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Dall’Udinese all’Udinese: l’amore tra Matri e la Lazio a tinte bianconere
LAZIONEWS.EU – Quando incrocia i friulani, l’attaccante si scatena e conquista i tifosi…
LAZIONEWS.EU – E segna sempre lui: il salvatore di Pioli, Alessandro Matri. Arrivato in biancoceleste negli ultimi istanti del calciomercato estivo è praticamente l’unico bomber su cui la Lazio può numericamente contare in questo momento di crisi, in cui i risultati mancano come l’ossigeno. Tre gol in una settimana, per tenere a galla Pioli e la truppa biancoceleste tutta. Le presenze che si contano finora sono 18, i gol segnati 6: non una media irresistibile, ma sufficiente a renderlo il capocannoniere biancoceleste, che stringe al petto una sorta di amuleto bianconero in salsa friulana. Quando incontra il club della famiglia Pozzo Matri si scatena: l’Udinese è la squadra che ha affrontato più volte e a cui ha segnato di più in carriera, 7 gol in 17 partite.
MEDIA REALIZZATIVA – Con la rete del pareggio messa a segno all’Olimpico, propiziatrice della rimonta poi firmata da Cataldi, Matri sale in cima alla classifica dei marcatori della Lazio, scalando forse le gerarchie di Pioli, che inizia a convincersi di poter contare su un buon cecchino d’area. Due gol in Europa League, tre in campionato e quello in coppa Italia che ha costretto la squadra di Colantuono al pareggio dopo la rete capolavoro firmata Kone, ex pupillo di Pioli ai tempi del Bologna. L’attaccante arrivato in prestito dal Milan ha firmato finora una rete ogni 130 minuti circa. Meglio di Djordjevic, che vanta lo stesso minutaggio ma una rete ogni due ore e mezza di gioco e superando agilmente il tedesco Klose, ancora fermo al palo in questa prima parte di stagione. Non sono migliori nemmeno i numeri di Felipe Anderson e Candreva, comunque nettamente più impiegati rispetto a Matri.
NEL SEGNO DELL’UDINESE – In questa giornata in cui sulla bocca dei laziali torna un mezzo sorriso l’Udinese si conferma portafortuna per Matri. Proprio contro i friulani l’attaccante aveva siglato le due prime reti in biancoceleste, alla prima presenza con la maglia numero 17 sulle spalle. Una doppietta che scacciò momentaneamente i fantasmi dalla panchina di Pioli, appena eliminato dai preliminari di Champions dal Bayer Leverkusen in terra tedesca e annientato dal Chievo di Maran a Verona. Dopo il gol di pochi giorni fa rifilato alla Sampdoria, quello del vantaggio e della momentanea liberazione, l’attaccante di proprietà del Milan aveva esultato guardando la panchina, ma poi era stato chiaro: “Nessuna polemica, ma voglio giocare“, le sue parole a Pioli, che soprattutto in campionato gli ha spesso preferito gli altri attaccanti. Il suo futuro è ancora incerto: all’ultimo giorno di mercato la Lazio lo ha portato nella capitale tramite la formula del prestito, più avanti Lazio e Milan si incontreranno per discutere del da farsi, molto dipenderà dalla stagione. E pensare che il gol-vittoria della Juventus nella finale di Coppa Italia dello scorso anno porta proprio il suo nome, quel nome a cui i tifosi laziali cominciano dannatamente ad affezionarsi.
Gian Marco Torre
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