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Parolo: “Vincere aiuta a vincere. Conte è un martello”
MONTPELLIER – Il centrocampista azzurro ha commentato l’inizio di questi Europei…
MONTPELLIER – Due partite, 6 punti, 3 gol fatti, 0 subiti e primo posto nel girone conquistato con una giornata di anticipo. L’Europeo per l’Italia è iniziato nel migliore dei modi. Tra i protagonisti della squadra di Conte c’è Marco Parolo. Il centrocampista della Lazio, titolare in entrambe le gare, è intervenuto in conferenza stampa nel ritiro di Montpellier:
L’Italia si esalta nelle partite che contano, l’Irlanda conta meno. Cosa dirà Conte?
“Per il mister conta tanto, ci ha iniziato subito a martellare. Non dobbiamo mai calare, dobbiamo essere sempre concentrati. Questa deve essere la nostra strada, vincere aiuta a vincere. Chiudere il girone a 9 punti rappresenterebbe una prova di forza ulteriore”.
Le due vittorie hanno aumentato la vostra autostima?
“Ci hanno aumentato la consapevolezza. Siamo in fiducia, perchè vediamo che riusciamo a fare quello che proviamo. In due partite abbiamo subito poco, questo ci deve dare la forza. Il mister ha preparato le due partite in maniera perfetta”.
Oltre al tuo lavoro oscuro, quanta licenza hai di fare gol?
“Licenza ne ho, anche se molte volte è difficile fare entrambe le fasi. Bisogna cercare di essere in area per creare superiorità numerica. Spero di centrarla la porta prima o poi”
Cosa ti rende orgoglioso del centrocampo azzurro?
“Sono molto felice. Ci stiamo mettendo applicazione e voglia. Mettiamo sempre pressione agli avversari per impedirgli giocate semplice. Delle volte è bello fare il lavoro oscuro, non puoi deconcentrarti e questo mi piace“.
Il paragone con Tardelli?
“Mi riempie di orgoglio, è un onore. Ognuno deve mettere in campo quello che ha, c’è un mix di tanti talenti diversi da quello puro. Poi la giocata di Eder, l’avesse fatta Messi o Cristiano Ronaldo, sarebbe stata il gol dell’Europeo. Sono in tanti che possono farlo, non identificarsi solo in un giocatore è meglio. Questa nazionale deve trascinare con l’orgoglio“.
Verratti e Marchisio vi hanno detto qualcosa?
“Ci hanno mandato i messaggi di complimenti, sono parte di questo gruppo. Dispiace non averli, sono giocatori importantissimi, campioni. Dispiace ma sappiamo del loro sostegno, siamo orgogliosi di rappresentarli. Io sono una persona molto riservata, se poi uno mi trova in giro sono burlone, divertente, ma non mi piace essere sui social. Nella nazionale, in tutte le competizioni, ci sono sempre stati questi antipersonaggi. La maggioranza e il gran numero devono pedalare e fare, magari passare inosservato. Riuscire a essere ricordato in questo modo vuol dire aver fatto tanto”.
Le critiche subite prima dell’Europeo vi hanno caricato?
“Io nella mia carriera ho convissuto parecchio, sono sempre stato criticato all’inizio e apprezzato alla fine. Penso che sia una forza, qualcosa che hai dentro: hai voglia di dimostrare, ti dà la scossa e qualcosa di più. Ora la prendiamo così”.
Per te può essere uno snodo della carriera?
“Ci ho sempre creduto, ho sempre pensato di potere alzare il mio limite. Ogni volta che arrivavo a un punto provavo ad andare più avanti. Per me è una prova confrontarmi con competizioni internazionali, come con la Lazio quest’anno. Imparo dagli errori, arrivando a trentun anni riesci a correggere prima. Sono un trentunenne giovane”.
Ci racconti di questa chat di gruppo?
“Ne abbiamo una, ci divertiamo a scriverci, Sirigu è il personaggio più burlone. Ce ne sono parecchi attivi. Chi è del sud, chi del centro, chi del nord. Non sempre c’è la traduzione simultanea nei messaggi veloci. Ci divertiamo anche così”.
R.C
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