters granata: “SOLIDALI COI LAZIALI”.

STRISCIONE SOLIDALI COI LAZILAI

DOMENICA 8 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 20.00: Prendiamo e rigiriamo l’ultimo comunicato della Federsupporter:

Le affermazioni delle Istituzioni polacche in una vicenda che sta assumendo aspetti che travalicano i pur gravissimi, drammatici episodi individuali, non possono che lasciare interdetti che crede di vivere in una comunità europea basata sul riconoscimento e la tutela dei valori posti a base di una società democratica.

Gli stessi comportamenti delle massime Istituzioni italiane, dal Presidente del Consiglio al Ministro degli Esteri, ai Parlamentari che hanno manifestato a parole lo stupore e la condanna dei fatti ( tanti) o che concretamente si sono attivati (pochi) non possono non portare ad alcune riflessioni di carattere generale.

Il richiamo a stralci della stampa può costituire una sorta di “fil rouge” nell’analizzare questa situazione che sta assumendo connotati e dimensioni “paranormali”.

Le richieste italiane: “ Nel rispetto delle leggi e della separazione dei poteri ho chiesto al governo polacco di accelerare l’applicazione delle regole “, così le dichiarazioni del nostro Premier ( cfr. La Gazzetta dello Sport del 6/12/2013).

La replica polacca : “Farò tutto il possibile per accelerare le procedure ….Condivido e capisco le preoccupazioni dei familiari…”, ma ogni Paese “ deve avere cura dell’atteggiamento dei propri tifosi di calcio “ ( AGI.it ) .

Ed ancora, dal Ministro degli Interni polacco, Sinhiewicz, la cui comprensione per il dolore dei familiari dei ragazzi arrestati è semplicemente patetica, spiega che “… i propri figli che sono banditi e delinquenti ….” ( cfr. Corriere della Sera, del 6.12.2013) e che “..la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri”.

Certo la numerosa presenza della delegazione italiana ( ben quattro ministri: Difesa, Istruzione, Sviluppo economico, Coesione territoriale, hanno accompagnato il Presidente del Consiglio) oltre ad essere “ in sintonia sui dossier europei cari all’Italia: dal rilancio dell’industria manifatturiera alla definitiva chiusura dell’infinito negoziato sull’unione bancaria…” (cfr. La Stampa.it), forse avrebbe potuto ottenere qualcosa di più delle “raccomandazioni” poi trasmesse dal nostro Premier ai familiari dei ragazzi tuttora detenuti.

Ma merita di essere citata anche una ulteriore osservazione del Primo Ministro polacco Tusk sul fatto che “ Ogni Paese deve avere cura dell’atteggiamento dei propri tifosi di calcio “ ( cfr. AGI.it, del 5 dicembre 2013) circostanza quest’ultima che non sembra essere stata recepita da altri quotidiani, e che, mi sembra, accusi chiaramente l’Italia e le sue Istituzioni di carenze comportamentali nei confronti dei propri tifosi, non solo in questo vergognoso episodio. Accuse alle quali non mi sembra sia stata data alcuna risposta.

Questo filo conduttore ci conduce a sottolineare il relativo impegno concreto da parte delle nostre Istituzioni nel far valere quei diritti fondamentali tutelati a livello europeo e il cui rispetto dovrebbe caratterizzare un Paese che vuole definirsi democratico, impegno, viceversa che deve essersi profuso a piene mani negli incontri della Delegazione che, con grande soddisfazione, ha ottenuto “ la partecipazione della Polonia all’EXPO2015 “ ( cfr La Stampa.it)

Sull’affermazione del Ministro degli Interni polacco è intervenuta il Ministro degli Esteri, Bonino, che ha definito quanto dichiarato come “ parole sconvenienti, in particolare per un Ministro”.

Ecco, forse, la parola sconveniente non è proprio la più adatta a definire l’atteggiamento del Ministro polacco, anche se vanno capiti gli obblighi del linguaggio diplomatico, in questo caso più che sconvenienti le dichiarazioni sono irrispettose e irresponsabili, per le conseguenze che le stesse possono avere.

Concludo questa illustrazione lasciando al lettore il compito di farsi una opinione ma sulla base di fatti sino ad oggi riportati dalla stampa, e non da un documento ufficiale che, forse, la Farnesina avrebbe potuto e dovuto rilasciare:

a) dieci cittadini italiani sono stati condannati per direttissima, con pene varianti da 2 anni a quattro mesi tuttora in carcere;

b) dodici cittadini sono in attesa di giudizio e si sono rifiutati di fornire una dichiarazione scritta in polacco per l’assunzione di responsabilità.

c) 150 persone sono state, secondo il comunicato della polizia polacca riportato dalla stampa ( cfr. Il Tempo del 3 dicembre) “ arrestate .. Ognuna è stata fermata e giudicata individualmente. Alla fine per 5 persone è stata rinviata la data del processo mentre 14 sono stati prosciolti. Altri sono stati rilasciati su cauzione con multe da 400 $ a 3.000$ e 3 sono stati arrestati con la condanna di 2 anni di reclusione con la condizionale. Tutto è avvenuto intorno alle ore 16 quando alcuni teppisti hanno attaccato un gruppo di poliziotti. Ci hanno lapidato con sassi ed assaltato con pali e cestini dell’immondizia. Per non farsi identificare si sono coperti completamente la faccia con i passamontagna e ci hanno distrutto anche un’auto”.

A completamento di tutto quanto sopra esposto, si ritiene opportuno riportare una denuncia pervenuta a Federsupporter, e sulla quale l’Associazione ed i suoi avvocati stanno lavorando, denuncia debitamente sottoscritta e , forse, farà cambiare atteggiamento ad alcuni opinionisti di radio romane che hanno descritto la drammaticità delle situazioni individuali con una equazione “ galera= colpevolezza” : se sono in carcere è perché hanno fatto qualcosa.

Augurerei a loro solo di non dover applicare questa equazione ai propri figli e di non dover mai vivere nell’angoscia di non sapere .

“Mio figlio era appena arrivato a Varsavia da appena 3 ore assieme ad un suo amico. Si è trovato accanto alla ragazza intervistata da Radio Capital (l’intervista è stata diffusa da LaRepubblica ed è interessante da ascoltare) sia in strada che poi nella struttura in cui sono stati “arrestati” . Apparentemente sembravano scortati per loro interesse dalla polizia polacca fino allo stadio. Quando la polizia ha cominciato a correre davanti a loro, si sono arrestati e poi, seguendo i suggerimenti dati da un “tifoso” polacco “che parlava italiano” hanno continuato a camminare lentamente verso lo stadio fino a quando sono stati accerchiati e costretti a sdraiarsi in terra. Alla fine li hanno tutti portati in polizia. E’stato trattenuto per oltre 48 ore, denudato, deriso, privato di tutti gli oggetti personali, gli sono state prese le impronte digitali, lasciato senza mangiare e senza bere acqua!!! tutto senza poter capire quello che gli veniva detto. l’hanno fatto firmare che rinunciava ad un avvocato e quindi ai suoi diritti!!! senza capire quello che era scritto!!! gli e’ stata notificata una data nella quale si terrà il processo per “aver volontariamente disturbato l’ordine pubblico cantando l’inno della sua squadra (tra l’altro nemmeno vero!!) spinto i passanti ( come?? se erano già tutti in fila procedendo lentamente verso lo stadio scortati dai poliziotti polacchi!!!) dimostrato di ignorare i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico” .

AGGIORNAMENTO ORE 10.45 – Arrivano anche le parole di Igli TARE, rilasciate a ‘Tuttosport’: “La maggior parte dei nostri tifosi non ha fatto veramente niente ed era lì per sostenere la nostra squadra. Purtroppo sono stati trattati in un altro modo. Noi abbiamo fatto di tutto, non abbiamo nemmeno visto gara durante il match perché eravamo occupati con l’ambasciatore italiano. Penso che il Governo italiano farà di tutto per risolvere nel migliore dei modi” (CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE SUE PAROLE).

SABATO 7 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 21.00: Oggi è andato in scena una riunione tra i parenti dei 22 ragazzi in carcere e l’attaché (addetto) d’ambasciata Mosconi. E, come riporta lalaziosiamonoi.it, tra lunedì e martedì dovrebbe essere valutata l’istanza presentata dai 10 condannati per direttissima: sei casi verranno esaminati lunedì, gli altri quattro il giorno successivo. Per loro si cercherà di tramutare i mesi di condanna in pena pecuniaria (circa 1000 euro a testa), con l’obiettivo perciò di liberarli al massimo entro mercoledì. Giovedì e venerdì sarà invece il turno degli altri 12 ancora in attesa di giudizio, i legali proporranno per loro il patteggiamento. Questo significa che già venerdì potrebbero tutti – teoricamente – abbandonare il carcere di Bialoleka. Il patteggiamento dovrebbe prevedere la condanna a due anni con la condizionale, il Daspo in Europa per tre anni e il pagamento di una sanzione di 450 euro (più 100 che andrebbero in beneficenza).

AGGIORNAMENTO ORE 13.35 – Anche Alessandro COCHI, ex delegato alle politiche sportive del comune di Roma e attuale membro dell’assemblea capitolina, interviene ai microfoni di Radio Mana’ Mana’ Sport, commenta i fatti di VARSAVIA: «Non bisogna abbassare la guardia sui fatti di Varsavia. Partendo dal fatto, che chi sbaglia è giusto che paghi, non penso che tutte le 150 persone arrestate, abbiano commesso reati. Spero che anche queste 22 persone,ancore rinchiuse a Varsavia, facciano al più presto ritorno in Italia. Non dobbiamo pensare che si tratti di tifosi laziali, ma piuttosto di cittadini italiani. Ringrazio sicuramente Giorgia Meloni, per il suo bellissimo intervento in Parlamento. Dispiace perché l’Italia, anche in questa situazione, non sta facendo una bellissima figura». 

AGGIORNAMENTO ORE 12.47  Il ministro degli esteri. «Sono parole sconvenienti, in particolare per un ministro  riporta la Repubblica.it – In uno Stato di diritto la responsabilità è individuale e non si generalizza». 

AGGIORNAMENTO ORE 11.30  Il presidente dei Federsupporter, Alfredo Parisi, ai microfoni di lalaziosiamonoi.it spiega: «La situazione dei tifosi della LAZIO sta peggiorando con le dichiarazioni di ieri del ministro degli Interni polacco, perché chiamare banditi quei ragazzi mi sembra un’esagerazione ed è anche una cosa gravissima. LETTA? Sono sincero, sono rimasto a bocca aperta. Questi politici cosa hanno fatto? Hanno solo chiesto con il cappello in mano allo stato polacco che ha violato tutti i diritti costituzionalmente previsti da noi e dalla Corte Europe di fare in fretta. Più di questo non è stato fatto. LAZIO? È rimasta immobile: se non c’erano i ragazzi della Curva Nord che hanno gestito la parte economica, raccogliendo qualche fondo, nessuno ha mosso un dito. Noi faremo leva sui diritti umani, che sono stati violati. La Polonia fa parte dell’Unione Europea? Vanno rispettati i diritti fondamentali. Cercheremo di raccogliere più testimonianze possibili, di fare gruppo e di portare il caso alla Comunità Europea”.

VENERDI’ 6 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 21.50: ”In Polonia l’Italia e gli italiani sono molto amati e posso escludere che ci sia un livore nei nostri confronti; ma le forze dell’ordine sono intransigenti sul rispetto delle regole. Mi dispiace per quello che è successo, stiamo facendo una brutta figura per colpa di pochi’‘. Così Andrea Anastasi, ex ct azzurro della pallavolo e per tre anni selezionatore della Nazionale polacca, commenta la vicenda dei tifosi della Lazio a Varsavia, 22 dei quali sono ancora trattenuti in attesa di processo.

