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Calciopoli: MOGGI ancora colpevole ma ha lo sconto
IL CORRIERE DELLO SPORT (A. Giordano) – Il principale artefice dell’associazione a delinquere finalizzata ad alterare i risultati sportivi dei passati campionati, vede scontata la propria pena dal collegio della corte d’Appello…
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Calciopoli ha simbolo, un nome e un cognome su tutti: Luciano Moggi. Luciano Moggi che, come riporta “Il Corriere dello Sport“, esce dal tribunale di Napoli con una condanna di due anni e quattro mesi, riservatagli dalla Corte d’appello. Decisione arrivata a termine di nove di camera di consiglio, decisione che fa scatenare Prioreschi, uno degli avvocati dell’ex dg della Juventus: “Avevamo portato nuovi elementi in giudizio, andremo in Cassazione”. Calciopoli c’è stata, fondata su un sistema in cui entrano, a differenza del passato, Innocenzo Mazzini – vice presidente della Figc di quegli anni – e Pierluigi Pairetto – uno dei designatori arbitrali di quel periodo oscuro: due anni a testa ed il ruolo di promotori, con Moggi, di quella struttura che mise a soqquadro lo sport più amato dagli italiani e fece esplodere il caos nella giustizia. Al termine di sette anni attraversati in quel Tribunale nel quale stava per chiudersi un era, Paolo Trofino, il legale di Moggi, si era lanciato nella personalissima difesa del suo assistito: “Luciano Moggi non ha mai costituito un’associazione a delinquere per favorire la Juventus. Questa storia è una invenzione straordinaria. Moggi semmai s’è dovuto difendere: Tavaroli, e ciò è stato confessato dinnanzi ai giudici di Milano, aveva avuto l’incarico di spiare l’intera sede bianconera; Moggi voleva difendere se stesso e il club da due colossi come Inter e Milan che avevano alle spalle Telecom e Mediaset. Era quello l’obiettivo: tutelarsi. E per sfuggire a questa forma di spionaggio che venivano utilizzate le schede: e la prova di quello che sostengo è nell’assenza, in centosettantunomila telefonate, di dialoghi di mercato”. Nove ore tormentate, che tolgono tre anni di pena rispetto al primo grado, essendo finita la frode sportiva in prescrizione. E’ scattata la prescrizione anche per il presidente della Fiorentina, Andrea Dalla Valle e per il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Andrà invece rifatto il processo per Bergamo (l’altro designatore di quel tempo) “viziato” nella fase dibattimentale dall’assenza del proprio difensore, in maternità.
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