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LOTITO esclusivo: “Ho offerto il rinnovo a HERNANES”
CORRIERE DELLO SPORT (Fabrizio Patania).Il presidente non si risparmia: “Con la Juve sarà una gara difficilissima, mi auguro prevalga il merito. Mauri giocherà? C’è una sentenza, ma non mi basta sapere che…”
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- Claudio Lotito ha rilasciato una lunga intervista al ‘Corriere dello Sport’ parlando dei suoi nove anni di Lazio e della stretta attualità biancoceleste.
La Supercoppa potrebbe diventare il quarto trofeo della sua gestione. Quanto ci tiene alla partita con la Juve?
«Non sono abituato a fare pronostici. Sarà una partita difficilissima. Affrontiamo la squadra più forte del campionato e che è diventata ancora più forte dopo lo scudetto. Ma, come Lazio, siamo convinti di non voler diventare gli agnelli sacrificali. Mi auguro sia una partita vinta sul campo. Se la squadra si presenterà determinata, unita, concentrata come è accaduto nella finale di Coppa Italia con la Roma oppure nel 2009 a Pechino con l’Inter di Mourinho, allora l’impresa diventerà possibile. Mi auguro prevalga, sotto forma di risultato, il merito».
(…)
Questa partita dirà se la Lazio può diventare l’anti-Juve in campionato?
«No, è troppo presto e non è possibile fare questo tipo di valutazione. Tante altre squadre si sono rinforzate in modo importante. S’annuncia un campionato molto difficile, altamente competitivo. Penso all’Inter, alla Juventus, alla Fiorentina, al Napoli, alla Roma, al Milan. Non le ho messe in fila, le ho elencate in ordine sparso. Ma tutte hanno qualità e aspettative elevate. Io mi auguro che la Lazio riesca a esprimere tutte le proprie potenzialità e dia soddisfazione ai propri tifosi».
Spera di giocarla con Mauri la finale di Supercoppa?
«Non sono abituato a misurarmi con le speranze o con i pronostici, ma con i fatti. Allo stato attuale c’è una sentenza di primo grado di un organo come la Disciplinare che ha inflitto uno stop di sei mesi. Mi auguro che attraverso l’iter giudiziario sportivo Mauri riesca a dimostrare come sono andate realmente le cose. La verità non può essere quella che una persona riferisce di aver ascoltato da un’altra persona senza trovare riscontri nella realtà dei comportamenti. Non mi basta sapere che Zamperini e Mauri si sono fatti 80 telefonate per condannare una persona se non so cosa si sono detti».
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La Champions è l’obiettivo della Lazio nel prossimo campionato?
«L’obiettivo è quello di dare il massimo. Sarei felice se la Lazio si esprimesse al 100 per cento, confido nelle potenzialità della squadra, sappiamo di aver allestito un gruppo importante ma anche che può capitare di non raccogliere ciò che si semina. Nella passata stagione siamo stati altalenanti per diversi motivi, quelli che chiamo i fattori imponderabili. Siamo partiti a razzo e poi siamo calati in campionato, penalizzati dagli infortuni. In Europa League non meritavamo di uscire ai quarti, sapete tutti come è andata. Poi è arrivata la Coppa Italia. Speriamo quest’anno di essere continui e di durare dall’inizio alla fine».
Il mercato della Lazio è chiuso oppure no?
«Lo ripeto spesso. Noi siamo sul mercato 365 giorni l’anno h24. Il negozio è aperto, non ho un orario in cui devo per forza alzare o abbassare la saracinesca. Faccio un esempio. Felipe Anderson lo volevamo e lo abbiamo trattato a gennaio, poi è arrivato a luglio. Il mercato è in funzione di ciò che succede, per migliorare la squadra non ci siamo mai tirati indietro. Ma un eventuale ingresso non è legato alle necessità. La grande soddisfazione di questa estate è che abbiamo portato a casa tutti gli obiettivi, e parlo dei giocatori, che volevamo. Li abbiamo presi tutti, non ne è saltato uno».
A proposito di acquisti realizzati, quando arriverà Perea?
«Perea sarà un giocatore della Lazio, è già stato acquistato, bisogna liberargli il posto. Stiamo lavorando per questo, lo tessereremo sicuramente. Ci sono stati degli intoppi e degli imprevisti. Succede quando uno ti dice una cosa e poi non la fa. Io se prendo un impegno lo onoro. Purtroppo non è così per tutti, ma risolveremo tutto».
