Lazio, dal Bologna a Bologna: stesso obiettivo dichiarato, prospettiva capovolta

Pubblicato l’11-01-2016 alle ore 18:10

NEWS DEL GIORNO – Dal Bologna, verso Bologna: cinque mesi fa il debutto in campionato contro i felsinei tra le mura amiche dall’Olimpico, a metà gennaio il girone di ritorno riprende dal Dall’Ara. In mezzo qualche gioia, una lunga crisi e un silenzioso cambio di obiettivi. L’esordio in Serie A contro gli emiliani, a cavallo tra le due sfide con il Bayer Leverkusen per l’accesso in Champions League, aveva fatto ben sperare: un 2-1 firmato da Biglia e Kishna che aveva permesso alla truppa di Pioli di approcciare al ritorno con le Aspirine nel migliore dei modi. Poi il pesante tonfo in terra tedesca e il mancato accesso alla più prestigiosa competizione europea. Sfuggito di mano l’obiettivo, coda della passata stagione, la Lazio è in qualche modo ripartita, tra un paio di crisi  nere e qualche accesa contestazione Pioli ha portato a termine il girone d’andata, chiudendo la prima parte di stagione a 27 punti, -4 rispetto alla prima avventura laziale.

VOLARE BASSO – Dopo 19 partite il distacco dalle prime tre posizioni è di 12 punti, Inter e Juventus occupano attualmente il secondo posto a pari merito. Il Napoli, avversario numero 1 della Lazio della scorsa stagione per l’ultimo posto disponibile per l’accesso ai preliminari di Champions si è laureato ‘Campione d’inverno’. La truppa biancoceleste non si nasconde dietro una pagliuzza ed è consapevole di essere in ritardo sulla propria tabella di marcia, come ammesso a più riprese da mister Pioli e dal ds Igli Tare. Il quinto posto, grazie alla brusca frenata della Roma è ora più vicino: sette punti separano le due squadre della capitale. E’ questo l’obiettivo dichiarato dei biancocelesti, che da inizio stagione hanno chiuso nel cassetto dei desideri la parola “Europa“. Europa League come obiettivo minimo da centrare per la società, che ha sempre tenuto un profilo basso, lasciando il sogno Champions alle segrete fantasie dei tifosi. Perché i sostenitori biancocelesti tutti si auguravano di rivivere una stagione esaltante come quella passata, in cui la Lazio ha regalato spettacolo e portato a casa risultati insperati solo qualche mese prima. Un’ impresa è tale perché difficile da pronosticare e ripetere, confermarsi – si sa – è sempre la parte più difficile.

CAMBIO DI PROSPETTIVA – Da agosto a gennaio nulla è cambiato nella sostanza, l’obiettivo rimane ancora l’Europa League, ma ora è la prospettiva ad essere totalmente differente. “Se il campionato finisse ora per noi sarebbe un fallimento“, ha tuonato Pioli più volte negli ultimi tempi. Parole chiare, lo stimolo estremo che fa leva sull’orgoglio dei calciatori. Perché in estate la dirigenza ha deciso di puntare con convinzione sul blocco della scorsa stagione, sforzandosi di non cedere i pezzi pregiati e puntellando la rosa con qualche acquisto di prospettiva. Su tutti Milinkovic-Savic è quello che si è ritagliato più spazio e grazie alla sua crescita costante si è ritagliato un blocco tra i titolari. Da agosto a gennaio: stessi giocatori (meno de Vrij fermo ai box per l’operazione al ginocchio), stessi obiettivi: diversa predisposizione mentale. Se in estate, prima del Bologna, consolidare le prime cinque posizioni sembrava essere l’obiettivo minimo, ora alle porte del girone di ritorno, con un po’ di rassegnazione, l’Europa League pare la massima aspirazione laziale. “Finché la matematica lo consentirà l’Europa resta il nostro obiettivo“, è stata l’ammissione di Pioli dopo il match vinto contro la Fiorentina. Domenica contro il Bologna c’è bisogno di dare seguito alla prestazione del Franchi e fare tre punti, solo ritrovando la continuità la Lazio può sperare di scalare la classifica e raggiungere la quinta posizione: stesso obiettivo di qualche mese fa, prospettiva completamente diversa.

Gian Marco Torre