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Caroli: “Dalla Partita della Pace alla Lazio. Gli amici? Toni, Crespo e non solo…”
NOTIZIE LAZIO – Il fisioterapista della Lazio a tuttotondo…
NOTIZIE LAZIO – Valerio Caroli è il fisioterapista della Lazio da quattro anni. Intervenuto ai microfoni di Sledet.com, il fisioterapista biancoceleste ha parlato della squadra e non solo: “Seguo tutto quello che è il movimento della squadra nell’arco della giornata: dalle terapie mattutine, all’allenamento del pomeriggio per il recupero degli infortunati, per poi seguire tutta l’attività della squadra che si allena. In parole più semplici mi occupo di tutto quello che è legato alla preparazione all’attività sportiva: quindi i massaggi, le terapie, i bendaggi funzionali; tutto quello che concerne l’atleta e la preparazione allo sforzo. Poi c’è la fase dell’allenamento, al termine del quale bisogna cercare di ridurre al minimo lo sforzo per il calciatore, cercando di ripristinare quelle che sono le attività principali, sia muscolari che osteoarticolari. Smaltendo la fatica in modo che il giorno dopo possa presentarsi in una condizione migliore”.
La trasferta: “Io seguo sempre la squadra. Io sono sempre presente con loro, ogni giorno: prima dell’allenamento, dopo l’allenamento, in quella che è tutta la loro attività, e in più seguo la squadra in tutti quegli che sono gli spostamenti, quindi dal ritiro estivo fino a tutte le trasferte del sabato e delle domeniche”.
I rapporti: “Ci sono tantissimi di giocatori. Uno gioca nel Cagliari ed è Borriello. Con Marco è nata un intesa immediata quando stavamo al Genoa. Fu una stagione bellissima, infatti fu l’anno in cui fece più gol; lui è una di quelle persone che ricordo con grandissimo affetto e grandissima amicizia. Comunque potrei fare tantissimi altri nomi, come Matteo Ferrari, Diego Milito, Hernàn Crespo, Luca Toni, Marco di Vaio; per citarne alcuni”.
Uniti per la Pace: “Due anni fa fui chiamato a gestire le due infermerie e la fisioterapia durante questo evento. Due perché comunque c’erano due squadre, anche se si stava tutti insieme. Fu un esperienza bellissima e ci trovammo molto bene, anche perché c’erano tutti questi grandi campioni del passato, fu una bellissima festa. Anche quest’anno mi hanno riproposto la stessa partita con campioni già visti all’epoca e con qualche new entry . Mi hanno proposto di seguire le attività del pre e del dopo gara. Non è stato difficile gestire campioni di questo calibro, non avevano grandi pretese, c’era un clima di festa. Era bello vederli che si sentivano piccoli vicino agli altri. Ognuno era campione per il tifoso e per il resto del mondo, ma li dentro si sentivano tifosi gli uni degli altri“.
Il senso di responsabilità: “Nello svolgere questa attività nella maniera in cui la svolgo io, si guarda la partita sotto un altro aspetto. C’è un grandissimo senso di responsabilità: quando finisce la partita e fila tutto liscio, ci sentiamo molto più partecipi in positivo di quello che è stato il risultato. Poi, chiaro che non è merito nostro perché noi partecipiamo in piccolissima parte, ma quella piccolissima parte ci riempie di orgoglio, e ci dà grande soddisfazione. Purtroppo però non sempre le cose filano così lisce, può anche accadere talvolta che un giocatore subisca un infortunio, e lì il rammarico è molto alto. Questo per far capire che anche noi viviamo tantissimo la partita”.
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