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“Lazio nelle scuole”, Berisha: “Le critiche sono soggettive”
NOTIZIE LAZIO – Il penultimo appuntamento con l’iniziativa è presso l’istituto di Roma, Maria Ausiliatrice..
NOTIZIE LAZIO – Torna l’appuntamento con “La Lazio nelle scuole” oggi 14 aprile presso l’istituto di Roma Maria Ausiliatrice di via Dalmazia 12. A presentare l’iniziativa biancoceleste ci sono i giocatori Lucas Biglia, Abdoulay Konko e Etrit Berisha. Per ora i biancocelesti stanno firmando degli autografi, a momenti le domande dei bambini.
Aggiornamento ore 10.30 – Iniziano le domande dei bambini che rientrano sopratutto nell’ambito sociale: sul razzismo, sulla nutrizione, sullo sport in generale..
BIGLIA:
Sul momento poco positivo di una squadra come quello della Lazio: “C’è una differenza di rendimento quando non ci si allena bene. E’ importante allenarsi sempre e molto spesso il rendimento va di pari passo con ciò che si fa durante la settimana in campo.”
Qual è il modo migliore per vincere una partita?
“Innanzitutto fare quello che richiede il mister, ma soprattutto è l’approccio a determinare la partita.”
Sull’età in cui si è capito il ruolo nel campo: “Io a quattro anni ero portiere poi con il tempo ho iniziato a giocare da centrocampista.”
BERISHA
Sulle valutazioni di un giocatore: “C’è tanta gente che pensa che io sia una schiappa, però c’è qualcun altro che pensa che io sia un ottimo giocatore. Il calcio lo si vede con gli occhi, quindi a volte c’è soggettività. Bisogna però dare sempre il massimo.”
Quale regime alimentare seguite quotidianamente?
“Dobbiamo essere sempre a un livello alto per fare bene tutte le cose, per fare l’allenamento al meglio. Per noi è più importante mangiare carboidrati, poi soprattutto carne, proteine e anche frutta.”
Su cosa si prova quando si gioca con un amico “Quando sei in campo l’amicizia la si mette da parte.”
Sull’età in cui si è capito il ruolo nel campo: “Io prima ero centrocampista, solo successivamente ho capito di poter giocare in porta. Una volta infatti mancava il portiere e ho giocato tra i pali e da lì ho capito che era il mio ruolo.”
KONKO
Sul razzismo: “A volte c’è qualcuno che fa i bu per sfottò sportivo. Bisogna reagire per dare un segnale, ma tali atti non demoralizzano fanno solo danni. Bisogna combatterli con fermezza.”
Sul discorso interraziale: “E’ il bello del calcio stare insieme con ragazzi di altre nazionalità.”
Su cosa si prova quando l’allenatore riprende il giocatore: “Cerco sempre di ascoltare l’allenatore perchè se mi riprende significa che qualcosa non va bene.”
Sull’età in cui si è capito il ruolo nel campo: “Io a 15 anni ero già terzino.”
Su cosa si prova quando un compagno subisce un fallo: “Intanto fa parte del calcio e dello sport in generale subire un fallo. La reazione della squadra non è nervosa al contrario il compagno che ha subito il fallo si deve rialzare e andare avanti.”
Se è mai capitato litigare con un compagno a fine gara: “Litigare no, ma in modo tranquillo si ci è capitato di spiegare ad altri giocatori soprattutto ai più giovani.”
Per un terzino è più importante fare l’assist o segnare?
“L’importante è non prendere gol perchè siamo difensori. Se si può fare l’assist meglio, se fare gol è ancora meglio.”
Aggiornamento ore 10.50 – In chiusura i giocatori si diriggono nel cortile per fare la foto di rito con i bambini della scuola.
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