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Primavera. Cardoselli: “Giocare con la Lazio era il mio sogno, Kakà l’idolo a cui ispirarsi”
PRIMAVERA LAZIO – Il centrocampista: “In campionato possiamo ancora dire la nostra…”
PRIMAVERA LAZIO – Una sconfitta che fa male, la Lazio esce dal derby con le ossa rotte. Ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3, è Cassio Cardoselli a prendere la parola. “Nonostante le assenze ce la siamo giocata. Ci ha lasciato rammarico perchè eravamo sotto e avevamo recuperato. Ora cerchiamo di ripartire e imparare dai nostri errori. Con un pizzico di cattiveria in più, aggiunta alla malizia, avremmo potuto portare a casa la partita. Dopo il pareggio noi eravamo in palla e la Roma era calata vistosamente”. Una doppia identità: in casa un rullo compressore, fuori casa troppo fragile. “Stiamo alternando i risultati, fuori casa non arrivano le vittorie. Rispetto agli altri anni manca esperienza, prima c’erano giocatori che aiutavano molto. Manca ancora l’identità per vincere su campi difficili come Ascoli e Bari. Quando andiamo sotto abbiamo difficoltà, noi ce la mettiamo tutta, ma ci manca un po’ di carattere, di cattiveria”.
LE ORIGINI – C’è spazio anche per i ricordi, Cardoselli parte dal più recente: la Supercoppa contro il Torino. “E’ stata un’emozione unica, giocare in uno stadio come l’Olimpico di Torino, davanti a 10mila persone, è fantastico. Il rimpianto è quello di non averla chiusa, ci rimarrà fino al prossimo trofeo vinto. In partite come queste è importante mandare il particolare a proprio favore, serve cattiveria per chiuderle”. Il calcio è sempre stata parte integrante della vita del centrocampista laziale, è lui stesso a raccontarlo. “Il mio idolo fin da bambino è Kakà, mi sono sempre ispirato a lui. Biglia, invece, è il giocatore più forte della Lazio. Giocare con la maglia della Lazio è il mio sogno fin da piccolo. Mio nonno ha tramandato la lazialità a mio padre, e lui l’ha tramandata a me. Sognavo di poter giocare all’Olimpico e ora mi sembra di vivere un sogno: spero che possa diventare realtà un giorno”
RITORNO AL PRESENTE – Due gli allenatori che hanno segnato il percorso del giovane mediano laziale. “Franceschini l’anno scorso mi ha aiutato molto, mi piaceva giocare con la palla al piede ma peccavo in fase di non possesso. Inzaghi mi ha dato la carica, mi ha trasmesso il carattere vincente. Il mister è stato un grande campione e queste cose le sa bene. Devo ancora crescere molto, soprattutto fisicamente. Murgia e Mattia sono come due fratelli, mi consigliano molto e io li accetto.” Il prossimo avversario si chiama Napoli, la vittima perfetta per ripartire. “Con il Napoli non possiamo permetterci passi falsi, sperando che anche la fortuna sia dalla nostra parte. Il campionato è lungo e il girone è molto combattuto”.
Matteo Vana
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