Incidenti a Varsavia: condannati dodici ultrà

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RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- Cominciano ad arrivare dalla Polonia dei numeri molto più definiti riguardo i tifosi ancora bloccati a Varsavia. La ‘Repubblica’ parla di dodici ultrà condannati a pene dai due ai sei mesi e diciassette persone in attesa di processo. Le accuse variano dall’aggressione a pubblico ufficiale, all’uso di passamontagna, che in Polonia è considerato reato; motivo delle condanne sarebbe stata la testimonianza di un agente di polizia. Il tutto mentre è in corso una protesta silenziosa davanti all’ambasciata polacca di duecento amici e familiari dei tifosi coinvolti. Per coloro che sono ancora in attesa di processo, che corrispondono ai casi più delicati c’è lo stesso procedimento utilizzato fino ad ora: singolo processo per direttissima alla presenza di avvocati e interpreti. Intanto ieri sono arrivate anche le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Emma Bonino e del sindaco di Roma Ignazio Marino. «Una sessantina di tifosi laziali è ancora sotto fermo ed è in queste ore sotto processo per direttissima da parte delle autorità giudiziarie polacche. Non si può escludere che qualcuno di essi possa essere soggetto a misure restrittive della libertà personale per aver commesso reati di diversa gravità. Ho incaricato il nostro ambasciatore in Polonia di adoperarsi presso le autorità polacche affinché coloro che non hanno precise responsabilità penali vengano immediatamente rilasciati. L’ambasciatore e altri funzionari si trovano in diversi commissariati per seguire da vicino lo sviluppo dei procedimenti giudiziari». Mentre Marino assicura: «Ho contattato telefonicamente il ministro degli Esteri per conoscere la situazione. Il ministro mi ha fornito notizie confortanti sulle condizioni dei tifosi della Lazio che rientreranno a Roma nelle prossime ore».