AGGIORNAMENTO ORE 21.26:  E’  in corso a Varsavia  il colloquio tra i genitori dei tifosi della LAZIO e l’avvocato Privitera. Emergono, però, le prime notizie: una parte dei 22 ragazzi in carcere sarà rilasciata martedì, domani si sapranno i loro nomi. Undici dei 12 ancora in attesa di giudizio faranno richiesta di patteggiamento: il rischio è di andare incontro a 3 anni di Daspo in tutta Europa e 500 euro di multa. Per quanto riguarda i 10 tifosi già condannati, l’avvocato Privitera spiega: “Per noi sarebbe un successo ottenere delle condanne con una sospensione condizionale“.

AGGIORNAMENTO ORE 21.17: Prende la parola anche  il vicepresidente del Parlamento europeo, Roberta Angelilli, intervistata ai microfoni di Radiosei.

Il ministro degli interni polacco ha definito i ragazzi arrestati come dei banditi. Vuole rispondere?
“E’ una cosa deprecabile, un inedito assoluto. Non succede mai che un politico usi toni così offensivi, ha offeso tutti gli italiani. E’ evidente che se ci sono persone che hanno delle responsabilità individuali dovranno rispondere delle loro azioni. Ma quello che è accaduto è pazzesco, sono state sequestrate più di 150 persone. Cittadini italiani, europei, non tifosi. Un evento del genere non è mai avvenuto. Questa non è una questione calcistica, questa è una vicenda che tocca i diritti individuali di cittadini europei. Credo che anche le autorità europee debbano far luce su queste vicende“.

La Federsupporter sta predisponendo una azione collettiva nei confronti dello Stato polacco dinnanzi agli organi di giustizia europei per accertare le eventuali violazioni subite dai cittadini arrestati. Cosa ne pensa?
C’è e ci deve essere la possibilità di chiedere i danni allo Stato polacco. Al netto di eventuali responsabilità personali, tutti gli altri individui che sono stati sequestrati e hanno subito una violazione delle libertà individuali potranno ricorrere nelle sedi competenti. Sono stati calpestati il diritto e la libertà di circolazione. Io non mi ricordo che sia mai successo un evento analogo”.

Sappiamo che è stato fatto firmare ai ragazzi processati un foglio che si è poi capito fosse una assunzione di responsabilità?
Bisogna fare piena luce su questa vicenda, bisogna vedere se a queste persone sono stati garantiti i diritti di difesa, io non so se i fogli firmati erano scritti in italiano, in inglese o in polacco… Ma a prescindere da questo, anche il diritto di difesa fa acqua da tutte le parti. Ciascun cittadino ha diritto a essere assistito in queste circostanze, deve avere la consapevolezza di cosa sta succedendo. E’ evidente che ci siano stati degli abusi. Ma soprattutto dovrebbero poter tornare in Italia. La Polonia fa parte dell’ UE e deve permettere ai ragazzi di fare rientro a casa“.

Pensa che le autorità italiane potessero fare di più?
“Non me la sento di fare polemica contro il nostro Paese, dobbiamo fare polemica contro lo Stato polacco, hanno avuto dei comportamenti anormali. L’ambasciata italiana si è mossa immediatamente ma ha trovato un muro di fronte a sé”.

Ha delle notizie fresche su questi ragazzi?
Dieci sono stati processati per direttissima, con capi di imputazione non così gravi da giustificare ciò che è accaduto. Tutti erano molto prudenti nei primi giorni perché normalmente un evento così duro deve essere giustificato da fatti molto gravi. Quando mano mano abbiamo capito che non era successo nulla di così grave, non ci spiegavamo in che modo fosse possibile mettere in pratica questo atto di sequestro. Non si può fare un sequestro collettivo. L’Italia ha fatto ciò che poteva, è la Polonia che non si è comportata in modo trasparente“.

Le prime notizie parlavano di incidenti, c’è stata un po’ di superficialità nel riportare la notizia?
Anche io sul momento sono stata molto cauta, nonostante avessi ricevuto chiamate di genitori molto preoccupati perché non avevano notizie dei propri familiari. Mi sono chiesta perché avessero subito queste limitazioni così assurde. Siamo rimasti basiti quando le notizie che uscivano confermavano che queste persone non avevano fatto assolutamente nulla. E’ stato un affronto allo Stato italiano“.

Come pensa che finirà questa vicenda a livello legale-politico?
La Polonia ha mancato di rispetto agli italiani, non è una questione tra tifoserie, questa è una mancanza di rispetto nei confronti di cittadini italiani, sequestrati nel vero senso della parola. Chi ha testimonianze, video, foto o materiale di ogni tipo, è utile perché andrà utilizzato in tutte le sedi. Anche coloro che non hanno avuto problemi, devono raccontare questa storia, la limitazione della libertà personale. Se ci è stata una ingiustizia tale ingiustizia va sottoposta anche alle autorità europee. La mia mail è pubblica, chiunque abbia delle informazioni io sono a disposizione per aiutarli, vorrei che si procedesse verso la verità. Se c’è stata una ingiustizia la Polonia se ne deve assumere la responsabilità. E’ stata violata la Direttiva 38/2004 relativa al diritto dei cittadini dell’Unione di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri“.

AGGIORNAMENTO ORE 21.12: «Non ho un ruolo in questa vicenda e non commento questioni che non conosco direttamente. In Polonia c’è molta attenzione sul rispetto delle regole e dell’ordine pubblico, auspico che tutto si risolva in fretta». Lo ha detto il presidente della Federcalcio della Polonia, Zbigniew Boniek, in merito ai tifosi della Lazio fermati a Varsavia prima della partita di Europa League con il Legia. «Non ho competenza su fatti che sono relativi ad una partita gestita dall’Uefa e che ha portato l’intervento delle forze dell’ordine e della magistratura polacca. Quindi non ritengo di poter fare affermazioni in merito. Ci sono degli organismi competenti che se ne occupano e non intendo interferire».

AGGIORNAMENTO ORE 19.16: Arriva la risposta al ministro polacco da parte di Ignazio La Russa, presidente del partito Fratelli d’Italia:“È una vergogna che il ministro dell’Interno parli di banditi a proposito dei tifosi laziali fermati, la maggior parte di loro accusati solo di schiamazzi. Noi non ci permettiamo di dire lo stesso con molti polacchi che in Italia hanno conti seri con la giustizia italiana. Se dovessimo fare una percentuale dei banditi italiani in Polonia e dei banditi polacchi in Italia saremmo noi a rimetterci con i ‘banditì polacchi».

AGGIORNAMENTO ORE 17.55: «Sono i genitori di banditi e delinquenti: in qualsiasi posto si viene arrestati se si agisce in quel modo e così è successo». Sono le parole – riportate dal quotidiano “Gazeta Wyborcza” – del ministro degli Interni polacco, Bartlomiej Sienkiewicz, chiamato oggi a commentare la presenza a Varsavia di genitori e familiari dei tifosi della Lazio arrestati la scorsa settimana e ancora sotto custodia.

AGGIORNAMENTO ORE 17.40:  “Condizioni indegne per un Paese della Comunità Europea». Sono le parole dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza che insieme al collega Marco Scurria,  ha visitato personalmente un gruppo di ragazzi trattenuti In Polonia. E racconta la sua esperienza ai microfoni di Panorama.it.

Qual è la situazione dei detenuti?
Siamo stati 24 ore lì, ci sono parecchie persone in ambasciata in attesa di notizie. Abbiamo incontrato i ragazzi in carcere e l’ambasciatore. Dieci dei 22 hanno subito una condanna per direttissima firmando un’assunzione di responsabilità con la garanzia che ci sarebbe stata una velocizzazione della pratica.

Di cosa sono stati accusati?
Hanno imputazioni di violenza su pubblico ufficiale ma già nel corso dell’udienza preliminare molti poliziotti hanno fornito testimonianze lacunose e sommarie. Ce ne sono 12 che non hanno firmato il foglio per l’assunzione di responsabilità e sono ancora in attesa di giudizio ma hanno capi d’imputazione più lievi. Viene loro contestato il fatto di essere stati presi in mezzo in un gruppo di persone che hanno fatto violenza, vengono accusati di adunata sediziosa. Tre o quattro hanno lanciato bottiglie contro la polizia, ma tutti gli altri non c’entravano nulla. 

Ci sono già state condanne?
In dieci sono stati condannati per direttissima con pene che vanno da due a quattro mesi e 12 persone sono ancora in attesa di giudizio. Per i condannati gli avvocati faranno una richiesta di scarcerazione su cauzione e starà al giudice del riesame valutare e concederla. Si valuta che avranno provvedimenti accessori come il fatto di non poter rientrare in Polonia per un tot di tempo ma l’obiettivo è riportarli a casa il prima possibile.

E per i 12 che non hanno firmato l’assunzione di responsabilità?
Per i 12 c’è una trattativa con la magistratura polacca per farli patteggiare e trasformare la pena detentiva in pena pecuniaria di circa 450 euro, questo procedimento passa però sempre dalla firma di ammissioni di colpa. Alcuni non vogliono però bollarsi a vita per qualcosa che non hanno fatto. Si attende che la magistratura polacca renda disponibile agli avvocati dei ragazzi i fascicoli di ognuno. Gli avvocati ora sanno solo vagamente i capi d’imputazione ma non hanno potuto vedere i fascicoli. L’altra ipotesi è più lunga: aspettare di essere giudicati e nel frattempo uscire su cauzione. Ora ognuno dovrà fare le sue valutazioni con le famiglie…

Quale è la strada da percorrere?
In tutto ciò quello che si sta cercando di fare è abbreviare i più possibile i tempi. Bisogna far le udienze del riesame velocemente e ottenere i fascicoli velocemente

Come stanno i ragazzi in carcere?
Abbiamo incontrato solo i 4 dei 12 in attesa di giudizio ma nessuno dei condannati per questioni burocratiche. Loro stanno meglio di come sono stati nei giorni seguenti ai fatti (privazione pesante, ammanettati 48 ore di seguito con i lacci di plastica, scarso cibo e scarsa acqua, senza possibilità di contatto con l’esterno). La situazione è ora migliorata in carcere perché una volta condannati hanno avuto regime carcerario. Quelli che si sono rifiutati di firmare invece solo ieri pomeriggio hanno avuto la possibilità di vedere i genitori, prima non avevano potuto vedere nessuno perché non sono permesse visite alle persone in attesa di giudizio.

Quali sono le condizioni del carcere?
Abbiamo parlato con il direttore del carcere, accendono la luce tre volte a notte per svegliarli. L’ora d’aria è di 25 minuti e sono stati messi con detenuti comuni polacchi, abbiamo chiesto rassicurazioni.

Come stanno?
Dal punto di vista psicologico non sono situazioni facili. I più giovani sono terrorizzati, preoccupati. A prescindere dalle condizioni psicofisiche non hanno idea di cosa succede e di cosa possa accadere in futuro, dell’iter giuridico. Nei primi giorni anche l’assistenza della diplomazia italiana è stata quasi assente, erano stati rassicurati che si sarebbe risolto tutto in breve. Poi per questi 22 c’è stata un accanimento. 

Si è capito cosa è realmente accaduto nel pre partita?
Stiamo parlando di un centinaio di persone che sono stati incanalate per essere scortate allo stadio. All’inizio di questo corteo quattro o cinque persone hanno colpito la polizia con lancio di oggetti, i poliziotti hanno caricato e tutti i laziali sono scappati. 150 di questi si sono trovati all’interno di una strada e sono stati bloccati e ammanettati. Dentro quei 150 ce ne potevano essere quattro o cinque colpevoli, il resto non ha fatto nulla.

Quali sono i prossimi passi?
Riportarli a casa. Una volta che finirà la parte della detenzione anche noi come parte politici ed europarlamentari vogliamo ricostruire quello che è successo nei primi giorni ai 150. Parliamo di condizioni indegne per un Paese europeo come può essere la Polonia. Ora la priorità è che tutti possano uscire.

