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“Sliding doors” DIAS: dal sicuro addio alla sua terza era nella LAZIO
LAZIONEWS.EU – La storia biancoceleste del difensore brasiliano, l’uomo che ha sempre stupito tutti, è caratterizzata da tre bivi fondamentali…
LAZIONEWS.EU – “Sliding doors”, o meglio porte scorrevoli. Queste due semplici parole, che sottintendono una una situazione di bivio, calzano a pennello per definire il momento che vive Andrè DIAS nella LAZIO. Il calcio, come la vita, è fatto di scelte: ci sono treni che passano periodicamente, altri invece una volta sola. Altri ancora possono addirittura tornare indietro. Ma iniziamo dal principio, ossia a quasi quattro anni fa con lo sbarco in Italia del brasiliano, quando venne catapultato in Europa dopo un’intera vita (calcistica, ndr) trascorsa in patria, passando da leader dello spogliatoio ad oggetto misterioso in una squadra in caduta libera. L’esordio fu da brividi: sconfitta interna contro il CATANIA in virtù del gol di Maxi Lopez, che nell’azione anticipa proprio l’ex San Paolo. Senza troppi giri di parole: l’impatto di DIAS col calcio italiano non fu di certo folgorante. E dopo poche settimane già il primo bivio, la prima “porta girevole”: tornare a casa dove sono considerato uno dei migliori difensori della nazione o scalare la montagna della Serie A? Dopo un’attenta e sofferta riflessione, DIAS prese una decisione: imporsi anche nel Vecchio Continente. «Dopo tre settimane che ero alla Lazio mi sono detto: ma dove sono capitato, cosa ho fatto? Sono proprio un idiota: ero al San Paolo, dove lottavo per il titolo e per la coppa Libertadores, ora sono qui, non gioco più e stiamo andando in B. Volevo fuggire via, prendere mia moglie, mio figlio e tornarmene in Brasile…», rivelò a fine stagione.
LA STRADA GIUSTA – Nel giro di pochi mesi Andrè DIAS ha conquistato tutto e tutti: maglia da titolare, luci della ribalta e soprattutto la fiducia incondizionata del proprio mister (al tempo REJA che prese il posto di BALLARDINI, ndr). Acume tattico, uno spiccato senso dell’anticipo, straripanza fisica e una giusta dose di spericolatezza (derivante dalla consapevolezza nei propri mezzi) lo hanno fatto entrare nel cuore dei tifosi. Fu un’autentica rivelazione, ma DIAS è sempre stato abituato a sorprendere tutti e la sua storia lo conferma: «Ho messo piede in un campo di calcio per la prima volta a 18 anni. Per anni mi consigliarono di lasciare stare il calcio, di mettere i soldi da parte e studiare…Non li ho ascoltati: credevo in me stesso, ho sofferto molto. Solo al San Paolo la mia carriera ha avuto una svolta ma sono sempre lo stesso André Dias di quando non avevo un soldo. E’ la mia forza». E questa stessa forza lo hanno portato, di fronte alla seconda “porta girevole”, a prendere la decisione di rimanere. Questa estate la LAZIO non si sarebbe opposta ad una sua partenza e le offerte dal Brasile e da Dubai arrivavano a fiotti. Giunto un’altra volta al bivio, il sudamericano ha deciso di continuare sulla propria strada. Una decisione maturata dopo la richiesta del figlio ma non solo: «Qui sto bene, ho ancora un anno di contratto, poi amo i tifosi della Lazio e non smettero’ mai di ringraziare questa società che mi ha dato tanto. Voglio chiudere qui la mia carriera e dato che negli ultimi mesi non ho giocato come io so fare, mi sto allenando come un matto perché la prossima stagione voglio far vedere il Dias che tutti conoscono». Una promessa che il brasiliano sta mantenendo, anche se a scoppio ritardato.
L’ULTIMO (DECISIVO) BIVIO? – La LAZIO arranca: la formazione di PETKOVIC ha perso compattezza e solidità difensiva. Impossibile non addurre questa involuzione all’assenza di DIAS e del suo “gemello di reparto” BIAVA: negli ultimi tre anni i due hanno composto la cerniera difensiva dei biancocelesti, con ottimi risultati per giunta. Il passaggio di testimone a CANA e CIANI non è andato a buon fine e la LAZIO ha bisogno ancora di loro due con il brasiliano che, dopo alcuni mesi passati nel dimenticatoio, si è riconquistato la fiducia del proprio allenatore ed è pronto a riprendere in mano la difesa biancoceleste. Almeno fino al prossimo giugno. Ed è proprio qui che si installa la nostra ultima “porta girevole”: dopo la
vittoria sul LIVORNO il presidente LOTITO gli avrebbe proposto di allungare il contratto, in scadenza a giugno, per un altro anno. Fino a qualche settimana fa il suo addio era pressoché certo, stavolta quale strada imboccherà il difensore di São Bernardo do Campo che ha sempre stupito tutti?
Daniele Gargiulo
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