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Europa o non Europa: un dubbio amletico con una rifondazione all’orizzonte…
LAZIONEWS.EU – La mancata qualificazione sarebbe sicuramente un danno economico, ma potrebbe essere benefico sotto il punto di vista sportivo…
LAZIONEWS.EU – Europa o non Europa: questo è il problema. Un autentico dubbio amletico per questa LAZIO che, nonostante una stagione altalenante, sta lottando con le unghie e i denti per centrare la quarta qualificazione consecutiva in Europa League. Il gol in extremis di CANDREVA nella vittoria di ieri sul PARMA ha avuto l’effetto di riaccendere la fiammella della speranza. Una zampata in zona Cesarini che è stata come un soffio sulla brace: ha rialimentato un sogno che stava svanendo dopo le opache prestazioni contro MILAN e GENOA. Quello che è certo, però, è che il prossimo anno la LAZIO andrà incontro ad una rifondazione e la domande sorge spontanea: è conveniente attraversarla con una competizione sfiancante come l’Europa League?
SORRIDONO LE CASSE – Sicuramente la qualificazione garantisce un introito non indifferente per le casse societarie. La sola partecipazione alla fase a girone garantisce 1,3 milioni di euro di premi Uefa (distribuzione di diritti televisivi e sponsorizzazione centralizzati). Ogni vittoria nel gruppo vale 200mila, ogni pareggio 100, il passaggio ai sedicesimi di finale come prima del girone 400mila e quello come seconda 200. Uscire ai sedicesimi fa guadagnare 200mila ulteriori euro, passare 350mila. L’accesso ai quarti vale 450mila, quello alle semifinali un milione. Piatto grosso in finale: chi la perde si mette in tasca 2.500.000 euro, chi la vince 5 milioni. A tutto questo poi vanno aggiunti gli incassi dello stadio. Insomma l’approdo alla seconda manifestazione internazionale farebbe senz’altro sorridere le casse biancocelesti, ripercuotendosi inevitabilmente (e positivamente) sulla programmazione societaria in termini di investimenti. Un tesoretto di circa 10 milioni di euro, andando a spulciare gli incassi ottenuti nelle ultime due edizioni disputate (9,56 milioni nel 2012/13, dove la LAZIO fu costretta a giocare alcune gare a porte chiuse; quasi 9 invece è il guadagno di quest’anno), al quale sarebbe davvero molto difficile rinunciare…
MODELLO JUVE – Premessa obbligatoria: una società deve sempre aspirare al massimo risultato e la qualificazione in Europa League dovrebbe essere il traguardo minimo per un club come la LAZIO. E’ anche vero però che un anno di stop potrebbe essere “rigenerante“: dodici mesi di collaudo prima di ripartire con ambizioni maggiori e rinnovate. Un po’ come fece la JUVENTUS dopo la stagione 2010-11. Un’annata disastrosa, quella sotto la guida di Del Neri dove i bianconeri rimasero fuori dall’Europa per la prima volta dopo il ritorno in Serie A, che diede alla dirigenza piemontese l’input decisivo per imboccare la strada del successo. Molto spesso una delusione può risultare benefica (e la Roma ne è l’esempio più recente…) e la mancata qualificazione alla prossima Europa League potrebbe quindi non essere un dramma. Sicuramente sarebbe un danno (economico) per questa LAZIO, è altrettanto vero però che potrebbe esserlo anche la qualificazione stessa, andando a mascherare le mancanze di questa rosa un po’ come fece lo storico successo dello scorso 26 maggio. Ma se lo stop fosse la strada per rilanciare la LAZIO con maggior vigore verso un nuovo futuro più stabile, non sarebbe un prezzo giusto da pagare?
Daniele Gargiulo
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