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SENSINI: “BIGLIA e LEDESMA? Devono garantire entrambi equilibrio. Memorabile il giorno dello scudetto”
Il difensore campione d’Italia con la Lazio aggiunge poi: “Mi fa molto piacere che i tifosi mi tengano sempre nel cuore, anch’io ho un ricordo molto bello della Lazio e dei suoi sostenitori”…
NOTIZIE SS LAZIO – Una sola stagione in biancoceleste per lui, ma fu quella decisiva dello scudetto 1999/2000. L’argentino, ex poliedrico giocatore laziale, Nestor Sensini è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radiosei, parlando proprio dai suoi ricordi capitolini:
“Mi fa molto piacere che i tifosi mi tengano sempre nel cuore, anch’io ho un ricordo molto bello della Lazio e dei suoi sostenitori, a cui mando un grande saluto e l’augurio di rivederci presto. Ho trascorso mesi splendidi, con quella squadra piena di campioni abbiamo vinto uno scudetto e tante coppe. Le mie qualità erano più quelle di mantenere un certo equilibrio nel campo: giocando vicino a gente come Nedved, Mancini e Veron dovevo garantire più copertura e correre le poche volte che sbagliavano loro”. Presto detto il suo momento più emozionante “Il 3-0 alla Reggina (14 maggio 2000, il giorno dello scudetto, ndr) e la successiva attesa per la partita della Juventus a Perugia. Siamo tornati negli spogliatoi, eravamo tutti molto nervosi con l’orecchio incollato sulla radiolina, fino al fischio di Collina la tensione era altissima”. Oggi è tutta un’altra Lazio: “La seguo ancora, domenica ha vinto contro l’Udinese, un’altra squadra che mi sta molto a cuore… Oggi è difficile pensare di eguagliare quella realtà, ma rimane pur sempre una grande squadra. Certo è che in quegli anni avevamo due giocatori di livello assoluto per ruolo, che permettevano di mantenere sempre grande qualità in campo. Mi auguro che la Lazio possa presto tornare a lottare per i posti più importanti”. Decide di spendere poi qualche parola sull’ambientamento dell’argentino Biglia “Il vostro calcio non è facile, può darsi che ci voglia un po’ di tempo di ambientamento per avere quella personalità e quella sicurezza che lo rendano padrone del centrocampo. Per Ledesma è più facile, sono tanti anni che ormai è di casa a Formello. Tutti e due sono comunque grandi giocatori, con caratteristiche abbastanza simili. Se possono coesistere? L’equilibrio garantito da entrambi può essere un vantaggio nel momento in cui proteggono due cursori di spinta sulle fasce, in caso contrario uno dei due rischia di essere di troppo”. Poi porta il discorso sulla sua carriera da allenatore: “Dopo una breve parentesi all’Udinese, sono tornato in Argentina sette anni fa per allenare l’Estudiantes, quindi il Newell’s e il Colon. Da cinque mesi ho deciso di fermarmi un po’ per sistemare alcune cose, ma la voglia di riprendere c’è sempre. In Argentina la situazione è particolare per gli allenatori, ogni quattro mesi c’è un cambio in panchina. Richieste in Italia? Quando allenavo il Newell’s ho avuto contatti con il Parma, qualche mese fa con il Catania, ma le ipotesi non si sono mai concretizzate. Quella di tornare a casa è stata una scelta di vita, ma può darsi che un domani ci sia la possibilità di rivederci in Italia”. L’ex compagno Diego Simeone sta strabiliando con il suo Atletico: “Dopo il buon lavoro a Catania, con il Racing non è andata bene. Oggi all’Atletico sta facendo un grandissimo lavoro, tenendo testa a squadroni del calibro di Barcellona e Real Madrid, nonostante un organico non alla loro altezza”. C’è anche spazio per alcuni consigli sugli acquisti: “Oggi è molto più difficile scovare nuovi talenti in Argentina. Tra i giovani più interessanti cito Correa, mezzapunta del San Lorenzo: gran dribbling e ottima abilità nel pescare le punte. Izquierdoz del Lanus? Difensore valido, è nel club da tre anni ma soltanto nell’ultimo ha trovato il posto da titolare. Un giocatore molto fisico, meno abile con la palla tra i piedi. Fernando Tobio? Uno dei giovani più promettenti, da tre anni è titolare nel Velez: potrebbe fare molto bene in Italia”. Dici Velez e non può che tornare alla memoria Mauro Zarate: “Il suo punto debole è stato quello di non essere mai riuscito a dimostrare il suo reale valore. Ha delle qualità incredibili, grande agilità, facilità di dribbling. Al Velez ha fatto bene appena arrivato, l’infortunio subìto lo ha rallentato. E’ un vero peccato che non sia riuscito a lasciare il segno in Europa“. Chiosa finale sul Mondiale in programma tra cinque mesi: “Sarà un bel torneo, ci sono sei o sette Nazionali che possono vincere la rassegna. Brasile, Argentina, Italia, Spagna e Germania sono le più blasonate, la Colombia può essere una grande sorpresa. Per noi argentini sarà come un derby andare a giocarcelo in Brasile”
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