Come si può spiegare la reazione della polizia polacca?
L’atteggiamento duro da parte della polizia è anche legato ad una manifestazione di piazza di poco tempo fa delle minoranze russe sfociata in scontri. All’epoca la polizia è stata accusata di essere troppo morbida e la prima occasione per riscattarsi è stata quella dei tifosi della Lazio. C’è anche responsabilità del nostro governo perché generalmente la polizia italiana manda al seguito delle trasferte del personale della Digos che ha ruolo di interfaccia con la polizia locale. Sia preventivamente che per situazione di controversie. Succede sempre doveva accadere a maggior ragione contro il Legia dove la partita era già a rischio.

C’è collaborazione delle autorità polacche?
E’ una situazione che con le dovute proporzioni ricorda il caso dei marò: quando si ha a che fare con un procedimento giuridico estero sono guai perché devi stare ai loro tempi, alle loro regole.

AGGIORNAMENTO ORE 17.24: Duro l’intervento del Ministro degli Interni polacco Barlomiej Sinkiewicz:Comprendo il dolore dei familiari dei tifosi laziali arrestati in Polonia, ma la verità è che una parte di loro si trova a Varsavia per assistere i propri figli ‘banditi’“, ha dichiarato alla tv polacca, come riportato da Repubblica.it, sottolineando che “la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri“.

AGGIORNAMENTO ORE 17.20: Repubblica.it riporta il testo della lettera con cui è stata avanzata richiesto per l’incontro tra LETTA e i familiari dei tifosi biancocelesti rinchiusi in Polonia:

All’ambasciatore italiano in Polonia, al presidente del Consiglio Onorevole Enrico Letta e al Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino.

Come saprete alcuni cittadini italiani stanno vivendo una spiacevole esperienza iniziata in occasione dell’incontro di calcio Legia Varsavia-S. S. Lazio del 28-11-2013. In tale occasione, prima dell’incontro di calcio sono state fermate preventivamente circa 150 persone e trattenute nei vari commissariati di Varsavia senza comunicazioni con l’esterno e sottoposte nelle successive 48 ore ad un giudizio sommario, in assenza di assistenza legale adeguata e di prove sufficienti, almeno per i casi dei procedimenti a cui alcuni familiari hanno assistito direttamente.

Il tribunale ha disposto la carcerazione di 22 ragazzi, prevalentemente intorno ai 20 anni, di cui
– 10 giudicati per direttissima e condannati a pene tra i due e sei mesi, con capi di imputazione non sufficientemente chiari perché ancora i legali non hanno avuto accesso ai relativi fascicoli.
– 12 rinviati a giudizio, ma sempre in stato di carcerazione preventiva in attesa di ulteriori prove.

Alla luce di tutto ciò i familiari e i parenti presenti a Varsavia per fare visita ai propri cari ingiustamente detenuti chiedono urgentemente:
1) Che il GOVERNO ITALIANO ai suoi massimi ed adeguati livelli intervenga presso le autorità della repubblica polacca affinché attivi immediati meccanismi per evitare che questi giovani cittadini italiani continuino a permanere in carcere per reati tutti da provare, reati che peraltro non hanno corrispondenza di pene in Italia e nel resto di Europa, e si pervenga al più presto alla SCARCERAZIONE.
2) Poiché per i ragazzi in carcere in attesa di giudizio la procura sta prospettando una ipotesi di patteggiamento per risolvere la situazione, si accerti quali conseguenze possa avere in Italia una condanna patteggiata in Polonia sul futuro di questi giovani.

In considerazione della presenza odierna a Varsavia del presidente del Consiglio, Onorevole Enrico letta, richiediamo un incontro per rappresentare la situazione ed esplicitare le proprie legittime richieste.

Le famiglie dei giovani ingiustamente trattenuti in carcere”.

AGGIORNAMENTO ORE 17.17: Repubblica.it riporta le parole dei parenti dei ragazzi detenuti nel carcere di Bialoleka che hanno scambiato con Letta. “Si è dimostrato informatissimo su ogni dettaglio – il racconto di Valentina, sorella di uno dei ragazzi detenuti,- e ci ha assicurato che si sta impegnando per far tornare prima possibile tutti a casa“. “Ha salutato tutti noi – racconta  Giovanni, padre di uno dei ragazzi – e poi si è intrattenuto a parlare per una mezz’oretta con due nostri rappresentanti. Ha voluto conoscere tutta la storia e noi gli abbiamo lasciato un comunicato. Parlando con gli avvocati, sembra che per i dieci che hanno già ricevuto una condanna, si parli di una tempistica di circa 15 giorni, mentre per quelli che ancora non sono stati condannati il tempo di attesa potrebbe essere di una settimana. Speriamo che a questo intervento del premier possa seguire una accelerazione importante“.

AGGIORNAMENTO ORE 15.45: Come previsto, dopo il vertice con il premier polacco, Enrico Letta ha incontrato una delegazione dei genitori dei 22 tifosi laziali ancora in carcere.

AGGIORNAMENTO ORE 15.10: Finalmente sembra muoversi qualcosa anche da parte delle autorità politiche italiane, con il premier Enrico Letta che ha raggiunto la Polonia. A margine della presentazione del nono trofeo Karol Wojtyla Luca Pancalli, assessore allo Sport del Comune di Roma, ha espresso i suoi auspici, riportate dal ‘Corriere dello Sport’. “Mi auguro che oggi venga definitivamente scritta la parola fine su questa situazione che ha veramente dell’incredibile. Senza entrare nella valutazione dei fatti, che non conosco e che sono rimesse alle valutazioni delle autorità giudiziarie polacche, oggettivamente c’è modo e modo di trattare le persone. Mi auguro che quanto prima i tifosi possano rientrare nel nostro paese”.

AGGIORNAMENTO ORE 15.00: Interviene anche il Premier LETTA sui fatti di VARSAVIA:” Nel rispetto delle leggi e della separazione dei poteri ho chiesto al Governo polacco di accelerare il più possibile l’applicazione delle regole. Ho chiesto a Tusk di fare il possibile per rispondere alla ‘grande preoccupazione’ dell’opinione pubblica italiana“. Così ha parlato nella conferenza stampa con il primo ministro polacco Donald Tusk sui fatti di Varsavia: “Farò di tutto per accelerare le procedure” nel rispetto delle regole e “farò un appello al procuratore generale e al ministro della Giustizia affinchè seguano personalmente la vicenda al fine di evitare lungaggini”, ha invece dichiarato Tusk.

GIOVEDI’ 5 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 21:00: Sono intervenuti ai microfoni di Radio Radio, nel corso della trasmissione “Lavori in corso”, gli eurodeputati di Fratelli d’Italia MARCO SCURRIA e CARLO FIDANZA, che hanno fatto visita ai detenuti italiani a Varsavia e hanno reso noto gli ultimi sviluppi della vicenda.

MARCO SCURRIA
I cittadini italiani stanno bene, per quanto si possa stare bene in un carcere. Sono provati psicologicamente, sottoposti a misure inaccettabili per qualsiasi stato al mondo: per giorni ammanettati con manette di plastica, portati da una parte all’altra tra carcere e tribunali. Sono preoccupati perché non capiscono cosa stia succedendo. Molti di loro, in attesa di giudizio, non hanno ancora avuto modo di contattare la famiglia. Dieci dei ventidue detenuti sono stati condannati con un procedimento in direttissima perché hanno firmato un foglio in polacco senza traduzione, o comunque con una traduzione molto sommaria, in cui si autoaccusavano senza capirlo. Sono stati condannati da 2 a 4 mesi per oltraggio a pubblico ufficiale e sedizione. Io mi sono preoccupato di chiamare le famiglie delle 4 persone che abbiamo incontrato per rassicurarle e dirgli che stiamo lavorando molto per portarli a casa in breve tempo. Domani il Presidente del consiglio Letta sarà in Polonia per incontrare il Presidente del consiglio polacco. I nostri ragazzi non hanno fatto nulla. Tra 150 persone qualche cretino ci sarà stato, ma degli attuali 22 in carcere mi hanno raccontato tutti che si sono trovati in una situazione in cui la polizia li ha caricati a seguito della provocazione di qualche scemo isolato. Poi da quando gli hanno detto “sit down”, cioè seduti, è iniziata questa storia che al momento non è finita e speriamo finisca presto. Con i polacchi quando sono venuti a Roma, ce lo ricordiamo, abbiamo avuto un atteggiamento diverso. È un problema tutto italiano di come ci si relaziona con i nostri connazionali: con le dovute differenze, se avessimo un atteggiamento diverso non avremmo due soldati in India da due anni ancora lì senza sapere che fine devono fare. Lo abbiamo chiesto a Letta e ci ha assicurato che domani ne parlerà. Questa cosa si può risolvere con le dovute pressioni politiche. ”

CARLO FIDANZA
“In quanto cittadini hanno diritto alla difesa, a condizioni di detenzione dignitose, diritto di poter parlare con un avvocato, con i congiunti, se sono presenti, come nel caso di tanti, o se sono in Italia per impedimenti di varia natura, anzianità, età o mancanza di risorse. Perché queste famiglie sono lì da diversi giorni, dovendoci restare ancora a lungo, quindi non è da tutti potersi sobbarcare questo tipo di spese. Ci siamo mossi per accertarci che tutto questo fosse garantito, perché dalle notizie che abbiamo avuto nei giorni scorsi non era cosi. La collaborazione non è stata così elevata, la burocrazia non guarda in faccia nessuno, neanche a due eurodeputati, anche se la Polonia è uno stato membro dell’Unione Europea. Complessivamente c’è un atteggiamento disponibile ad ascoltare le ragioni della difesa, ma non si stracciano le vesti per accelerare i tempi. C’è un richiamo costante all’autonomia della loro Magistratura. Le pressioni esercitate a livello politico e  diplomatico trovano sempre un ulteriore gradino perché devono tradursi in pronunciamenti da parte di magistrati o giudici che non rispondono al potere politico polacco e questo complica un po’ le cose. Le trattative in sede diplomatica sono molto riservate per non urtare il delicato equilibrio e affinché non ci sia irrigidimento e non si ottenga un risultato opposto. Gli europarlamentari polacchi hanno una percezione minima di quanto accaduto. La versione che gira in Polonia è che sia stata una normale operazione di polizia con numeri normali, non hanno percezione dei 150 arresti dei primi 2-3 giorni. Oggi il numero è più normale, quindi non hanno percezione degli abusi dei primi giorni. Ne stiamo parlando perché anche loro possano agire a sostegno delle nostre rivendicazioni di diritto e di civiltà, prima che di nazionalità. Sarà importante l’intervento di Letta di domani, che è il massimo livello di pressione politica esercitabile e che va a sommarsi a tutto quello messo in campo in questi giorni dall’ambasciata e da noi come eurodeputati. Ci sarà un secondo momento a cui ci dedicheremo una volta che saranno rientrati a casa i ragazzi detenuti: chiarire responsabilità e i fatti dei giorni passati, che hanno coinvolto  tutti i 150, perché questa cosa non può passare in cavalleria, abusi e violazioni è probabile che ci siano state. Siamo insieme in Europa, c’è un dovere di rispetto degli standard europei, riteniamo che ciò non sia avvenuto e vogliamo vederci chiaro. Abbiamo già presentato un interrogazione al Parlamento europeo. Ci muoveremo anche sul versante del Governo italiano. Ieri Giorgia MELONI ha chiesto conto al governo di una cosa irrituale, per chi sa come funzionano le trasferte all’estero: c’è sempre un servizio di accompagnamento della polizia italiana per evitare queste situazioni e potersi interfacciare con le autorità locali, e questo non è avvenuto, nonostante i problemi dell’andata e i fatti di mercoledì, con contatto tra tifosi polacchi e italiani davanti all’hotel avrebbe dovuto far pensare che giovedì non sarebbe stata una passeggiata. Vorremmo sapere perché è mancato questo servizio.”

