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SCULLI: “Sono innocente altro che mostro”
IL CORRIERE DELLO SPORT (F. Fedele) – L’esterno aggiunge: “Mai giocata una schedina in vita mia…”
IL CORRIERE DELLO SPORT (F. Fedele) – Giuseppe SCULLI si è raccontato al quotidiano romano parlando della vicenda calcioscommesse che lo ha visto indagato.
Ecco le sue principali dichiarazioni;:
Buongiorno Sculli, ma che fine ha fatto?
«Mi alleno tutti i giorni, mi tengo in forma perchè entro la fine del mercato d’agosto troverò una nuova sistemazione professionale, definitiva».
Si sente ancora sul banco degli imputati?
«No, anche perché non lo sono mai stato».
Ma cosa è successo?
«E’ molto semplice: sono stato processato sui giornali, ma non da un tribunale. La verità è stata un’altra. Però ho letto molte sentenze anticipate, mi hanno massacrato».
Tutto è iniziato quando…
«Il 28 maggio 2012 è scattata l’operazione della Procura di Cremona su Lazio-Genoa (14 maggio 2011, 4-2, ndr) dove io tra l’altro non ho giocato un solo minuto e sono stato sempre in panchina. Sono state arrestate 29 persone su 30, il mio mandato di cattura (richiesto dal pm Di Martino, ndr) non è stato firmato (dal gip Salvini, ndr)… Io ero indagato come altre 50 persone».
Ma lei è stato interrogato, sentito…
«Sì, una volta sola, nell’ottobre 2012 a Roma, dalla Procura Federale. Per 10 secondi…»
[…]
I suoi avvocati cosa le hanno detto?
«Paolo Rodella, Maurilio Prioreschi e Alessandro Vaccaro hanno affrontato la situazione sempre con grande tempismo e professionalità. I risultati si sono visti».
L’accusa della Procura di Cremona in che cosa consisteva?
«Di aver falsato il risultato e aver scommesso su partite con risultati esatti. Io non ho mai giocato una schedina in vita mia…».
Cosa resta di tutto quello che è successo?
«Una grande rabbia. Sono stato dipinto dai media come l’artefice di tutto, il «mostro» da sbattere in prima pagina. Ma non sono stato mai arrestato, ma solo indagato… Io non sono mai stato giudicato, mai deferito. Le sentenze ci sono state già e parlano chiaro».
[…]
E adesso che succede?
«Vorrei essere lasciato in pace, vorrei essere dimenticato. Mio figlio Franceso ha sei anni, sta crescendo… Almeno lui merita rispetto. Io sono stato distrutto, portato a zero. Non mi piango addosso, ma sicuramente fa comodo tirare in ballo me e la mia vita privata, che non c’entra niente con la vita sportiva. Ma, per fortuna, c’è ancora qualcuno che ha voglia di darmi fiducia. Alessandro Moggi e Stefano Capozucca su tutti. Li ringrazio».
Cosa ha insegnato questa vicenda a Beppe Sculli?
«Sono stato usato per distogliere l’attenzione da qualcosa d’altro… In questo periodo non mi ha chiamato mai nessuno, anzi tantissime persone si sono allontanate, si sono fatte negare anche al telefono. Come dice mia mamma Caterina: questi sono gli amici del tempo buono».
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