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Cataldi, il laziale ripudiato dai laziali
IL MESSAGGERO (E.Bernardini) – La vicenda sembra avere ancora…
RASSEGNA STAMPA LAZIO – Galeotti furono Pandev e le telecamere. Traditori furono il cuore e il livore. Danilo Cataldi d’un tratto viene cancellato / si fa cancellare dalla voce “giocatori che vorresti alla Lazio”. Una caduta libera di stile che ha mandato su tutte le furie i tifosi biancocelesti. La Curva Nord ha sentito anche il bisogno di mandare un messaggio a Cataldi per difendere quella maglia che a loro dire avrebbe macchiato (ecco il comunicato).
Amore, rabbia e gelosia. I classici ingredienti delle tragedie shakespeareane. Lo sgarbo si consuma nel sabato pasquale. Pandev segna e Cataldi esulta con lui. Lecito, ma non per i tifosi che l’hanno osannato per mesi. A girare il coltello nella piaga è la sequenza che impazza sui social, in cui la fidanzata dell’ex laziale scandisce a gran voce il nome di Pandev. Già, quel Goran che non riserva epiteti lusinghieri per la sua ex squadra.
La classica tragedia familiare da prima pagina. I social poi amplificano il tutto rendendo lo sgarbo un’onta impossibile da lavare via. Facciamo un passo indietro. Cataldi col muso lungo in panchina c’è stato davvero. Novembre 2016, fu escluso dalla gara col Sassuolo e ci rimase male. Decise di andare via, voleva giocare. Una separazione voluta, ma dura da digerire per uno che aveva anche indossato la fascia da capitano. Si, proprio quella di Nesta e Giordano. Decisero i senatori di premiarlo così. Ma l’amore non è mai facile da gestire. Probabilmente la scintilla non scoccò mai del tutto oppure ha prevalso la gelosia, quella che nonostante tu sia giovane e vigoroso è più forte di te. Ecco che allora anche l’amico Murgia gli fa paura. Qualcuno gli sussurra all’orecchio che è forte e deve giocare. C’è anche la maglia della nazionale che lo aspetta. È vero, ma Cataldi ha un tallone d’Achille: il carattere. Ne ha poco in campo. Sceglie il Genoa così come coglie l’occasione di far vedere la sua rabbia: “Danilo sabato non ha mancato di rispetto a nessuno. Onestamente credo che qualcuno si stia divertendo a strumentalizzare la sua parentesi Genoana”, le parole del suo procuratore. Benzina sul fuoco, visto che i tifosi avrebbero voluto un suo intervento, che arriva in serata.
“La Lazio per me non è e non sarà mai un semplice club. È una famiglia, una casa nel mio cuore in cui sono entrato quando avevo 12 anni. E non dimenticheró mai ogni momento vissuto con il biancoceleste addosso e con l’aquila sul petto. Grazie alla Lazio, da bambino sono diventato uomo. E soprattutto professionista. La carriera di un calciatore è anche questo, sono orgoglioso dell’opportunità di giocare nel Genoa che ha creduto in me, di proseguire il mio percorso di crescita in una società così importante. Oggi, Cataldi dà l’anima per il Genoa come ha sempre fatto e se ci sara la possibilita continuera a fare per la Lazio. Senza voler mancare di rispetto a nessuno sia da parte mia che della mia futura moglie,che come giusto che sia,tifa e tiferà sempre la maglia che indosso. Questo è il mio percorso, con la testa al Genoa; come da sempre e per sempre grato e legato ai colori biancocelesti”.
Anche il presidente Lotito si è sentito tradito. La rottura appare totale. A questo punto è difficile che a giugno torni alla Lazio. E chissà che non faccia gioco anche a lui, visto che il prossimo anno sarà anche quello del Mondiale. “Amor che nullo amato amar perdona”, diceva il Sommo Dante.
Il Messaggero / E.Bernardini
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