AGGIORNAMENTO ORE 18.05: Dalla Polonia giungono nuove dichiarazioni delle istituzioni locali: “E’ inutile alzare tutto questo polverone che si è creato in questi giorni. A nessun detenuto è accaduto qualcosa di brutto, sono ben tenuti e ben curati, soggiornando in appositi siti creati apposta per loro“, sono le parole del tenente colonnello Jarosław Góra, portavoce del carcere di Bialoleka a Varsavia dove si trovano attualmente 22 tifosi italiani ed uno della Repubblica Ceca, che aggiunge: “Ci è stato chiesto dall’ ambasciatore italiano di incontrare i detenuti e accogliamo la sua richiesta di potersi unire al gruppo per vedere come stanno. Alcune TV italiane ci hanno chiesto di poter fare delle interviste con i detenuti ma non possiamo accordare questa richiesta per ragioni di ordine e sicurezza”. In seguito, sulla presunta scarsità delle razioni di cibo date ai detenuti, è intervenuto anche Mariusz Mrozek, portavoce del capo della polizia di Varsavia: “La legge è uguale per tutti. Siano cittadini stranieri o polacchi, viene data loro la stessa razione di cibo, vengono trattati allo stesso modo senza distinzione alcuna”.

AGGIORNAMENTO ORE 16.40: Intervenuto ai microfoni di RadioSei, Marco Scurria, europarlamentare di Fratelli d’Italia in seno al Partito Poplare Europeo è tornato sulle vicende dei laziali ancora detenuti a Varsavia: “Abbiamo potuto incontrare quattro ragazzi per verificare le loro condizioni, loro sono quattro in attesa di giudizio. Sono tutti nello stesso carcere a Varsavia in un carcere dove venivano reclusi gli oppositori del regime comunista, sono divisi tra quelli già condannati dieci e gli altri dodici in un’altra ala, in celle di 3-4 persone. Ci sono due strade: per chi è stato condannato c’è bisogno di un riesame, e speriamo di ottenerlo nel giro di una settimana. I ragazzi sono stati condannati per aver firmato un foglio in polacco in cui se firmavano pagavano una multa, inganno, pessima traduzione, sono stati indotti ad autoaccusarsi. I reati contestati dovrebbero essere oltraggio a pubblico ufficiale e adunata sediziosa, che prevedono pene dai 2 ai 4 mesi. Abbiamo parlato con l’ambasciatore e con il legale. Speriamo domani di avere le carte in mano per iniziare a fare il riesame per i condannati, mentre per gli altri in attesa di giudizio speriamo di ottenere una scarcerazione pagando una sanzione. Li abbiamo trovati molto provati dai giorni precedenti, hanno subito un trattamento assurdo, sono stati ammanettati per giorni, vivono una situazione di incertezza totale, non hanno collegamenti con le famiglie, quelli in attesa di giudizio non possono parlare con nessuno. Le famiglie di molti di loro non si possono permettere di venire qui a Varsavia, per motivi economici e lavorativi. Abbiamo chiesto di metterli in cella insieme, perchè in Polonia parlano quasi esclusivamente il polacco e al massimo un po’ di tedesco. Nessuno parla inglese, stiamo lavorando per migliorare alcune cose, piccole banali ma comunque importanti. Stiamo cercando di evitare che vengano trasferiti in altre celle”. Riguardo al foglio firmato con l’inganno:E’ una linea che una volta fatti uscire dobbiamo portare avanti, per cancellare il reato anche una volta usciti dal carcere”. Tra i reati contestati non ci sono reati di lesioni, reati di rissa: “Domani sapremo con certezza quali sono effettivamente i reati ascritti. Penso che orientativamente, tra il fine settimana e l’inizio della prossima, potrebbe esserci qualche risvolto positivo. Spero nella politica, domani il Primo Ministro Enrico Letta sarà qui per incontrare il Premier polacco, e ha assicurato all’Onorevole Meloni che questa situazione sarà tra i punti di discussione dell’incontro”.

AGGIORNAMENTO ORE 15.00: Attaverso una nota ufficiale, Alessandro Coresi, portavoce dei genitori dei ragazzi detenuti a Varsavia, lancia un messaggio al governo italiano: “Chiediamo un incontro ufficiale con il presidente del Consiglio Enrico Letta, che domani sarà qui a Varsavia per il Vertice intergovernativo con il primo ministro Donald Tusk. Da giorni siamo in Polonia per seguire personalmente cosa sta succedendo ai nostri ragazzi. Vogliamo illustrare al nostro premier la gravissima situazione venutasi a creare dopo gli arresti del 28 novembre e chiedere al Governo un intervento ufficiale netto e risolutivo per riportare a casa immediatamente i nostri figli ingiustamente detenuti in Polonia”. Coresi, assieme agli altri genitori, attende aggiornamenti presso l’ambasciata italiana a Varsavia.

MERCOLEDI’ 4 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 20.05: Dalla Polonia arrivano le dichiarazioni di Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri polacco che oggi ha avuto un colloquio con la ‘collega’ italiana Emma Bonino: “Il Ministro Sikorski ha assicurato che i detenuti e i teppisti condannati sono stati trattati in conformità con la legge polacca da parte delle istituzioni statali competenti. Allo stesso tempo ha promesso di aiutare a risolvere qualsiasi circostanza, nello spirito della piena gentilezza e degli ottimi rapporti tra Polonia e Italia, che apprezziamo e intendiamo sviluppare”. Questo è quanto si può leggere sulla nota ufficiale diramata dallo stesso Ministero.
Anche il capo della polizia polacca Mark Dzialoszynski è intervenuto sulla vicenda: “La nostra polizia non ha avuto alcuna possibilità di eventuali negoziati, ha dovuto reagire con la forza”, le sue parole riportate da Tvn24.pl.

AGGIORNAMENTO ORE 17.15: Ai microfoni di Tele Radio Stereo l’Ambasciatore della Polonia a Roma, Wojciech Ponikiewski ha fornito la propria versione dei fatti: “Per fortuna certi problemi hanno cominciato già alla vigilia, il giorno prima della partita quando, prima della mezzanotte, 17 tifosi laziali in modo abbastanza aggressivo hanno fatto casino in strada per poi nascondersi nell’albergo dove alloggiavano”.

Secondo la versione dei tifosi laziali, sono stati quelli del Legia ad aggredirli…
“Dalle informazioni che ho io, sono stati i tifosi laziali, riconoscibili tra l’altro dai vestiti con i simboli della Lazio. Queste sono le persone che sono state fermati dopo. I fatti sono abbastanza chiari, o almeno è questo quello che ho appreso dalla polizia polacca”.

Sui fatti di giovedì pomeriggio?
“C’erano 200 tifosi che hanno attaccato proprio la polizia, ma ancora prima di questo attacco si sono comportati in modo aggressivo per le strade distruggendo infrastrutture, lanciando sassi e seminando il panico tra i cittadini di Varsavia, terrorizzati da queste 200 persone che si sono comportate in maniera violenta. Non erano esclusivamente italiani però la maggioranza lo era. Subito il giorno dopo, i tribunali di Varsavia hanno ascoltato tutte le persone fermate, con grande sforzo della giurisprudenza polacca con i loro avvocati di ufficio e degli interpreti”.

I tifosi laziali danno una versione: dicono di aver firmato un’ammissione di colpa a loro insaputa…
“Mi sembra un poì strano… Vi potete immaginare un giudice che sottopone una carta ad una persona senza sappia cosa c’è scritto e che non sa parlare la lingua? Forse i tifosi interpretano in maniera esagerata i fatti”.

Per i 22 tifosi arrestati c’è la possibilità di uscire prima?
“Noi siamo in contatto con le autorità italiane che stanno facendo di tutto per farli rilasciare. Anche il Governo polacco si è mosso in questa direzione. Però dobbiamo anche prendere in considerazione che la giustizia in Polonia è completamente libera dunque il potere politico non ha nessuna influenza diretta”.

C’è la pressione della diplomazia sulla vicenda?
La polizia polacca è sotto pressione per garantire l’ordine nelle città. Non direi ci sia un legame diretto tra gli eventi dell’11 novembre e quanto accaduto giovedì. Si parla moltissimo di questa vicenda perchè c’è una pressione interna in Italia ad aiutare i cittadini italiani in difficoltà all’estero. E’ assolutamente normale, tutti i governi fanno di tutto per aiutare i propri concittadini all’estero. Spero non sia un caso diplomatico, ma che rimanga soltanto un caso giudiziario: non c’è nessuna straordinarietà in questa situazione. Non sono giurista, ma non ho mai sentito di un provvedimento come quello di “identità di gruppo”, che qualcuno ha ipotizzato”.

AGGIORNAMENTO ORE 16.44“La posizione del Governo italiano e’ di ferma condanna per gli atti di teppismo ovunque essi siano effettuati. Al tempo stesso nutriamo l’aspettativa che un Paese amico e partner com’e’ la Polonia agisca a tutela dei nostri connazionali“. Queste le dichiarazioni del viceministro degli Esteri Marta DASSU’ in un’informativa nell’Aula della Camera sulla vicenda dei tifosi laziali a Varsavia. Il viceministro ha informato che “tra mercoledi’ 27 e giovedi’ 28 novembre sono stati fermati dalla polizia di Varsavia 149 connazionali. Un primo gruppo di sedici tifosi e’ stato fermato nella serata di mercoledi’ 27 novembre vicino alla stazione centrale. Sarebbero state rinvenute, secondo ricostruzioni polacche, armi improprie: mazze, coltelli e un’ascia. Nel pomeriggio di giovedi’ 28 novembre sono stati fermati altri centotrentatre’ tifosi di nazionalita’ italiana. Dopo i procedimenti con rito abbreviato, ventidue dei centoquarantanove connazionali sono stati trattenuti mentre tutti gli altri sono stati liberati, alcuni dopo il pagamento di un’ammenda. I connazionali trattenuti, accusati di adunata sediziosa e aggressione a pubblico ufficiale, sono stati processati per direttissima e condannati a pene non definitive di alcuni mesi o sottoposti ad indagini preliminari con due mesi di custodia cautelare. Tutti loro potranno presentare appello e richiedere scarcerazione su cauzione. Il nostro ambasciatore a Varsavia, Riccardo Guariglia, ha avuto ieri due incontri separati con i sottosegretari polacchi alla giustizia e agli interni per chiedere direttamente spiegazione su tali fatti. Il nostro ambasciatore ha inoltre riferito ai suoi interlocutori le testimonianze dei fermati, che nella maggior parte dei casi sarebbero stati trattati malissimo, con pochissimo cibo e poca acqua dalle autorita’ competenti. Ha infine fatto presente le critiche dei fermati per le testimonianze asseritamente “inventate”, rese da forze di polizia di fronte ai giudici in occasione dei riti abbreviati, sottolineando l’aspettativa italiana che le autorita’ polacche facciano tempestivamente luce su tutti questi aspetti, fornendoci quanto prima una relazione che chiarisca i contorni di questa grave vicenda” ha detto ancora Dassu’. “Per cio’ che concerne l’assistenza prestata ai connazionali, l’ambasciata italiana si e’ attivata non appena ha appreso del primo fermo di mercoledi’ 27 novembre, informando dei fatti la societa’ sportiva Lazio e mantenendosi in contatto con le locali autorita’ di polizia anche tramite l’esperto del Ministero dell’interno, vicequestore Mosconi, che e’ in servizio presso una nostra rappresentanza a Varsavia. Giovedi’ 28 novembre, l’ambasciata ha ottenuto che la polizia garantisse un servizio di scorta per i tifosi che defluivano dallo stadio per evitare ulteriori incidenti. L’ambasciata ha in seguito ottenuto che fosse posticipato l’orario di chiusura degli uffici contabili dei tribunali, cosi’ che i connazionali potessero pagare subito eventuali ammende, permettendo loro di ripartire immediatamente. Su nostra insistenza e’ stata allestita un’apposita cellula di crisi presso la questura di Varsavia”.

