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ACCADDE OGGI. La tragica morte di Luciano Re Cecconi
ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…
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LAZIO – 18 gennaio 1977. Era tornato ad allenarsi proprio quel pomeriggio del 18 gennaio, Luciano Re Cecconi, dopo un infortunio apparentemente banale, che aveva avuto però diverse ricadute. Era pronto, ormai, per il rientro in campo e fremeva. Al quinto anno di Lazio, dopo uno Scudetto e diverse convocazioni in Nazionale, Re Cecconi era uno dei beniamini del popolo biancoceleste. Dopo l’allenamento, in compagnia di Ghedin, va con un amico, Giorgio Fraticcioli, titolare di una profumeria, a consegnare dei flaconi in una gioielleria a via Nitti, in zona Flaminio. I tre entrano alle 19.30 e, per goliardia, Re Cecconi si alza il bavero ed urla: “Fermi tutti, questa è una rapina!”. Il gioielliere, Bruno Tabocchini, spara. Ghedin non crede ai suoi occhi, mentre l’amico di mille battaglie si accascia a terra. Re Cecconi arriverà già morto, intorno alle ore 20.00, all’ospedale San Giacomo, lasciando così il piccolo Stefano (di soli due anni) e la moglie Cesarina (incinta di Francesca). Il gioielliere, inizialmente arrestato per eccesso di legittima difesa, verrà poi assolto, processato per direttissima, diciotto giorni dopo.
STORIA – 18 gennaio 1919. A due mesi dalla conclusione della Prima Guerra Mondiale, nella sala dell’orologio del Quai d’Orsay, sede del Ministero degli Esteri francese, si tiene la Conferenza di Parigi. Al tavolo, siedono i capi del governo dei Paesi vincitori, cioè Wilson per gli Stati Uniti, Clemenceau per i transalpini, George per la Gran Bretagna ed Orlando per l’Italia. Assente la Russia, impegnata in una sanguinosa guerra civile. In sede di trattative, prevale sin dalle prime battute la linea dura nei confronti della Germania, che si concluderà con un vero e proprio annientamento militare ed economico (Trattato di Versailles, 1919). Il premier italiano, invece, abbandonerà la Conferenza in segno di protesta, dopo essersi visto negare l’assegnazione di Fiume e della Dalmazia.
SPORT – 18 gennaio 1950. Ad Alano di Piave, in provincia di Belluno, nasce Dino Meneghin, leggenda della pallacanestro italiana e non solo, dal 2009 al 2013 Presidente della Federazione. 204 centimetri di classe, di ruolo “centro”, ha giocato dal 1966 al 1994, riuscendo a togliersi la soddisfazione di disputare un match ufficiale col figlio Andrea. Tra Varese, Milano e Trieste, ha vinto 12 Scudetti, 6 Coppe Italia, 7 Coppe dei Campioni e 4 Coppe Intercontinentali. 271 sono state le presenze ufficiali con la Nazionale italiana, quasi tremila i punti, vincendo un Europeo (più due bronzi) ed un argento olimpico.
Giordano Grassi
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