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LOTITO: “I giocatori non ne possono più: non vogliono restare alla LAZIO a causa di questo clima” (VIDEO e FOTO)
Il patron biancoceleste aggiunge: “Qualcuno mi ha detto ‘qui non mi diverto più, sta diventando un problema’. Stadio? Quando lo faranno gli altri lo farò pure io. Dietro la Roma? Mica c’è una corsa a chi fa prima”…
NOTZIIE SS LAZIO – «Non è che i giocatori non vogliono venire alla Lazio, è che non vogliono restare a causa di questo clima». Sono alcune delle parole del presidente della Lazio Claudio Lotito intercettato dai cronisti, tra cui quello di Lazionews.eu, all’ingresso della Lumsa dove partecipa al convegno “Etica, sport, deontologia. Profili mediatici, economici e formativi” presso la nota ‘Università di Roma. Organizzato dal Dipartimento di Scienze umane e dal Master in Giornalismo dell’Università. Il patron biancoceleste è stato anche contestato da un tifoso che si è presentato all’ingresso dell’università con il cartello “Libera la Lazio”. All’uscita si è poi fermato a parlare anche del discorso legato allo stadio di proprietà: “Quando lo faranno gli altri lo farò pure io. Passo indietro rispetto alla stadio Roma? Perché ci sta la corsa a chi arriva prima?”.
Sulla LAZIO
Il Campionato non è finito, vediamo gli esiti a fine stagione. Noi in questo momento dobbiamo concentrarci, anche se questo clima che condiziona la squadra. Alcuni giocatori non ne possono più, è questa la frase giusta: non è che i giocatori non vogliono venire alla Lazio, è che se ne vogliono andare. Non perché c’è un rapporto brutto con la società, tutt’altro. Qualcuno mi ha detto ‘Presidente, qui non mi diverto più, sta diventando un problema’. Immaginate anche per loro vivere in un certo contesto non è piacevole. Se questi sono i tifosi che vogliono il bene della Lazio, fate voi. I giocatori se ne vanno per colpa dei tifosi? Nessuno ha parlato di tifosi, ma di situazione ambientale. I tifosi sono corretti, gli altri no. La Lega su questo prenderà una posizione a breve“.
Sul fair play finanziario
«Mi auguro che per quanto concerne il fairplay finanziario ci siano situazioni certe perché ora ci sono società che lo rispettano e altre che non lo fanno però alcune sanzioni non si sa quale siano e diventano un elemento di competizione non dico alterata, ma quasiNel momento in cui il il club riesce ad avere risultati di bilancio che consentono dei gap negativi rispetto ad altre che invece non le praticano perché rispettano la norma si determina una diversità di comportamento e di risultato sportivo»
Sui ricavi dalla Tv
Auspico che ci sia una logica che contempli le esigenze sportive con quelle della sostenibilità da un punto di vista economico, della qualità resa e dello spettacolo. Noi abbiamo un problema che i ricavi economici sono televisivi. Dobbiamo avvicinarci al modello inglese che fa il 75% dei ricavi dallo stadio di proprietà e dal merchandasing. Non siamo schiavi delle televisioni ma per massimizzare i ricavi si cerca di sfruttare al massimo le prestazioni per avere una resa economica da un punto di vista televisivo. Qui invece abbiamo tutto l’inverso, che impone poi delle regole, perché diventa un problema prettamente commerciale. Non siamo schiavi delle televisioni, solo che cerchiamo di sfruttare al massimo la situazione. Nel momento che viene ad esistere una situazione diversa di ricavo, come gli stadi, dove purtroppo siamo indietro (la legge che c’è va bene per i piccoli stadi, non quelli per richiedono grandi investimenti, con fondi di 100 o 200 milioni di euro, perché ci sono degli equilibri economici da rispettare), sarà dura. Fin quando le grandi società non avranno l’opportunità di costruire il proprio stadio, al di là della Juventus, nonostante abbia comunque dei guadagni dai diritti tv, sarà così. I bianconeri rappresentano l’Italia anche in campo europeo e c’è differenza: basta vedere che la Lazio fattura 110 milioni di euro l’anno e la Juve 280. Anche se uno è bravo a trovare soluzioni diverse per cercare di colmare il divario, rimane comunque difficile. Basta vedere che a livello internazionale la Juventus fattura sì 280, ma club come Real Madrid e Barcellona fanno il doppio. Platini si impegnerà affinché i fondi di investimento non abbiano la proprietà dei cartellini dei giocatori? Questa è stata una mia battaglia, spero che accada
Sul calendario delle squadra di Serie A
Al di là di quelli che saranno i calendari, è bene che chi gestisce questo sistema si renda conto che è tecnicamente impossibile sostenere questi ritmi, tra stage della Nazionale, turni infrasettimanali e competizioni europee. Ciò comporta un aggravio di costi, rischi d’infortuni e scarsa competitività, il tutto a detrimento della resa del giocatore e della qualità dello spettacolo. Inoltre si crea nocumento di carattere economico alle società, che necessitano di rose extra-large.
Sull’educazione
“Quello dell’educazione è un tema questo che mi sta molto a cuore. Trent’anni fa c’era il ruolo della famiglia che formava il bambino, indirizzandolo al rispetto delle regole e lavorando sinergicamente con la maestra delle elementari. Poi c’era l’oratorio, dove il bambino si confrontava con i suoi coetanei, partecipava in maniera ludica a una serie di giochi, come il calcio balilla, e dove prevaleva il rispetto. Poi c’era il ruolo dei partiti che, al di là dell’ideologia, ti inquadrava in una serie di regole. Tutte queste cose sono venute meno. Oggi non c’è interazione, i bambini sono soli davanti a un computer, in situazione fredde dove mancano i punti di riferimento all’interno delle famiglie“.
Sui falsi e veri giornalisti
Nella professione del giornalista si cerca di perseguire sempre la notizia. La prima regola dovrebbe essere quella di confrontare la notizia, andandosi a rapportare con i diretti interessati, ma questo non succede. Io non li chiamo giornalisti questi, ma opinionisti. Il buon giornalista verifica la bontà della notizia, i riflessi e le conseguenza che provoca. Mi ricordo a un convegno a Viterbo in cui mi chiesero come stavo, perché era giunta loro la notizia che mi avevano contestato. Era una notizia battuta dall’Ansa, ma non era vero niente. Secondo voi si è fatta informazione a Viterbo? Oggi coloro che mi contestano vengono catalogati come tifosi, ma che vuol dire? Siamo tutti tifosi. Il tifo significa passione, amore. Su questo è stato costruito un percorso mediatico, su basi infondate. Si è fatta mistificazione della realtà, che ha creato un coinvolgimento di persone, mi auguro ignare, che hanno ricevuto questo tipo di informazione. La cultura non è di questo mondo in questo momento. Una persona come me che ricopre un ruolo non ha paura di confrontarsi, se c’è un problema sono qui. C’è gente che parla di bilanci, inventa numeri, tremila diventamo tre milioni. Immaginate la gente normale che ha problemi quotidiani, e l’unico punto di riferimento che ha è la propria squadra del cuore: che immagine si fa?“.
Sul reato di aggiottaggio
La sentenza prevede due articolati: l’annullamento con rinvio e l’annullamento senza rinvio. Mi dice dove è la condanna? Articolo 648 del codice di procedura penale: per esserci una condanna deve essere irrevocabile e l’unico elemento deve essere la possibilità di elusione. Qui ancora deve essere stabilita la condanna
(CONTINUA)
Francesco Pagliaro
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