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Pioli vs Ballardini, mondi paralleli e universi che si sfiorano
FACCIA A FACCIA – Emilia contro Romagna, ma stessa mentalità offensiva….
IL FACCIA A FACCIA – Sono due destini che si sfiorano quelli di Stefano Pioli e Davide Ballardini, allenatori di Lazio e Palermo. Domenica all’Olimpico torna la Serie A e i biancocelesti ospitano i rosanero in un match già decisivo dopo la crisi interrotta solo dalla sosta per le nazionali. La sfida sulle due panchine è quella tra allenatori, che pur con storie diverse, hanno toccato il mondo Lazio.
QUESTIONE DI MENTALITA’ – Pioli arriva alla Lazio nell’estate 2014 con una promessa: tornare a far divertire tutti, proponendo un calcio offensivo che parta dai giovani. Il progetto del duo Lotito-Tare si concretizza con l’allenatore emiliano, che dopo qualche di ambientamento riesce a conquistare tutti. Per lui è la prima grande esperienza in una big del calcio, dopo aver allenato tra Serie B e Serie A piazze esigenti come Modena, Parma, Sassuolo, Chievo e Bologna. Alla Lazio costruisce una creatura che cresce giorno dopo giorno, partita dopo partita, vittoria dopo vittoria. E la squadra mantiene le aspettative: gioca bene, diverte e conquista la Champions League ritrovando pure il popolo delle grandi occasioni allo stadio. Il suo punto più alto diventa però anche l’inizio di una lenta discesa iniziata dalla sconfitta in Supercoppa Italiana e dall’eliminazione nel play off di Champions. La storia recente si ripete: dopo un grande campionato la Lazio dà segni di convalescenza e poi malattia. Ora l’influenza è in corso, ma il tecnico promette di avere la cura. Quella che non trovò il suo collega, prossimo avversario.
E CHI SE LO ASPETTAVA? – Curiosità: Davide Ballardini arriva alla Lazio con più o meno le stesse aspettative. Rossi ha appena vinto la Coppa Italia e ha lasciato da eroe, con lui partirà un progetto vincente che a detta sua: “Porterà la squadra a lottare per lo Scudetto in tre anni”. Parole a cui seguono i primi fatti, perché dopo un mese di lavoro Ballardini porta a casa un grande trofeo: la Supercoppa Italiana contro l’Inter di Mourinho, la stessa che pochi mesi dopo vinse il Triplete. Quel trionfo sarà solo una illusione, perché la squadra non rende, i punti non arrivano e Lotito è costretto ad esonerare l’allenatore (prima volta nella sua gestione) dopo il terzultimo posto e l’incubo della Serie B. La stagione maledetta è quella 2009-10, una parentesi in una carriera di tutto rispetto. Anche Ballardini fa tanta esperienza in giro per l’Italia prima di approdare a Roma: tanto settore giovanile, poi le prime squadre di Sambenedettese, Cagliari, Pescara e Palermo. In biancoceleste ci arriva proprio dopo l’esperienza in rosanero e da lì ripartirà il suo viaggio verso il calcio che conta.
IL CONFRONTO – Attaccare prima di difendere, imporre il proprio gioco anziché subire quello degli avversari. Pioli e Ballardini hanno in comune una mentalità offensiva, figliocci e allievi di due grandi allenatori del calcio italiano come Zeman e Sacchi. Le loro storie si intrecciano e i loro destini si toccano in Lazio-Palermo. L’attuale allenatore biancoceleste ha concluso l’esperienza sulla panchina dei siciliani ancora prima di cominciarla, dopo due mesi estivi e una eliminazione dal turno di Europa League. Ballardini dal canto suo, ha fallito alla Lazio dopo essere transitato da Palermo. Tra di loro sarà anche un derby speciale: il parmigiano Pioli contro il ravennate Ballardini. Emilia contro Romagna, stessa regione ma anime diverse.
Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota
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