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De Paul vs Milinkovic-Savic, trequartisti per tre quarti diversi
FACCIA A FACCIA – Udinese-Lazio è anche la sfida tra i due giovani, che interpretano diversamente il ruolo di…
Pubblicato il 29/09
FACCIA A FACCIA – Due copioni diversi. Due parti quasi simili all’interno di spartiti opposti. Un solo teatro, il Friuli. Chi avrà la meglio? La risposta sabato sera, quando l’Udinese affronterà la Lazio. Bianconeri contro biancocelesti, ma soprattutto De Paul contro Milinkovic-Savic. Giovani in rampa di lancio (classe ’94 il primo, ’95 il secondo), elementi diventati fondamentali per entrambe le formazioni: ad Udine vogliono prendersi la scena.
IL RUOLO – La trequarti è roba loro. Guai a chi gliela tocca. L’argentino è il classico numero 10, impiegato sempre da Iachini dietro alle due punte nel 4-3-1-2. Il laziale invece è un centrocampista a tutto campo: sulla carta parte come intermedio di sinistra, con licenza di offendere. In fase di transizione negativa si alza sul regista avversario, mentre in fase di possesso tende a giocare vicino alle due punte. Un diverso modo di interpretare il ruolo. Una differenza che deriva anche dalle loro caratteristiche: rapido e veloce il primo, più fisico e macchinoso il secondo.
DE PAUL – Dall’inno della Champions a quello della Serie A. In mezzo una breve parentesi in Argentina. Rodrigo ha già conquistato Udine con le sue giocate da fuoriclasse. Il suo talento limpido e cristallino è emerso in poco tempo: in pochi accarezzano la palla come lui. Ama svariare sulla trequarti, predilige partire da sinistra ed accentrarsi. Palla al piede punta sempre l’avversario, cerca sempre di creare superiorità numerica. Gli assist sono il suo pane quotidiano: basta guardare la penultima gara contro la Fiorentina in cui ne ha realizzati due.
MILINKOVIC-SAVIC – Meno fantasioso, più eclettico. Il serbo abbina qualità e quantità: non si risparmia mai. Se c’è da fare un dribbling lo fa, se c’è da rincorrere l’avversario pure. Finisce la partita sempre sulle gambe. Spende molte energie e prende diversi falli: “Il suo modo di giocare lo porta a prendere tante botte“, anche Inzaghi lo sa. Ha un’ottima tecnica di base, nonostante la sua fisicità (1,92 cm). Una stazza imponente, diventata un punto di forza negli schemi biancocelesti. Deve imparare ad essere continuo nell’arco di un match e migliorare sui movimenti senza palla. Per uno come lui è fondamentale sapere attaccare la profondità con i tempi giusti. A volte ci riesce, altre no. È un classe ’95, davanti a sè ha ancora tutto il tempo per crescere.
Riccardo Caponetti
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