“Non c’e’ dubbio – ha aggiunto il viceministro- che il numero cosi’ vasto di connazionali fermati (149) spiega una parte di questi forti disagi e di questi gravissimi incidenti. In questo quadro, che e’ oggettivamente molto complesso per le numerosissime sollecitazioni che giungevano nello stesso tempo alla nostra rappresentanza, si e’ anche potuta determinare l’impressione di una presenza non uniforme delle autorita’ italiane. Il Ministro degli affari esteri, Emma Bonino, che ha seguito da subito personalmente la vicenda, ha avuto ieri un colloquio telefonico con il suo omologo, Sikorski, nel quale ha formalmente chiesto di adoperarsi affinche’ vengano messi in liberta’, anche dietro cauzione in attesa del processo, tutti gli italiani detenuti nel carcere di Varsavia. La signora Ministro ha inoltre chiesto al suo interlocutore di fare chiarezza sull’intera vicenda, fornendo una relazione governativa in merito a modalita’ e tempistica degli eventi che hanno portato a questa arresti su scala cosi’ vasta. Il Ministro Sikorski si e’ impegnato con il Ministro Bonino a monitorare il caso e ad aggiornarla telefonicamente sui prossimi sviluppi. In questo contesto, l’attenzione e l’azione del Governo mi sembrano evidenti – e sono qui per ribadirlo -, anche a fronte di una qualche lettura sportivamente impegnata nell’autodenigrazione nazionale. Noi siamo convinti che lo sport debba essere un’occasione di avvicinamento fra i popoli e non, invece, motivo di tensione o di scontri. In questo confidiamo di poter contare sul pieno sostegno di uno Stato membro dell’Unione europea a noi cosi’ vicino per molteplici ragioni”.

AGGIORNAMENTO ORE 16.23: Si muove anche la Nord. Stando alle indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, domani i supporter del settore più caldo del tifo laziale voleranno alla volta di VARSAVIA per aiutare le persone ancora in stato di fermo, pagando le multe grazie anche ai fondi che sono stati raccolti attraverso la colletta lanciata nei giorni precedenti.

AGGIORNAMENTO ORE 16.08: Come evidenzia l’Adnkronos, questo pomeriggio ha avuto vita una manifestazione di fronte al Parlamento europeo per chiedere alle istituzioni Ue di «prendere una posizione forte» sulla vicenda dei tifosi italiani fermati a Varsavia prima dell’incontro di calcio Legia-Lazio. Iniziativa promossa dal vicepresidente dell’Europarlamento, Roberta ANGELILLI, di Ncd/Ppe, al fine di «accertare le limitazioni ingiustificate delle libertà personali e le violazioni dei diritti fondamentali».

AGGIORNAMENTO ORE 14.37: Giorgia MELONI, capogruppo di Fdi in parlamento, poi approfondisce la questione ai microfoni di RadioSei: “Il fatto che questa mattina non ci fosse il Ministro degli Esteri in Parlamento quando un gruppo chiede un’informativa urgente non si manda un sottosegretario, è grave. Nei giorni precedenti c’è stato un assordante silenzio e io ho citato la scadenza di giovedì quando Letta sarà a Varsavia. Io mi aspetto che Letta giovedì chieda conto al governo polacco di cosa sia accaduto. Al momento sono nelle carceri polacche senza sapere di cosa sono accusati. Nel dibattito parlamentare diversi politici hanno fatto notare che non abbiamo particolari notizie dei fatti, di feriti, di distruzioni o di incidenti. Voglio dire 22 persone in carcere a fronte di quello che è accaduto in Italia quando i polacchi sono venuti a Roma con 0 persone in galeraL’Italietta spaghetti e mandolino si fa trattare come l’ultima ruota del carro. Non ne posso più, non è solo il caso specifico che è vergognoso, ma è il caso specifico inserito in sequela di figure terribili che l’Italia sta mietendo a livello internazionale. Il mondo ci ride dietro grazie a questi governi che erano quelli che tutti dicevano che ci avrebbero restituito la credibilità internazionale. Mi aspetto che un giorno qualcun rialzi la testa e faccia rispettare l’Italia. E dovrebbe dire per iniziare che queste 22 persone rimandatele in Italia se non avete le prove che abbiano fatto qualcosa di grave, stessa sorte per i Marò perché se i nostri militari sono inutili lo devono essere sempre. Questo per citare questi casi, ma ce ne sarebbero anche altri”. Forse in un altro momento storico qualche politico italiano sarebbe volato in Polonia per risolvere il problema e Giorgia Meloni invita il Governo e il Ministero degli Esteri a volare in Polonia per sbloccare la situazione: “Qualcuno deve partire. L’ideale sarebbe che partisse qualcuno del governo, ma siamo disponibili a partire anche noi. Ci dovrebbero essere le istituzioni dietro a queste persone. La presenza di Letta o di qualcuno del Ministero degli Esteri può fare la differenza. Tra due giorni c’è l’incontro bilaterale tra Italia e Polonia credo che sia l’occasione per riportare questa gente a casa e fare luce sull’accaduto. Sarebbe meglio rispetto al semplice parlamentare che va lì e può sicuramente rincuorare le persone, ma a livello istituzionale può poco”. Il parlamentare non esclude di volare lei stessa in Polonia per provare a rendersi utile: Io ci andrei volentieri,ma non so quanto potrebbe essere risolutiva  la presenza di un Parlamentare dell’opposizione. Rischierebbe di essere una passerella e il Mondo, che è strano, potrebbe rinfacciarmelo ma sono disponibile a fare tutto. Me ne sono occupata dal primo giorno e continuo a farlo. Bisogna parlare con il Presidente del Consiglio e mi riservo di farlo nelle prossime ore e vedere se riesce a sbloccare la situazione entro giovedì. Qualora giovedì non succede nulla vedremo se prendere l’aereo e andare a dare una mano”.

AGGIORNAMENTO ORE 13.44: «C‘è voluto un nostro intervento per mettere fine al silenzio assordante del governo, del sindaco di Roma e del ministro degli Esteri, che è intervenuto tre giorni dopo i fatti accaduti». È la critica rivolta al governo dalla capogruppo di Fdi, Giorgia Meloni, nel dibattito sulle comunicazioni del vice ministro degli Esteri, Marta Dassù, sul fermo dei 149 tifosi della Lazio a Varsavia, 22 dei quali ancora trattenuti in carcere. «Non ci è chiaro ancora oggi -ha aggiunto Meloni- cosa stia facendo il governo per chiedere conto di un trattamento inaccettabile e per tutelare i diritti dei cittadini ancora detenuti. Chiediamo di sapere quando verranno rilasciati i 22 tifosi ancora detenuti. Il presidente del Consiglio Letta che tra due giorni sarà a Varsavia per un vertice bilaterale, chieda al primo ministro polacco le ragioni del trattamento riservato ai cittadini italiani. Dietro questa vicenda si nasconde la totale mancanza di peso specifico dell’Italia in campo internazionale. Sembra che gli stati esteri facciano gara per impartirci le più gravi umiliazioni», ha aggiunto Meloni riferendosi al caso Battisti o all’«ignominia della vicenda dei nostri Marò». Allora, ha concluso la capogruppo di Fdi,«chiediamo al governo italiano di mostrare un qualche interesse per la sorte e per la difesa della dignità dei propri cittadini all’estero».

AGGIORNAMENTO ORE 13.25: «Chi ha sbagliato deve pagare, sia perché  crea un danno di immagine alla propria squadra e al proprio paese. Detto questo, per far pagare delle persone, ammesso e non concesso che debbano pagare, è inaccettabile che comunque vengano trattate in quel modo. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malago‘, in merito ai fermi per i tifosi laziali adottati dalle Forze dell’Ordine polacche a Varsavia in occasione della partita di Europa League, Legia-Lazio giocata giovedi’ scorso. “Molti non parlano, molti mettono la testa sotto la sabbia io invece sono sempre molto schietto e diretto – aggiunge a margine del protocollo d’intesa “Sport e carcere” firmato stamane al Salone d’Onore del Coni con il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri -. Vediamo e capiamo bene che responsabilità  ci sono, perché mi sembra che ci siano versioni molto discordanti ».

AGGIORNAMENTO ORE 12.30: «Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha avuto un colloquio con il suo omologo polacco nel quale ha formalmente chiesto di adoperarsi affinché siano liberati tutti gli italiani detenuti a Varsavia e ha chiesto di fare chiarezza sulla vicenda». Lo ha detto il vice ministro degli esteri Marta Dassù in un’informativa urgente alla Camera sui tifosi laziali fermati a Varsavia in occasione della partita di Europa League tra Lazio e Legia di giovedì scorso. «Ieri una delegazione della Farnesina ha incontrato un gruppo di tifosi laziali. Stando ai racconti dei tifosi raccolti dall’ambasciatore italiano a Varsavia i connazionali trattenuti in Polonia sono stati trattati malissimo, con pochissimo cibo e acqua da parte delle autorità competenti» .

MARTEDI’ 3 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 21.40:  Durante la sfida tra LAZIO e NAPOLI, ecco apparire uno striscione a favore dei tifosi della LAZIO in Polonia: “Libertà per gli ultras di Varsavia”

02.12 striscione curva nord liberta tifosi varsavia

AGGIORNAMENTO ORE 20.20:  SKY riporta che dei 22 tifosi rimasti, i 4 processati x direttissima rischiano 3/6 mesi di carcere, mentre sembra ammorbidirsi la situazione per gli altri 18. Le diplomazie stanno lavorando duramente x risolvere la situazione

AGGIORNAMENTO ORE 20.10:  “Nello spirito di solidarieta’, già rappresentato oggi dalla Ministro Bonino anche al Presidente della Lazio Claudio Lotito, nei confronti degli italiani in stato di arresto a Varsavia, “un funzionario del Ministero degli Esteri” -fa sapere la Farnesina- “ha incontrato stasera due rappresentanti della tifoseria laziale per spiegare le azioni che la Farnesina e la Ministro stanno mettendo in atto per ottenere la scarcerazione piu’ rapida possibile”. “Gli esponenti della “curva nord”, cosi’ come si sono presentati, hanno chiesto di proseguire nell’attivita’ di attenzione nei confronti dei nostri connazionali presso le autorita’ polacche e hanno ringraziato per la considerazione mostrata da parte del Ministero degli Esteri

AGGIORNAMENTO  ORE 17.30: Nel frattempo, secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, da Varsavia sembra sia chiara la posizione di 20 delle 22 persone in questione. Entro giovedì si dovrebbe conoscere la cifra da pagare per uscire e rientrare così in Italia, ma si parla di somme vicine ai 2000 euro a testa. Inoltre nella giornata di oggi sono stati a colloquio alla ‘Farnesina’ il ministro degli Esteri Emma Bonino e il presidente della Lazio Claudio Lotito.

