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CENTROCAMPO. Tante le delusioni, si salvano ONAZI e CANDREVA
LAZIONEWS.EU – La linea mediana biancoceleste soffre il dualismo BIGLIA-LEDESMA, la poca personalità di HERNANES e l’indeterminatezza di EDERSON…
APPROFONDIMENTO LAZIONEWS.EU – Nonostante sia il reparto in cui in estate si è investito di più, con gli arrivi di Felipe ANDERSON e BIGLIA, il centrocampo biancoceleste ha offerto ben poche certezze in questi primi mesi di stagione. I continui cambi di modulo operati da mister PETKOVIC non hanno certamente aiutato i nuovi ad integrarsi e i “vecchi” a riconfermarsi. La mediana della LAZIO, indubbiamente, è composta da buone individualità, ma la loro convivenza in un’armonia vincente è ancora tutta da verificare.
BIGLIA – Arrivato a Roma con un curriculum di tutto rispetto (titolare nella nazionale argentina e capitano di una squadra “europea” come l’ANDERLECHT), sembrava l’uomo giusto per sistemare una volta per tutte il centrocampo biancoceleste. Ma, si sa, il calcio italiano è difficile per chi viene dall’estero: infligge un duro periodo di ambientamento che funge da selezione per capire chi è veramente all’altezza. Lucas BIGLIA ha fatto solo intravedere il suo valore, alternando ottime prestazioni ad altre deludenti. PETKOVIC gli ha sempre dimostrato fiducia, anche mettendo fuori un leader come LEDESMA per permettergli di prendere familiarità con il nostro calcio. Se riuscirà a dimostrare le proprie qualità con continuità, potrebbe rivelarsi un ottimo rinforzo per la seconda parte della stagione.
CANDREVA – 17 presenze, 4 gol, 5 assist in campionato. Ma soprattutto tanta corsa abbinata ad un elevato tasso tecnico. Antonio CANDREVA è l’unico giocatore del centrocampo della LAZIO a confermarsi sui propri livelli. Spesso predica nel deserto, ma quando dialoga con KLOSE c’è da stropicciarsi gli occhi. Sempre pericoloso sulla sua fascia: salta l’avversario con facilità ed offre assist decisivi ai compagni. Un giocatore di cui non si può fare a meno.
EDERSON – Dodici presenze in campionato, che si traducono in soli 486 minuti effettivi: in 6 occasioni è entrato dalla panchina, in altre 6 è finito sotto la doccia prima del novantesimo. Insomma, mai una partita intera per questo brasiliano dai piedi buoni e dalle in(de)finite potenzialità. Qualche buona giocata e tanti dubbi. Contro il LIVORNO in casa, forse, la sua miglior partita. Diversi problemi muscolari e alle ginocchia non gli hanno permesso di giocare con continuità, anche nel suo passato al LIONE. Le qualità tecniche sono evidenti, ma il suo contributo è ancora insufficiente.
FELIPE ANDERSON – Non è facile imporsi in Italia, soprattutto se si è giovani e si viene da un mondo completamente diverso come il Brasile. Felipe ANDERSON, classe ’93, sta provando sulla sua pelle quanto sia problematico ambientarsi nel calcio italiano: solo 4 presenze su 17 in campionato, per un totale di 249 minuti giocati. Un po’ meglio in Europa League, dove le presenze sono le stesse, condite anche da un gol, ma su 6 incontri. Contro il LEGIA VARSAVIA ha messo in mostra le sue potenzialità, nell’attacco baby con PEREA e KEITA. Ancora alla ricerca di una precisa collocazione tattica, il giovane ha deluso quanti si aspettavano che risultasse subito decisivo, anche a fronte dell’importante investimento. Ma è ancora troppo presto per dare giudizi: restiamo in fiduciosa attesa.
GONZALEZ – Stagione fin qui poco fortunata per El Tata. Tra infortuni e scelte tecniche, l’uruguaiano è sceso in campo in 10 partite su 17 in campionato. I numeri reali, però, parlano di soli 535 minuti giocati, frutto di ingressi in corsa e sostituzioni. L’infortunio rimediato nel match con il NAPOLI del 2 dicembre (frattura del metacarpo) e la crescita di ONAZI hanno ulteriormente rallentato il suo inserimento nella rosa dei titolari. Il rientro è previsto per metà gennaio, e questa LAZIO avrà sicuramente bisogno della sua grinta e della sua corsa per risollevarsi dalla situazione in cui è precipitata.
HERNANES – E’ il giocatore più importante di questa squadra, il grande nome attorno al quale costruire un team vincente. Eppure, mai come quest’anno, il brasiliano rappresenta un’incognita. La classe, indubbiamente, c’è. A mancare è la personalità: HERNANES non ha mai dimostrato di saper prendere per mano i compagni per tirarli fuori dalle difficoltà. Un campione inaffidabile, e dal futuro incerto: chiede un ritocco all’ingaggio, la LAZIO non sembra intenzionata ad andare oltre una certa cifra, e, se dovesse arrivare l’offerta giusta, firmerà le carte per la cessione senza strapparsi i capelli.
LEDESMA – L’arrivo di Lucas BIGLIA ha messo in discussione la sua leadership nel cerchio di centrocampo. Alla sua ottava stagione con la maglia biancoceleste, Christian LEDESMA non è più una certezza di questa squadra: solo 9 presenze in 17 partite e tanta panchina. PETKOVIC ha fatto più volte intendere di preferirgli l’ex ANDERLECHT, e tra le partite giocate insieme spiccano due pesanti sconfitte: il 4-0 contro la JUVENTUS in Supercoppa e il 4-1 contro il VERONA al Bentegodi, quasi a sancire una definitiva incompatibilità. Con il nuovo anno potrebbero cambiare molte cose e LEDESMA potrebbe riconquistare quel posto in cabina di regìa che è stato suo per tanti anni.
LULIC – Quest’anno è sicuramente un giocatore diverso rispetto a quello visto nelle due scorse stagioni in maglia biancoceleste. Prestazioni altalenanti, con alti e bassi, esattamente come il resto della squadra. Da lui, però, ci si aspetta qualcosa in più, soprattutto nei momenti di difficoltà. E’ una delle stelle della squadra, non a caso MILAN, JUVENTUS e CHELSEA hanno annotato il suo nome sul taccuino, e al gioco della LAZIO mancano come il pane quelle devastanti discese sulla fascia che lo hanno reso importante in passato. Dalle prestazioni del bosniaco si può ricavare un dato importante, che ormai ha il valore della certezza: non ama giocare sulla linea dei difensori. Il 26 maggio non può più essere un alibi: per giustificare l’epiteto di “eroe” deve ritrovarsi al cento per cento.
ONAZI – Forse la nota più lieta della squadra. Nell’ultimo anno ha scalato le gerarchie, diventando, di fatto, un titolare del centrocampo biancoceleste, togliendo il posto ad uno come GONZALEZ. Corsa, fame, determinazione, energia: queste le componenti fondamentali del nigeriano classe ’92, sempre presente in Europa League (6 presenze su 6, di cui 4 da titolare) e quasi sempre in campionato (14 presenze su 17, 11 da titolare). Diventato importante anche con la sua nazionale, la prossima estate andrà a giocarsi il mondiale in Brasile, per crescere ancora. La LAZIO deve tenerselo stretto.
Giuliano Antonini
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