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Lazio, trend invertito: cadono le big, ora le “piccole” fanno paura
NEWS DEL GIORNO – Scacciato l’incubo scontri diretti, mancano i punti in casa contro le ultime in classifica…
Pubblicato il 10/01 alle ore 16.00
NEWS DEL GIORNO – “E’ stata la miglior partita della nostra stagione”. Basta questa frase di Pioli per inquadrare la prova offerta dai biancocelesti al Franchi, contro la Fiorentina seconda in classifica. Un match sofferto, ma giocato con attenzione e chiuso nei momenti chiave. Prima Keita ha gelato la Viola sul finire del primo tempo, poi nei minuti finali Milinkovic-Savic e Felipe Anderson hanno fatto gioire i tanti tifosi bianocelesti che hanno seguito la squadra in terra toscana. Addio alla speranza del titolo di Campione d’Inverno per la squadra di Sousa, mentre nell’ultimo periodo la Lazio si sta conquistando un nuovo soprannome, quello di spaventa-grandi.
FINE DELL’INCUBO? – E’ una veste totalmente nuova quella della Lazio, che a cavallo tra 2015 e 2016 ha espugnato consecutivamente San Siro e il Franchi allontanando momentaneamente l’incubo big match. Solo tre giorni prima rispetto al match vinto con la Fiorentina, all’Olimpico contro il Carpi i biancocelesti erano parsi nuovamente apatici in zona offensiva, poco pungenti nell’area di rigore avversaria. Il ritorno in campo di Biglia e Milinkovic-Savic regalano a Pioli i tre punti e nuove certezze. Battute, in trasferta, la prima e la seconda della classe, mentre persi punti in casa contro la penultima della graduatoria e contro una Sampdoria con l’acqua alla gola. E’ di fatto questo il trend che stanno assumendo le ultime uscite biancocelesti: se fino a poche settimane fa gli scontri diretti rappresentavano un vero e proprio tabù per Pioli (score ancora negativo: 23 partite, 9 successi), che in un anno e mezzo aveva avuto la meglio soltanto su Fiorentina, Napoli e Milan, ora la Lazio sta incontrando difficoltà contro le cosiddette “piccole”. Nell’ultimo mese circa mancano all’appello i punti in casa contro Palermo, Sampdoria e Carpi, in cui i biancocelesti non sono andati oltre il pari mostrando una certa sterilità offensiva. E pensare che nella prima parte di stagione l’impianto casalingo è stato vero e proprio fortino inespugnabile e tale dovrà tornare per poter sognare l’Europa.
LA PROVA DEL 9 – Superata la prova del 9 (gennaio), le prossime settimane diranno chi è la Lazio e saranno fondamentali per restare attaccati agli obiettivi di stagione. “Finché la matematica ce lo consente crediamo nel quinto posto”, ha ammesso Pioli al termine del match contro la Viola. E già le prossime due partite riproporranno un duro esame per i biancocelesti. Domenica 17 gennaio il Bologna, rinato con la cura Donadoni, ospita Biglia e compagni, pochi giorni dopo all’Olimpico la Lazio se la vedrà con la Juventus per i quarti di finale di Coppa Italia. Una “piccola” prima, la grande per eccellenza poi e la ruota che continua a girare. Pioli conosce bene le insidie che nasconde la trasferta emiliana, a detta sua l’unica squadra che nell’intero girone d’andata ha corso più dei suoi: “Lo dirò domenica prossima cosa vogliamo essere da grandi”, la battuta del tecnico laziale. La Lazio è ora a 7 lunghezze dal quinto posto – occupato dalla Roma – e nelle prossime settimane la tanto chiacchierata continuità sarà fondamentale. Venendo al big match di Coppa Italia, la sfida contro Allegri, che ha sconfitto Pioli 5 volte su 5, potrebbe rientrare nella strategia laziale: la vittoria della Tim Cup consente l’accesso diretto all’Europa League. Un percorso secondario, ma altrettanto impervio, che i capitolini potrebbero percorrere per raggiungere la meta chiamata Europa. Ammazza-grandi o stritola-piccole? La verità forse sta nel mezzo: “Non siamo dove vogliamo stare“, è il coro dei biancocelesti. La Lazio ha dimostrato di poter giocarsela con tutte, ora servono punti e prestazioni, a prescindere dell’avversario di turno.
Gian Marco Torre
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