AGGIORNAMENTO ORE 16.00: Arriva anche il comunicato della polizia polacca che rende noti tutti i numeri degli arresti e delle condanne La Polizia Capitale ha compiuto degli arresti in occasione dell’incontro di calcio Legia Varsavia-Lazio.: 153 persone di nazionalità italiana, 9 polacchi, due danesi, uno inglese, uno ceco e uno albanese. Delle 17 persone (16 italiani e un albanese) arrestate con l’accusa di disturbo della quiete pubblica nel centro della città, sette sono state multate per un importo di 3400 zl, mentre per gli altri dieci il caso è stato deferito alle modalità previste per il servizio e la quota destinata alla difesa. Altri 150 arrestati sono stati ritenuti responsabili, prima della partita, di turbamento dell’ordine pubblico (85 persone), aggressione alla polizia (36 persone), partecipazione a tafferugli (27 persone) e violazione dell’ordinamento che regola la sicurezza degli eventi di massa (2 persone). Sei persone sono state rilasciate dopo l’interrogatorio. Tre persone volontariamente si sono sottomesse alla pena (2 anni di reclusione come previsto dall’art. 223 del codice penale, riduzione della pena prevista di 5 anni, una multa di duemila Zł e divieto di ingresso a manifestazioni sportive). 11 persone multate per un importo di 400 zł. Sei persone sono state condannate alla squalifica per due anni di partecipazione a manifestazioni sportive e sono stati sanzionati con una multa di 600 zł. Quattro detenuti sono stati squalificati per due anni e multati per un importo di 500 zl. Un detenuto è stato punito con il divieto per due anni di ingresso a manifestazioni sportive e con il pagamento di 2000 zł. 119 persone sono state processate presso i tribunali distrettuali per i reati a loro imputati. In 15 persone sono state arrestate temporaneamente (14 persone per un periodo di due mesi, e 1 persona per un periodo di 2 mesi in conformità con la decisione del governatore di espulsione dal territorio della Repubblica di Polonia). Otto persone sono state condannate alla reclusione per aver partecipato a tafferugli (utilizzando una misura preventiva in forma di detenzione preventiva fino a sentenza definitiva: 7 persone condannate a  3 mesi di reclusione, e 1 persona condannata a 6 mesi). Tre detenuti sono stati condannati a pena detentiva sospesa (2 persone condannate alla pena di sei mesi, sospesa per due anni, 1 alla pena di tre mesi, sospesa per due anni). Una persona è stata multata per 1.800 zł e condannata al divieto di 2 anni per l’accesso a eventi pubblici in relazione alla violazione della legge che regola la sicurezza degli eventi di massa. Inoltre, in relazione a reati commessi, sono state multate 19 persone (16-600 zł, 2-720 zł, 1-800 zł). A cinque persone è stato vietato l’ingresso a manifestazioni sportive e sono state multate (3-600 bene zł e squalifica di due anni, 1-1000 zł e divieto di 2 anni, 1-1500 zł e divieto di 2 anni). Nel caso di cinque persone, è stata rinviata la data del processo, a 25 persone la causa è stata rinviata per l’esame in modalità normale, e 14 sono stati prosciolti“.

 AGGIORNAMENTO ORE 14.45:  Non ha ancora fine l’incubo polacco che sta coinvolgendo in questo momento 22 tifosi biancocelesti tuttora bloccati a Varsavia in attesa di udienza. Anche il presidente del Coni Giovanni Malagò ha espresso le sue perplessità a riguardo a margine della Celebrazione del Premio Ussi-Coni al Salone d’Onore. “I fatti di Varsavia? Il tutto e’ estremamente spiacevole e anche sgradevole. Sto anche aspettando un rapporto completo, perche’ mi sembra che qui addirittura ci sia il Ministero degli Esteri coinvolto e, a prescindere dal comportamento di qualche singolo, c’e’ stato un atteggiamento delle Forze dell’Ordine che sicuramente ha mancato di rispetto alle norme piu’ basilari”. “Non mi sento di sbilanciarmi – si legge in un’agenzia ‘Italpress’- ma appena saremo a conoscenza di tutto, un secondo dopo sara’ giusto esprimere la propria opinione al riguardo”.

AGGIORNAMENTO ORE 14.30: ”La vicenda presenta ancora diverse ombre, su cui è doveroso fare piena luce al fine di accertare che non siano stati lesi i diritti fondamentali dei nostri connazionali’‘. Sono le parole, riportate dall’Ansa, del vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli in un’interrogazione presentata alla Commissione e al Consiglio Ue in merito al comportamento dalle autorità polacche nell’ambito degli scontri e degli arresti dei tifosi della Lazio verificatisi giovedì a Varsavia prima del match di Europa League tra i biancocelesti e i padroni di casa del Legia.

AGGIORNAMENTO ORE 12.30: I 22 tifosi biancocelesti ancora bloccati a Varsavia saranno in udienza quest’oggi per il riconoscimento nei video ed eventuale rilascio su cauzione con pene che vanno dai due ai sei mesi di reclusione , secondo quanto riporta il ‘Corriere della Sera’. Nel frattempo nella Capitale, riporta invece il ‘Tempo’, i supporters laziali vogliono far sentire la loro vicinanza verso i loro fratelli e prima della partita di stasera con il Napoli sarà organizzato un sit-in di protesta nei pressi dello Stadio Olimpico.

LUNEDI’ 2 DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 22.00:   Come riporta il sito di Sky Tv , non è ancora chiaro se le autorità polacche accetteranno il provvedimento di libertà provvisoria per i 22 tifosi della LAZIO ancora a Varsavia

 AGGIORNAMENTO ORE 18.45:  Arrivano anche le parole dell’ambasciatore italiano in Polonia Riccardo Guariglia: “Sono appena uscito dal carcere dove sono detenuti la maggior parte dei nostri connazionali, per cui ne ho potuto incontrare un certo numero ed ho potuto verificare personalmente il loro stato di salute fisica e psicologica. Li ho incontrati singolarmente, in quanto non è possibile parlare con loro tutti insieme, hanno un buon morale e sperano di poter uscire quanto prima, ovviamente non è gradevole essere reclusi in un carcere. Hanno nominato tutti un avvocato di fiducia, il quale può presentare ricorso nei prossimi giorni, essendo stati tutti quanti rinviati a giudizio. Il ricorso potrebbe portare ad un rilascio sotto cauzione, che è ciò che tutti noi speriamo. I ragazzi in carcere sono 22, tutti gli altri sono ripartiti o stanno ripartendo, abbiamo anche aiutato i familiari che erano arrivati a Varsavia per trovare i loro congiunti. E’ una situazione che non avremmo voluto vedere, parlando soprattutto di sport. L’avvocato presenterà ricorso per farlo deve richiedere la documentazione al tribunale e ha tre giorni di tempo per farlo,quindi lunedi o martedi, poi ci sono 7 giorni per presentare il ricorso. Se la questione va alla lunga ci vogliono 10 giorni, se invece gli avvocati sono più rapidi ci vorrà meno”.

AGGIORNAMENTO ORE 17.30:Vanno fatti gli opportuni approfondimenti sulle modalità che hanno portato al fermo dei tifosi della Lazio e alla decisione delle Autorità giudiziarie polacche di trattenere e rinviare a giudizio 22 persone”. Lo afferma -riporta l’ANSA – il ministro degli Esteri Emma Bonino sulle conseguenze degli scontri di giovedì scorso a Varsavia. Bonino sottolinea poi gli sforzi dell’ambasciata italiana che, tra l’altro, ha ottenuto la celebrazione di tutti i procedimenti con rito abbreviato nella giornata festiva di ieri.

AGGIORNAMENTI ORE 16.52: In esclusiva ai microfoni di Radiosei è intervenuto Andrea Luca Lepore, Primo Consigliere dell’Ambasciata italiana in Polonia: Non lasceremo mai questi ragazzi da soli. La situazione è molto complessa. Quello che posso dire con sicurezza è che ci sono tre condanne a due anni con la condizionale, i tre sono già stati rilasciati sotto cauzione e sono tornati in Italia: si è trattato di un processo per direttissima, in cui hanno patteggiato. Se non commetteranno altri reati in Polonia, non saranno incarcerati. Poi ci sono quattro casi di condanne per direttissima da 3 a 6 mesi, con convalida d’arresto. Adesso sono seguiti da un avvocato, domani faranno domanda d’appello affinché il giudice eventualmente li rilasci sotto cauzione. Tutte le altre sono invece convalide dal fermo all’arresto, per le quali faremo domanda di riesame affinché possano essere liberati al più presto. In totale sono 22 le persone ancora in Polonia, tutti gli altri sono rientrati in Italia. Cosa è accaduto? In quella che è stata definita eufemisticamente un’azione preventiva sono state fermate, l’85% di persone che non c’entravamo assolutamente nulla. Il nostro obiettivo ora è quello di assicurarci che i ragazzi siano nelle migliori condizioni possibili, di rimanere in contatto con le famiglie e di farli uscire dal carcere il prima possibile. Dopodiché verificheremo se queste condanne devono essere scontate in carcere, possano tramutarsi in una pesante ammenda o riassorbite dalla condizionale, dato che stiamo parlando di ragazzi incensurati. Tutte le famiglie sono state messe in contatto con un legale (avvocato Roberto Privitera, ndr) che domani vedrà i ragazzi e consegnerà loro effetti personali. Credo che entro un paio di giorni dovremmo avere le idee più chiare. Oggi abbiamo condiviso il nostro tempo con i famigliari dei ragazzi, cerchiamo di fare tutto il possibile. Stiamo preparando un dossier al riguardo, invito tutti coloro che abbiano elementi ad avanzare la propria denuncia scritta.

AGGIORNAMENTO ORE 16.00: I tifosi biancocelesti fanno sentire la propria voce attraverso un lungo striscione sistemato all’ingresso dello Stadio: “ULTRAS LAZIO LIBERI”

ultras lazio liberi

AGGIORNAMENTO ORE 11.00: Sulla situazione senza precedenti e certi versi assurda è intervenuto anche l’onorevole Maietta, esponente del partito Fratelli d’Italia che fa luce sul contenuto dell‘interrogazione parlamentare presentata al ministro Bonino e leggiamo sul ‘Tempo’. “Vogliamo capire il trattamento riservato ai sostenitori della Lazio, ci aspettiamo venga fatta chiarezza sulle responsabilità della polizia polacca. Se l’intervento di repressione è stato dettato da un atteggiamento preventivo è giusto che il Governo si faccia sentire. Siamo stati gli unici a sollevare la questione, ci sono cittadini italiani vittime di presunti maltrattamenti e se fossi il sindaco della città sarei stato il primo ad alzare la voce”. Dello stesso avviso anche l’onorevole Giorgia Meloni. “È inaccettabile il silenzio delle Istituzioni nazionali e locali. Evidentemente per l’Esecutivo l’arresto in una Nazione straniera di quasi 200 persone, tra cui donne, bambini e persino disabili, non è tema sul quale intervenire con la massima tempestività”.

AGGIORNAMENTO ORE 8.00: Dalla Polonia arrivano voci precise riguardo la situazione e le condanne inflitte ai tifosi laziali bloccati a Varsavia dopo gli scontri che hanno preceduto la partita di Europa League tra Lazio e Legia. Sarebbero 22 le persone a cui sono stati confermati i fermi e sono in attesa di giudizio. Per gli altri 117 già rilasciati le pene variano da due mesi fino addirittura a due anni con la condizionale, mentre ci sono anche daspo con il divieto di entrare allo stadio per 2-3 anni. Per quanto riguarda le sanzioni pecuniarie si va dai 50 ai 1700 euro di ammenda. In questi momenti, riporta il ‘Corriere dello Sport’, i legali dei tifosi ancora in stato di fermo stanno cercando di capire se nell’ordinamento polacco ci sia un Tribunale del riesame per contestare la decisione ed essere rilasciati prima possibile.

DOMENICA 1° DICEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 21.05: Come evidenzia ilmessaggero.it, la Lazio rischia una pesante multa dalla Uefa, forse anche solo il divieto di vendita di biglietti per la prossima trasferta d”Europa League. Nel frattempo i tifosi hanno organizzato una fiaccolata sotto l’ambasciata polacca a Roma nella giornata odierna.

AGGIORNAMENTO ORE 20.00: Almeno dieci i tifosi biancocelesti sono stati condannati dai giudici polacchi con pene che vanno dai 2 ai 6 mesi di carcere a seguito dei disordini registrati poche ore prima del match di Europa League di giovedi’ scorso tra Legia Varsavia e Lazio. Questo è quanto riferisce l’ASCA, che sottolinea poi come questo numero sia destinato ad aumentare. Le accuse variano dall’aggressione a pubblico ufficiale, all’uso di passamontagna, che in Polonia è considerato reato. Motivo delle condanne sarebbe stata la testimonianza di un agente di polizia durante i processi che ancora oggi si stanno tenendo a Varsavia. Un tifoso, parlando in condizioni di anonimato, ha denunciato una ‘‘totale assenza dell’ambasciata d’Italia. Non ci stanno dando alcun supporto e fino ad oggi non abbiamo incontrato alcun rappresentante diplomatico, siamo completamente soli”.

