NOTIZIE LAZIO – Non ha mai nascosto la sua fede biancoceleste Marco DI VAIO. L’ex giocatore del BOLOGNA, in un’intervista rilasciata a “I Laziali Sono Qua”, trasmissione radiofonica in onda sugli 88.100 FM, ha parlato delle proprie emozioni legate al mondo della LAZIO, soffermandosi sul derby di domenica scorsa e sull’attuale rosa a disposizione di PIOLI:
Marco tu hai segnato 142 reti in Serie A e sei il 27° bomber di sempre, ma tutto è partito da quello Scudetto Primavera del 1994-95 vinto all’Olimpico davanti a circa 40.000 persone.
“Sì, fu una giornata incredibile. Penso che difficilmente si siano viste tutte quelle persone per una finale di un Campionato Primavera. Io nel novembre del 1994 avevo già fatto l’esordio in Serie A, ma a livello di emozioni quella finale fu davvero indimenticabile. Era l’ultimo capitolo di una lunga trafila vissuta nel settore giovanile della Lazio, non solo per me, ma anche per altri ragazzi, su tutti Alessandro Nesta”.
Si capì subito che eri un predestinato. Nel tuo esordio in Campionato, il 20 novembre del 1994, segnasti subito uno dei cinque gol che rifilammo al Padova.
“Fu un esordio di quelli che non si scordano. Il mio rammarico più grande è quello di non aver potuto continuare a vestire la maglia della Lazio. In quegli anni c’erano attaccanti del calibro di Signori, Boksic e Casiraghi. Per un giovane come me era difficile giocare. Collezionai 17 presenze e 6 gol in una stagione e mezza”.
Dopo una stagione in prestito al Verona e un’altra al Bari, la Società ti cedette alla Salernitana per la cifra record della Serie B di 5 miliardi di lire.
“Già. Fu un bell’investimento per un giocatore di belle speranze, ma che ancora non era esploso. Quell’anno vincemmo il campionato di B e diventai capocannoniere con 21 gol. Da lì in poi la mia carriera prese definitivamente il volo”.
Pensando al tuo percorso e rapportandolo ad oggi, dove c’è un ragazzo come Danilo Cataldi che ancora non è riuscito ad affermarsi in Prima Squadra, puoi dirci come vive un giovane i momenti in cui si sente chiuso da altri giocatori che sembrano intoccabili?
“E’ sempre difficile emergere. Lo era prima, lo è ancor di più adesso. Quando sei ragazzo non hai la giusta continuità di rendimento, che è l’aspetto che differenzia un buon giocatore da un grande campione. All’epoca la stessa cosa stava per avvenire sull’altra sponda con Totti, che fu vicinissimo ad essere ceduto alla Sampdoria”.
Senti Marco, venendo al tuo lato da tifoso, ci dici come hai vissuto la giornata del 26 maggio del 2013?
“In maniera esaltante. Ero in Canada sul divano di casa mia a vedere la partita insieme ad Alessandro Nesta. In quel periodo giocavamo entrambi nel Montreal Impact. Fu una goduria assoluta. Sono contento che il tempo abbia regalato ad Alessandro una splendida serata come quella vissuta lo scorso maggio per l’evento “Di Padre in Figlio”. Ale meritava di essere celebrato, perchè se è andato via dalla Lazio è stato solo ed esclusivamente per salvarla sotto il punto di vista economico”.
A proposito di Derby, come commenti quello di domenica scorsa?
“Mi ero illuso. Nel primo tempo avevo visto una squadra veramente impressionante e che aveva in mano la partita. Pensavo che l’avremmo portata a casa. Il gol subìto all’inizio del secondo tempo ha un po’ tagliato le gambe. C’è comunque da essere ottimisti, perchè abbiamo tenuto testa alla seconda in classifica”.
Ti piacciono gli attaccanti della Lazio?
“Molto. Klose è Klose, un’icona. Chi mi ha sorpreso e mi sta davvero convincendo è Djordjevic, un attaccante concreto, che crea spazi e superiorità numerica per gli inserimenti dei centrocampisti”.
Proiettiamoci alla sfida di domenica prossima contro il Napoli. Cosa ti aspetti?
“Sono due ottime squadre e vengono da due buone prestazioni. Il Napoli ha perso con la Juventus, ma si è giocato la partita a viso aperto. Sarà importante sfruttare il fattore campo. Diciamo che è una partita che ci farà capire se la Lazio può davvero giocarsi il terzo posto”.
Marco nel salutarti cosa ti senti di dire a tutti i tifosi laziali?
“Ringrazio tutti per gli attestati di stima e per l’affetto che mi dimostrano sempre. Purtroppo ho giocato poco con la nostra maglia, ma da romano e tifoso laziale mi fa immensamente piacere”.