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ROSSINI: “Al massimo dirigente laziale manca la parte emozionale. Non ama il club, lo usa per i suoi scopi”
L’allenatore che avrebbe dovuto occupare il posto di vice di Petkovic aggiunge: “Se praticamente tutti quelli che vanno via da una determinata società hanno problemi, allora vuol dire che davvero qualcosa non va”…
NOTIZIE SS LAZIO – «Credo che il presidente perfetto sia quello che riesce a essere preciso, pratico ma anche passionale. Che riesca a essere concreto e abbia a cuore la società, che abbia rigore economico e prospettive sportive. Al massimo dirigente laziale manca la parte emozionale. Non ama il club, lo usa per i suoi scopi». Sono le dure parole di Arno Rossini che avrebbe dovuto occupare il posto di vice-allenatore quando Petkovic sbarcò a Roma. Dure anche altre sue dichiarazioni lasciati al portale svizzero Ticinonline.
Sulla gestione Lotito dei giocatori
Se praticamente tutti quelli che vanno via da una determinata società hanno problemi, allora vuol dire che davvero qualcosa non va. E qui, di tesserati che hanno chiuso in maniera burrascosa l’avventura romana ce ne sono tanti. Partendo da Pandev e da Zarate…”.
Sul caso Petkovic…
Anche Vlado ha avuto guai con Lotito, ma sulla faccenda è meglio non approfondire.
Sulle minacce ricevute da Lotito
Lui gira con la scorta, ditemi voi se è una situazione normale. Con il passare delle stagioni il numero di tifosi è nettamente diminuito e questo è un chiaro segno del disamoramento da parte dei fan nei confronti del club.
Sui tifosi della LAZIO
Roma è una realtà diversa da ogni altra. L’appassionato vuole, ovviamente, che la sua squadra sopravviva, che vinca i derby, che arrivi davanti alla rivale cittadina e che, nel lungo periodo, sia competitiva. Prima di tutto i derby.
Sul derby
L’anno passato, dopo la finale di Coppa Italia contro i giallorossi, Lotito – come anche Vlado – è stato osannato. Ora i tempi sono cambiati: la truppa di Garcia sta correndo molto veloce…
Sui programmi della LAZIO per provare a vincere
Con le sue scelte, la dirigenza ha infatti fatto terra bruciata attorno a sé. Almeno per quel che riguarda il mercato italiano. Rimangono gli stranieri, ma trovarne di “buoni” e con questi riuscire ad allestire una squadra competitiva è dura.
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