AGGIORNAMENTO ORE 19.55: Nella giornata di oggi, però, come evidenziato dall’ANSA, sono stati processati e rilasciati, dopo aver pagato un’ammenda, 96 tifosi. I fermati in queste ore aspettano di essere processati per direttissima ed i processi potrebbero concludersi entro stasera.

AGGIORNAMENTO ORE 19.20: “Senza voler entrare nel merito di una vicenda che presenta, allo stato attuale, ancora dei punti poco chiari, auspichiamo che il caso che vede coinvolto il gruppo di tifosi della S.S Lazio in trasferta a Varsavia, al momento in stato di fermo, si risolva nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile“. Lo comunica, in una nota, Luca PANCALLI, assessore alla Qualità della Vita e Sport di Roma Capitale. “Il mio assessorato – prosegue Pancalli – è costantemente in contatto con l’unità di crisi allestita dalla Farnesina e con il Prefetto. Il Campidoglio continuerà a monitorare nelle prossime ore la situazione, a conferma della piena disponibilità di questa Istituzione a compiere tutte le azioni necessarie, nell’ambito delle nostre competenze e senza voler prevaricare le autorità nazionali e internazionali competenti, a garantire una rapida soluzione della vicenda”.

AGGIORNAMENTO ORE 18.45: Sulla questione interviene anche Emma BONINO, Ministro degli Esteri: “Una sessantina di tifosi laziali sono ancora sotto fermo e sono in queste ore sotto processo per direttissima da parte delle autorità giudiziarie polacche – le sue parole riportate da repubblica.it -. Non si può escludere che qualcuno di essi possa essere soggetto a misure restrittive della libertà personale per aver commesso reati di diversa gravità. Ho incaricato il nostro Ambasciatore in Polonia di adoperarsi presso le autorità polacche affinché coloro che non hanno precise responsabilità penali vengano immediatamente rilasciati. L’Ambasciatore e altri funzionari si trovano in diversi commissariati per seguire da vicino lo sviluppo dei procedimenti giudiziari”. 

AGGIORNAMENTO ORE 18.30: Attraverso una nota ufficiale, il sindaco di Roma Ignazio MARINO ha fatto sapere di aver preso i primi passi per i tifosi della LAZIO trattenuti ancora in Polonia: “Ho contattato telefonicamente il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, per conoscere la situazione dei 107 cittadini romani trattenuti a Varsavia. Il Ministro mi ha confermato che è attiva l’unità di crisi alla Farnesina. Proseguono, intanto, in maniera costante i contatti tra l’ambasciata italiana e le autorità polacche. Il Ministero degli esteri – che desidero ringraziare – mi ha fornito notizie confortanti sulle condizioni dei tifosi della Lazio e mi ha rassicurato sul fatto di aver attivato tutte e procedure necessarie per favorire il loro rientro a Roma nelle prossime ore”.

AGGIORNAMENTO ORE 17.25: Intervenuto sulle frequenze di RadioSei, Stefano, tifoso biancoceleste rientrato in Italia dopo la trasferta a Varsavia, ha parlato della sua esperienza nella capitale polacca: “La sera di mercoledì ho visto dalla finestra della mia stanza che la situazione non era proprio tranquilla. Già all’entrata dell’albergo ero stato avvertito da qualcuno dicendomi di non uscire. Dopo una mezz’ora, con il mio amico ci siamo fatti coraggio provando ad andare in un locale. Per strada una macchina di tifosi ci ha avvicinato, offendendoci con gestacci e parole. Siamo tornati all’hotel e dopo c’è stato qualche scontro. Il giovedì, il giorno della partita, mi sono riunito con altre persone non partecipando al corte che partiva dall’HardRock diretto verso lo stadio. Qualche minuto più tardi ci arrivavano notizie poco confortanti da nostri amici che erano lì. Dopo Atene pensavo di aver visto tutto, ma mi sbagliavo: eravamo controllati, ci stavano aspettando. E’ la prima volta che vedo una cosa del genere: i poliziotti erano addirittura con il lanciafiamme, con caschi di protezione e maschere stile Batman. Posso capire che devono sconfiggere il tifo polacco che è molto violento, ma noi non stavamo facendo nulla. La situazione era critica: tante persone non capivano la lingua non conoscendo nemmeno una parola d’inglese. Se fosse un agguato? Questo non saprei, posso solo dire che la polizia è partita con il piede impostato: appena si muoveva qualcosa era pronta ad assalire. Nel punto d’incontro c’erano persone tranquillissime, donne, bambini, ragazze. Tutti presi e portati in caserma”.

AGGIORNAMENTO ORE 15.40: Attraverso i microfoni di Lazio Style Radio 100.7, il responsabile della Comunicazione biancoceleste Stefano DE MARTINO ha voluto precisare: “Un inciso importante da dare: stiamo seguendo l’intera vicenda e volevo sottolineare che non c’è nessun rappresentante legale indicato dalla Lazio con il quale le famiglie possono mettersi in contatto. Lo dico perché nelle ultime ore mi è stato segnalata questa cosa ma voglio ribadire che la Lazio non ha mai indicato un legale che possa trattare per proprio conto con le famiglie. L‘unico organo con il quale trattare è l’ambasciata della quale ieri abbiamo fornito i contatti attraverso un comunicato ufficiale. Come spesso accade in queste situazioni ci verificano casi di sciacallaggio“.

AGGIORNAMENTO ORE 14.50: Attraverso un comunicato stampa, il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia Giorgia MELONI esprime solidarietà per i tifosi laziali e condanna il silenzio mantenuto fin qui dal governo italiano: “È inaccettabile il silenzio delle Istituzioni nazionali e locali su quanto accaduto a Varsavia a 149 tifosi italiani, molti dei quali sono stati fermati dalla polizia polacca prima della gara tra il Legia e la SS Lazio senza aver commesso alcun reato, così come confermato dalla stessa Ambasciata italiana in Polonia. Evidentemente per l’Esecutivo l’arresto in una Nazione straniera di quasi 200 persone, tra cui donne, bambini e persino disabili, non è tema sul quale intervenire con la massima tempestività. Fratelli d’Italia presenterà un’interrogazione urgente perché crediamo che questa vicenda debba essere seguita direttamente dal presidente del Consiglio Letta e dal ministro degli Esteri Bonino, che finora non si sono nemmeno degnati di fornire una versione ufficiale su quello che sta davvero succedendo in Polonia. Non è possibile far passare il messaggio secondo il quale gli italiani possono subire all’estero qualsiasi tipo di oltraggio e vessazione senza che le autorità nazionali facciano nulla per intervenire a loro tutela. E mi domando infine come il sindaco di Roma Ignazio Marino possa mostrare così tanto disinteresse rispetto all’arresto di tanti cittadini romani: in 3 giorni il primo cittadino della Capitale non ha proferito nemmeno una parola su questa grave situazione”.

AGGIORNAMENTO ORE 12.15: Sono ancora 107 i tifosi della LAZIO in stato di fermo dopo la ‘retata’ della polizia polacca nel centro della capitale prima della partita di Europa League tra Legia Varsavia e Lazio. “Questa è la situazione aggiornata questa notte – come spiegato all’Ansa dall’Ambasciatore d’Italia a Varsavia, Riccardo Guariglia – oggi sono cominciati tutti i processi con rito abbreviato e come comunicato dalle autorità polacche dovrebbero essere tutti liberati in giornata anche perché stanno per scadere le 48 ore relative allo stato di fermo”.

SABATO 30 NOVEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 18.50:  Il mio assessorato è costantemente in contatto con l’unità di crisi allestita dalla Farnesina e con il Prefetto sulla vicenda che vede coinvolto il gruppo di tifosi della S.S Lazio in trasferta a Varsavia, al momento in stato di fermo. Ci auguriamo che le procedure di accertamento dei fatti siano quanto più rapide possibile. Il Campidoglio continuerà a monitorare nelle prossime ore la situazione con l’auspicio che in breve si possa arrivare ad una soluzione”. Lo comunica, in una nota, Luca PANCALLI, assessore alla Qualità della Vita e sport di Roma Capitale.

AGGIORNAMENTO ORE 17.45: Anche la SS LAZIO, sul proprio sito ufficiale, ha pubblicato una nota informativa relativa a tutti i tifosi che sono stati arrestati nella giornata di ieri e che si ritrovano ancora oggi in stato di fermo. Ecco quanto si può leggere sulla pagina biancoceleste:

NOTA INFORMATIVA
Con riferimento ai fatti di Varsavia la SS Lazio comunica alcune informazioni al fine di evitare il susseguirsi di notizie infondate e la conseguente divulgazione attraverso i canali mediatici. Evidenziamo che la dirigenza è in costante contatto con l’Ambasciatore Sua Eccellenza Dott. Riccardo Guariglia al quale rivolgiamo un sentito ringraziamento per la disponibilità e l’impegno profuso.
Prima di tutto è bene sottolineare che le uniche fonti ufficiali sono i siti web della SS Lazio e dell’Ambasciata Italiana a Varsavia. Abbiamo da poco ricevuto informazioni certe sulle condizioni dei tifosi attualmente sotto custodia delle autorità polacche. Tutti i trattenuti hanno ricevuto cibo e sono reclusi nei vari commissariati cittadini. A tutti loro è stato garantito il diritto di difesa in lingua italiana e pertanto le deposizioni sono effettuate in lingua madre con ausilio di traduttori.
Non abbiamo ancora certezza sui numeri definitivi, ma sappiamo che 21 tifosi sono stati rilasciati nelle prime ore del pomeriggio odierno.
Un numero minore di tifosi, sui quali pendeva l’aggravante di reati penali, è già stato liberato dietro patteggiamento e pagamento di una sanzione amministrativa.
Tutti gli altri tifosi ancora reclusi e sui quali pendono capi d’accusa di minore entità saranno giudicati tra oggi e domani con rito accelerato.
Si informano i familiari e i conoscenti dei reclusi che, secondo la legge vigente nello stato polacco, potranno essere adottate sanzioni amministrative nei confronti degli incolpati il cui pagamento costituirà l’unica via di rilascio.
Si informa inoltre che è stata istituita presso l’Ambasciata d’Italia una “unità di crisi” a seguito del fermo, intervenuto il 28 novembre ad opera delle Forze di Polizia polacche, di 149 tifosi italiani giunti a Varsavia per assistere alla partita Legia Warszawa – Lazio.
A tal proposito si segnalano i seguenti recapiti telefonici a cui rivolgersi per le informazioni sul caso; il personale dell’Ambasciata è a disposizione anche per facilitare l’eventuale pagamento di sanzioni amministrative:

Sabato: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00

Domenica: dalle 09.00 alle 12.00

Telefoni: 0048 22 8263471/2/3/4 e poi digitare direttamente gli interni 306/307/309 appena parte il nastro registrato. Oppure, 0048 605322772 e 0048 601316529.

AGGIORNAMENTO ORE 17.40 – Attraverso il proprio sito ufficiale , l’ambasciata italiana di Varsavia ha diramato un’importante comunicato relativo ai tifosi della LAZIO fermati dalla polizia polacca prima della gara di ieri contro il LEGIA:

FERMO TIFOSI ITALIANI A VARSAVIA
29/11/2013

– Si informa che è stata istituita presso l’Ambasciata d’Italia una “unità di crisi” a seguito del fermo, intervenuto il 28 novembre ad opera delle Forze di Polizia polacche, di 149 tifosi italiani giunti a Varsavia per assistere alla partita Legia Warszawa – Lazio.

