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D’AMICO: “CATALDI è un grande giocatore. Vi svelo la verità sulla prima maglia bandiera”

Le parole dell’ex biancoceleste sul momento laziale e sulla maglia con l’aquila stilizzata sul petto…

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NOTIZIE LAZIO – Un pezzo di storia della Lazio e beniamino di tutti i tifosi biancocelesti. Vincenzo d’Amico, Campione d’Italia 73/74, è intervenuto ai microfoni della trasmissione radiofonica ‘I laziali sono qua‘, per commentare il momento della squadra di Pioli e dire la sua sulla maglia bandiera. Queste le sue parole:

Vincenzo ieri la Lazio ha ottenuto una vittoria importantissima. Ci dai le tue istantanee più belle della partita di ieri?
“La prima la voglio dedicare al guardalinee. Non era facile vedere i fuorigioco sui gol del Milan e soprattutto mi ha fatto piacere che questo sia accaduto a Milano. Di solito accadeva il contrario. La seconda la dedico a Keita, che ha iniziato a capire che per stare a certi livelli bisogna dare tutto in campo. Il talento non si discute, l’atteggiamento in campo a volte sì. La terza è l’abbraccio a fine partita tra Pioli e i giocatori, a dimostrazione che la squadra lo segue in tutto e per tutto”.
Ti aspettavi questo rendimento da Pioli?
“Mi fa piacere questa domanda. Io ad inizio stagione avevo detto che prima di giudicarlo avrei voluto aspettare qualche mese. Lo stimavo per quello che aveva fatto vedere nelle altre piazze in cui aveva allenato, ma volevo vederlo in una piazza come Roma. Devo dire che sono felicissimo per lui, perchè ha dimostrato di essere una bravissimo allenatore nonchè una bravissima persona. Complimenti al lavoro che sta svolgendo”.
Possiamo dire che dopo la Lazio di Mancini e quella del primissimo Petkovic, Pioli è l’allenatore che ha fatto giocare meglio la squadra negli ultimi anni?
“Su Mancini concordo. Su Petkovic meno. Vi spiego perchè. Petkovic non ha fatto altro che far giocare la squadra in modo leggermente più propositivo rispetto a Reja. Non è che ci volesse tanto a farla giocare meglio. Sappiamo tutti che Reja non si è mai contraddistinto per il bel gioco. Pioli invece è uno che crea calcio nel vero senso della parola”.
Ultimamente c’è un giovane che, come te qualche anno fa, dopo aver fatto tutta la trafila nelle Giovanili, ha fatto il suo esordio in Prima Squadra con ottimi risultati: Danilo Cataldi. Ci dai un tuo parere su di lui?
“Seguendo per la Rai la Serie B, me l’ero già gustato l’anno scorso a Crotone e avevo capito che sarebbe diventato un grande giocatore. E’ un centrocampista completo. Ha corsa, tratta bene la palla, fa gol. Mi auguro che continui così e che diventi un punto di riferimento per questa società”.
In questi giorni, sul petto delle maglie della Lazio, ha fatto il suo ritorno l’Aquila stilizzata. Tu sei stato tra i primissimi ad indossarla nella stagione 1982-83.
“Me lo ridici un’altra volta? No perchè stanno facendo passare il concetto che questa maglia sia quella dei -9. Non è la maglia dei -9, è anche la maglia dei -9. Questa maglia nasce nella stagione 1982-83, quando siamo ritornati in Serie A. Che poi l’abbiano indossata anche quattro anni dopo è sotto gli occhi di tutti e non voglio minimamente sminuire il valore che ha avuto in quella stagione, ma va detto per amor di verità. Quella è stata anche la mia maglia e ho le palle piene di sentire che sia solo la maglia dei -9“.
Hai fatto bene a precisarlo. Detto questo, che sensazione ti ha fatto rivederla?
“Bellissima. Mi è sembrato che la Lazio fosse più forte con quella maglia addosso. Ha un non so che di antico e di forte, che ricorda a tutti che NOI siamo la Lazio”.

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