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Hernanes resterà di sicuro oppure un’offerta di 30 milioni da qui al 2 settembre potrebbe farle cambiare idea?
«Ad oggi nessuno ha bussato alla porta, non mi fascio la testa prima di essermela rotta. Sono abituato a pormi un problema quando esiste, non prima. Non faccio voli pindarici oppure onirici. Non mi costruisco un film. Posso soltanto rispondere che la società non ha l’obiettivo di disfarsi di Hernanes, tutt’altro. Non c’è questa possibilità, non l’ho messo in vendita e mi sembrava di essere già stato chiaro».
Arriverà un attaccante nel caso in cui partisse Kozak?
«L’alienazione di Kozak passa dalla volontà del calciatore. E’ giovane, vede che alla Lazio non ha tanto spazio, ha ambizioni di giocare titolare, con maggiore continuità, come ha fatto in Europa League, dove è stato il capocannoniere del torneo. Passa attraverso la volontà di Kozak l’ipotesi di cessione. Ma ho sempre detto che qualsiasi azione di mercato dev’essere in funzione di una crescita della squadra, non può essere una diminutio. Quindi, se accadrà, nuove risorse verranno utilizzate per migliorare».
E’ vero che Preziosi le ha proposto Gilardino?
«Non lo so, è un amico, con Enrico (il presidente del Genoa, ndr) di battute se ne fanno tante. E poi se dovessimo dare retta a tutti i giocatori che sono richiesti o che sono offerti… Posso dire che abbiamo le idee chiare, sappiamo cosa fare e quello che serve, ci muoveremo di conseguenza».
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La sintonia vale più di un legame scritto su carta, ma il contratto di Petkovic con la Lazio scade nel 2014.
«Sto cercando di sminare questa mentalità. Il rapporto tra un allenatore e la società è come un matrimonio tra moglie e marito, si persegue un fine comune, vale a dire la crescita della squadra, ottenere migliori risultati con il minor sforzo possibile. Se tutte le componenti remano nella stessa direzione, è più facile. Determinano un rapporto costruttivo senza scadere negli individualismi, si lavora nell’interesse primario della società. Con Petkovic c’è assonanza totale. vede la squadra come un collettivo, non ci devono essere ruoli di primedonne, il valore assoluto è quello del gruppo. Parlo di sinergia, di rapporto simbiotico: se viene meno c’è una preminenza del valore individuale».
Tare ha parlato dei modelli di Borussia Dortmund e Schalke 04. Si arriva a risultati prestigiosi attraverso la pianificazione.
«Sì, ma non dobbiamo copiare dal Borussia Dortmind. Io questo tipo di politica l’ho cominciata a fare nel 2004, parlavo di una casa costruita sul cemento armato e non sulla sabbia. La società ha seguito un percorso, ora abbiamo un giornale, una radio, una televisione tra le migliori del settore per rendere più appetibile il prodotto Lazio, ma anche per avere maggiore appeal nei confronti dei giovani calciatori. Guardate Keita e poi Tounkara, ora Seck. Questo è il terzo ragazzo che viene a Formello dal Barcellona, non una squadra qualsiasi, significa che abbiamo appeal. E che c’è una capacità organizzativa importante. Io so perché. La filiera, la catena di comando, è molto corta, limitata, ristretta, così porta ad un’efficienza e a una programmazione che aiuta nel raggiungimento dei risultati».
Il progetto per l’Academy è pronto: quando il via ai lavori?
«Mi dicono, ma che ci vuole a fare i campi? Perché Lotito non parte? Il progetto è pronto, appeno ho il pezzo di carta in mano, parto per agire in tempi rapidissimi. Aspetto l’ok dal Comune di Formello. Ma intanto già molte cose abbiamo fatto all’interno del centro sportivo, gli studi televisivi e la radio per avere maggiore appeal, per riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza. Ora, dopo aver rinnovato gli spogliatoi, stiamo ristrutturando il comparto tecnico. L’Academy è il futuro, tutto questo rappresenta anche un esborso di risorse, ma è fondamentale per la crescita del settore giovanile e della società. Sono al lavoro, in autunno speriamo di avere le autorizzazioni. Non stiamo parlando di vent’anni».
Klose smetterà dopo il Mondiale o continuerà a giocare con la Lazio?
«Ci auguriamo, se mantiene questa forma, che possa continuare a giocare con la Lazio, ma dipenderà solo ed esclusivamente da lui».
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