Al fine di fornire assistenza ai fermati ed ai relativi famigliari, l’Ufficio Consolare di questa Ambasciata rimarrà eccezionalmente aperto nel fine settimana con i seguenti orari:

–         Sabato: 9.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00

–         Domenica: 09.00 – 12.00

Per ottenere informazioni, si prega di contattare i seguenti numeri telefonici dedicati:

– 0048 22 8263471/2/3/4 e poi digitare direttamente gli interni 306/307/309 appena parte il nastro registrato.

– 0048 605322772

– 0048 601316529

AGGIORNAMENTO ORE 17.00 – I ragazzi della Curva Nord stanno organizzando una raccolta dei soldi per permettere ai tifosi laziali fermati a Varsavia di poter rientrare in Italia. Come fa sapere RadioSei, già da questa sera sarà possibile lasciare la propria offerta libera presso il ristorante “Da Gasperino er…”, in Via Nocera Umbra 200 (zona Appio Tuscolano, metro Furio Camillo).

AGGIORNAMENTO ORE 16.30 – “Questa mattina sono cominciate le udienzesia sui casi di imputazione più pesanti (sarebbero tre i capi di accusa più pesanti, ndr) che più leggeri. Sono stati già effettuati dei rilasci, la magistratura ha sotto esame casi diversi, tra chi si era reso protagonista di episodi più gravi e chi invece, come hanno detto le forze dell’ordine, è stato trattenuto e fermato a titolo preventivo’. Sono le parole di Andrea Luca Lepore, primo consigliere dell’ambasciata italiana a Varsavia, rilasciate a ‘Radiosei’. Lepore poi prosegue. “Noi abbiamo un nostro funzionario permanentemente presso la Questura di Varsavia per monitorare la situazione“. Il consigliere risponde a tutte le famiglie che chiedono aggiornamenti sulla situazione. “Vorrei mandare un messaggio di serenità alle famiglie. I ragazzi sono trattati bene, alcuni sono spaventati e disorientati, ma vengono nutriti e c’è assistenza medica per chi ne avesse bisogno. Non bisogna preoccuparsi ma avere giusto un po’ di pazienza. Nel caso bisogna essere pronti a inviare del denaro per il pagamento eventuale di una multa: molti saranno rilasciati ma dovranno pagare una sanzione, per poter poi riottenere i documenti e tornare in Italia. Entro domenica o lunedì la cosa dovrebbe risolversi, l’Ambasciata ha disposto un turno di emergenza per sabato e domenica per seguire tutto. Consiglio di visitare il sito dell’ambasciata, www.ambvarsavia.esteri.itE’ una situazione molto strana, ma deve essere considerata nell’ottica inquadrata dalla polizia polacca. Hanno parlato di un’azione preventiva, ma piuttosto “decisa” e non aggiungo alro: il fermo di così tante persone non è una cosa da poco. Bisogna tenere in conto che nulla sarebbe successo se non ci fossero state scintille. L’evoluzione comunque è molto positiva rispetto a stamane, alcuni casi possono rivelarsi difficili da trattare, ma il resto dovrebbe risolversi senza particolari drammi. Il condizionale è comunque d’obbligo in questi casi. Il messaggio deve essere quello di mantenere la serenità, la Polonia è un paese civile”.

AGGIORNAMENTO ORE 14.10 – Coltelli, un’ascia e un casco. Sono alcuni degli oggetti trovati in possesso dei tifosi della LAZIO che la polizia polacca ha mostrato oggi ai giornalisti (CLICCA QUI PER IL VIDEO)

AGGIORNAMENTO ORE 13.35 – Arrivano altre voci e notizie sulla vicenda scontri e arresti avvenuti nella giornata di ieri a Varsavia. Stavolta a parlare è l’ambasciatore italiano nella città polacca Riccardo Guariglia. Queste le parole riportate da ‘Repubblica.it’. “I polacchi ci hanno detto che cercheranno di celebrare tutti i processi per i reati più gravi tra oggi e domani. Per i più semplici, invece, non si passerà per il procuratore, ma ci sarà un rito abbreviato, come previsto dall’ordinamento polacco, e questo dovrebbe riguardare circa un’ottantina delle persone fermate. Le accuse sono di danneggiamento di mezzi e danni alle cose, volto coperto dal passamontagna (vietato in Polonia, ndr), aggressione alle forze di polizia. Speriamo che una gran parte delle persone vengano rilasciate, e per molte sarà probabilmente così, le autorità locali stanno raccogliendo le prove”.

AGGIORNAMENTO ORE 11.45 –  “Sarebbero 149 le persone arrestate prima della partita di ieri tra Legia Varsavia – Lazio, in seguito all’aggressione da parte dei tifosi italiani contro gli agenti con pietre , pali e cassonetti . I detenuti sono stati portati immediatamente alle diverse centrali di polizia. Oggi saranno redatti gli atti processuali. Come emerge dagli accertamenti, appena dopo le 16.00, un gruppo di tifosi della Lazio, venuti nella capitale per sostenere la propria squadra, è uscito da uno dei locali nel centro della città. Oltre un centinaio di persone sono scese in strada per dirigersi  verso lo stadio . In quel momento i teppisti hanno attaccato gli uomini della polizia, bersagliando ufficiali e auto con pietre, pali e cassonetti . Per rendere più difficile l’identificazione, alcuni hanno indossato un passamontagna . A quel punto gli agenti sono entrati in azione, arrestando un totale di 149 persone ( la maggior parte italiani). Molti di loro erano ubriachi e avevano con loro oggetti pericolosi, tra cui coltelli e tirapugni. I detenuti sono stati portati immediatamente alle unità di polizia. I capi di imputazione sono aggressione a pubblico ufficiale, resistenza e disturbo dell’ordine pubblico. La natura ultima delle accuse, però, sarà confermata dopo le odierne attività processuali. Durante gli incidenti nessuno è rimasto ferito. Distrutta solo un’auto della polizia”. Questo è quanto si legge sul sito della polizia polacca.

AGGIORNAMENTO ORE 11.40: Ci sono altre dichiarazioni del ds Tare che assicura a Sky tg 24: “Ieri mattina abbiamo ricevuto un gruppo di nostri tifosi che era preoccupato per la propria sicurezza e, tramite noi e l’ambasciata italiana, cercava di garantirsela. Abbiamo avuto un contatto con la polizia polacca per far scortare i nostri tifosi allo stadio, ci hanno garantito questo sostegno dando come punto di ritrovo un noto locale di Varsavia, pero’ all’arrivo degli agenti i tifosi non sono stati scortati allo stadio, ma portati nei vari commissariati. Noi ringraziamo l’ambasciata italiana che ha cercato in tutti i modi di aiutare questa gente che non ha fatto nulla. Erano a Varsavia solo per vedere una partita di calcio, qualcosa è successa ma non c’è stata nessuna violenza né nulla di particolareAnche dopo la partita i nostri tifosi hanno chiesto di essere scortati dalla polizia fuori dallo stadio, non sono stati accontentati e noi abbiamo organizzato un servizio di 50-60 taxi per loro. Da quel che sappiamo la maggior parte dei nostri tifosi rientrerà questa mattina”.

AGGIORNAMENTO ORE 00.00: Come sottolinea repubblica.it, sono 180 i fermi totali (oltre i 17 di stamattina): 60 sono stati liberati, 120 saranno processati per direttissima domani mattina. La motivazione della polizia è che durante gli scontri avevano il passamontagna, è la legge polacca non transige su questo.

VENERDI’ 29 NOVEMBRE 2013

AGGIORNAMENTO ORE 22.20: Come fa sapere Sky Sport 24,  restanti tifosi biancocelesti, ancora in stato di fermo, verrano rilasciati tra stasera e domani. Come sottolinea l’emittente satellitare, il bilancio è pesante: gli incidenti più gravi sono avvenuti prima della partita con i tifosi capitolini, circa 750, che si erano dati appuntamento al centro città per essere scortati allo stadio. La polizia locale riferisce di un gruppo di 150/200 persone che si sarebbe staccato e lanciato bottiglie contro gli stessi agenti della forza armata. La versione della LAZIO invece è diversa, come abbiamo visto nel prepartita: i fermi erano preventivi. Per quanto riguarda i tifosi presenti alla Pepsi Arena, circa 150, stanno per lasciare lo stadio e saranno scortati dalle forze dell’ordine nei rispettivi alberghi. Il bilancio rimane comunque grave, visti anche le perquisizioni della scorsa notte. La Lazio rischia quindi una nuova squalifica.

AGGIORNAMENTO ORE 22.00: Stando alle ultime indiscrezioni provenienti da Varsavia, i fermati prima del match sarebbero circa 130 e sono sparsi tra tutti i commissariati della capitale polacca. E’ stata aperta un’unità di crisi presso l’ambasciata italiana con lo stesso ambasciatore che sta contattando commissariato per commissariato cercando di far rilasciare i sostenitori detenuti. L’accusa per questi ultimi è fermo preventivo e circa 60 tifosi sono stati rilasciati tra il primo e il secondo tempo. Per gli altri si sta cercando di farli rilasciare senza provvedimenti penali, la problematica principale è riuscire ad individuarli tutti quanti.

AGGIORNAMENTO ORE 18.45: A fare luce sul giallo riguardante gli arresti dei tifosi biancocelesti in trasferta a Varsavia è intervenuto anche il ds Igli Tare, ai microfoni di Sky Sport: “Da quanto sappiamo, una settantina di tifosi laziali hanno richiesto alla polizia polacca di essere scortati in un caffé di Varsavia e poi allo stadio. Dopodiché la polizia li ha fermati senza alcun motivo e stanno verificando i documenti: questo è quanto ci è stato detto. Io posso garantire che i settanta tifosi fermati non sono stati violenti perché hanno fatto richiesta tramite la società, di essere scortati allo stadio, per questo speriamo che il tutto si chiarisca e vengano rilasciati.”

AGGIORNAMENTO ORE 18.20: Nuove tensioni a Varsavia.  La polizia polacca ha arrestato altri 120 supporters della Lazio dopo gli scontri avvenuti in centro con le forze dell’ordine. Gli ultras avrebbero aggredito gli agenti con pietre e bottiglie e sarebbero stati già condotti nelle varie stazioni di polizia per essere interrogati. Gli arresti di oggi si sommano a quelli della scorsa notte quando altri 17 tifosi biancocelesti sono finiti in manette in un albergo in centro a seguito di una rissa. La Lazio è in campo stasera a Varsavia contro il Legia per la quinta e penultima giornata di Europa League.

AGGIORNAMENTO ORE 15.17: Come riporta l’ANSA sono diciassette gli italiani arrestati a Varsavia, nella notte che precede Legia-Lazio di Europa League: ne danno notizia i media polacchi, parlando dell’intervento della polizia in un albergo per sedare un accenno di rissa.

AGGIORNAMENTO ORE 13.15: Sorgono altri dettagli per quanto riguarda gli scontri di questa notte: i tifosi della Lazio arrestati potrebbero non essere detenuti e poi rilasciati su cauzione, ma essere imbarcati per fare immediatamente ritorno in Italia.

AGGIORNAMENTO ORE 12.15: Secondo le ultime indiscrezioni sono circa una decina di tifosi biancocelesti arrestati, che sconteranno due giorni di detenzione con rilascio su cauzione.

NOTIZIE SS LAZIO- Questa notte a Varsavia ci sono state diverse perquisizioni da parte della polizia polacca nei confronti dei tifosi della Lazio in seguito a scontri tra le due tifoserie nei pressi del Palazzo della Cultura. Molto probabilmente ci sono stati anche dei fermi per detenzione di oggetti contundenti e alcuni tifosi sarebbero stati arrestati. Questi supporters dovrebbero scontare tre giorni di detenzione con probabile uscita su cauzione.

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