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MILAN. Scandalo Li: è insolvente. Galliani tuona: “Non è vero”
MILAN PRESIDENTE BANCAROTTA – Per i giudici cinesi il proprietario del Milan, Yonghong Li è insolvente…
MILAN PRESIDENTE BANCAROTTA – Per i giudici cinesi il proprietario del Milan, Yonghong Li è insolvente. La cassaforte del finanziere quando comprò il Milan era già vuota. Come riporta il Corriere della Sera arriva il verdetto: azioni all’asta su Taobao per ripagare le banche.
ASTA – L’ordine è arrivato dal tribunale del distretto di Futian: «Vendete all’asta il 2 febbraio» (data poi rinviata) la partecipazione (11,39%) che la cassaforte di Li possiede nella società di packaging Zhuhai Zhongfu, quotata alla Borsa di Shenzhen. Valore circa 60 milioni, ma il ricavato andrà a risarcire le banche. Inseguito dai creditori in patria, il quarantottenne chiudeva in Italia una delle più costose acquisizioni calcistiche della storia, accreditandosi come un grande e ricchissimo imprenditore.
GALLIANI – L’ex amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, però, non ci sta: “L’inchiesta del Corriere su Yonghong Li? Penso tante cose. Questo signore ha acquisito il Milan investendo una cifra molto importante. Noi eravamo assistiti da un grande gruppo internazionale come advisor e lui da una grande banca internazionale. Non solo ha comperato il Milan ma ha anche presentato in giugno le credenziali alla Lega Calcio ed è stato approvato”, ha tuonato a ‘Mediaset’.
ELLIOTT – “Il fondo Elliott gli ha prestato più di 300 milioni e avranno fatto anche loro le dovute verifiche. Terza cosa: ha fatto una grande campagna acquisti, presentando sempre certificazioni e fideiussioni. Non conosco la realtà cinese ma 1+1+1 dovrebbe fare tre e fino ad ora le cose sono sempre andate in quel senso”.
POLITICA – “Hegel ha detto che di cose grandi nel mondo non ne sono mai state fatte senza passione. Ed io la passione ce la sto mettendo tutta. La burocrazia in politica? Vorrei dribblarla come faceva Kakà. Voglio occuparmi anche di sport se mi verrà consentito. Quello che vorrei fare è costruire impianti sportivi. Dobbiamo ripartire dalle strutture come si è fatto in quasi tutti i paesi europei”.
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