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Torna il gol vecchio stile

IL CORRIERE DELLA SERA (P. Tomaselli) – Sempre più decisivi ed importanti i giocatori più “vecchi”, l’esperienza e la capacità di preservarsi dei grandi giocatori condizionano ancora pesantemente il campionato italiano…

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KLOSE GOAL LAZIO INTER

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Un gol, evidentemente, è per sempre. Come riporta “Il Corriere della Sera”, segnano i grandi vecchi Toni e Klose, gli ex baby con la barba lunga come Kakà, Gilardino e Vucinic, i difensori come Lucarelli o gli specialisti senza scadenza come Amauri. La pensione può attendere, fino a qualche anno fa gli over 35 erano soprattutto portieri  o difensori. Oggi, all’interno di una squadra intera che può comprendere Pirlo, Legrottaglie, Biava, Conti, Ambrosini, Samuel, ovviamente Zanetti il più vecchio di tutti, la terza età calcistica va in gol una domenica sì e l’altra pure. Passa il tempo ma l’età media del gol si alza sempre di più: la qualità del gesto tecnico, guardando lo stile di Kakà, il tempismo di Klose, il tacco di Lucarelli o la precisione di Toni rimane sempre alta. “In generale credo che ci sia più professionalità nel calcio di oggi e chi dura tanto, penso a Totti, allo stesso Del Piero a Inzaghi fino a due anni fa, ha una cura maniacale dei particolari — dice Gianluca Pagliuca ex grande numero uno azzurro che ha lasciato il calcio a 39 anni —. Gli attaccanti della mia generazione di solito mollavano prima, oggi non si rassegnano al tempo che passa e i risultati danno loro ragione: basta guardare Klose, al Mondiale avrà 36 anni ma sa che gli basta un gol per essere il più grande marcatore della storia e questo gli dà motivazioni supplementari. Ma di sicuro per battere la concorrenza bisogna lavorare il doppio di una volta”. “La longevità è una tendenza che riguarda tutti gli sport — sottolinea il Professor Paolo Zeppilli, cardiologo ed ex medico della nazionale —. La medicina sportiva ha fatto grandi progressi, rispetto a dieci e vent’anni fa è migliorato tutto: pensiamo agli interventi sui legamenti, sul menisco o in caso di traumi. Anche alimentazione e preparazione atletica con la loro evoluzione contribuiscono a dare un quadro molto migliore. Poi le doti tecniche fanno ovviamente il resto”. Stupisce che in un calcio sempre più esigente dal punto di vista fisico il “vecchio stile” sia quello che va di moda in area di rigore. Ma è un paradosso solo all’apparenza: «Proprio perché per anni si è privilegiato un calcio con più fisicità si è abbassato il livello tecnico e chi ha piedi buoni e una buona resistenza atletica continua a fare la differenza — è l’analisi del dottor Piero Volpi, ex libero di serie A, già medico dell’Inter e ora consulente dell’Assocalciatori —. A questo aggiungerei una sorta di specializzazione del ruolo in attacco: a certi giocatori come Totti, Klose o Toni magari non viene chiesto lo stesso lavoro fisico degli altri, più dispendioso. Del resto la preparazione individualizzata è sempre più diffusa, non solo in Italia: mi viene in mente un campione come Giggs, ancora ad alti livelli a 40 anni. Ora grazie alla chirurgia tornano in campo giocatori che vent’anni fa avrebbero chiuso la carriera. Direi che dal 2000, dai tempi di Ronaldo e dai suoi primi due gravi infortuni sono stati fatti passi da gigante: Van Basten si era dovuto fermare, oggi non sarebbe così”. Oggi si aspetta il rientro del capocannoniere Giuseppe Rossi per abbassare l’età media e si va avanti a oltranza. Con la vecchia qualità al servizio di un campionato sempre più vintage. Bello per chi ama il genere, ma con quel senso di già visto che regala emozioni e brividi al rallentatore.

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