Caso Mauri, difesa batte Palazzi 4-0 ma quante contraddizioni ci sono…

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – La lettura della sentenza MAURI è facile – racconta ‘La Gazzetta dello Sport‘: trionfo dei collegi difensivi, catastrofe del pubblico ministero con gli avvocati Grassani, Melandri, De Rensis, Sticchi Damiani che C. battono Palazzi 4-0. Ma è un risultato in cui ha pesato il lavoro che non finisce mai della Procura di Cremona. Il capo della procura cremonese, di Martino, tuona contro il marcio del calcio ma l’inchiesta è aperta da 2 anni. Proscioglimenti, derubricazioni a omessa denuncia, penalizzazioni che spariscono, giocatori come Mauri e Milanetto che si sono fatti anche una settimana di carcere più successivi domiciliari sono, però, dei controsensi, delle illogicità.  Le motivazioni della sentenza della Disciplinare non aiutano, e portano acqua alle tesi di di Martino: “in dubbio pro reo” domina e ci si scontra su troppi aspetti contraddittori. “La Gazzetta dello Sport”  fa un esempio: Mauri che prima di Lazio-Genoa incontra  Zamperini e uno degli «zingari» non è credibile quando racconta che era solo per consegnare dei biglietti, da cui l’omessa denuncia, ma non l’illecito perché non è provato che poi si sia attivato; ma lo stesso Mauri che nell’albergo di Lecce, una settimana dopo, incontra di nuovo Zamperini, mentre nei dintorni zingari e ungheresi si moltiplicano, lo fa questa volta solo per via dei biglietti, da cui ecco il proscioglimento in relazione a Lecce-Lazio match del quale la Procura è certa: «l’illecito sia stato effettivamente consumato nei termini e dai soggetti di seguito specificati». Ma poi condanna solo Zamperini.