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PANTANO tuona: “Questa protesta non serve”. DE ANGELIS non è d’accordo: “Il club deve capire i tifosi”
IL TEMPO (G.Baldinacci/D.Palizzotto). Secondo l’ex schermidore “il tifoso deve tornare a fare il tifoso”, mentre per la storica voce laziale “è un diritto protestare, ma civilmente…”
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- Si avvicina il giorno della grande contestazione organizzata dai tifosi della Lazio in occasione di Lazio-Sassuolo di domenica sera. Guido De Angelis, storica voce del tifo biancoceleste, spiega la situazione al ‘Tempo’, in un articolo di Daniele Palizzotto.
«La protesta del tifo biancoceleste nasce da un disagio profondo dovuto all’atteggiamento della società in questi anni: spero davvero che Lotito possa capirlo, interpretare bene questa contestazione e assumere un atteggiamento diverso per il bene della Lazio».
Condivide dunque la contestazione?
«Protestare è un diritto, sono stati contestati anche presidenti come Cragnotti e Lenzini, ma solo se la protesta è fatta in modo civile, altrimenti si passa dalla ragione al torto».
Quali sono le responsabilità di Lotito?
«In questa società c’è tanta improvvisazione, si vive alla giornata. Lotito ha centrato ottimi risultati, ma quando c’è da fare il salto di qualità si tira sempre indietro».
Per esempio?
«Innanzitutto potrebbe introdurre una figura aperta al dialogo con la gente. Capisco le antiche frizioni, ma un campione del passato, una figura in cui i tifosi possano riconoscersi potrebbe dare una mano. Servirebbe anche un punto di riferimento al centro della città».
Futuro nero?
«Io spero ancora che Lotito possa cambiare atteggiamento: oltre a divertirsi in prima persona, faccia divertire anche i tifosi della Lazio».
Non è dello stesso avviso Stefano Pantano, grande ex schermidore e tifosissimo biancoceleste, che sulle colonne del ‘Tempo’, in un articolo a firma di Giorgia Baldinacci, ha detto la sua sulla protesta dei tifosi.
«Il tifoso deve tornare a fare il tifoso. Oggi è diventato esperto di mercato, di borsa ed è entrato in ambiti che non gli competono. Sarebbe bello tornare a preoccuparsi solo delle sorti della propria squadra: non credo che questa protesta sia efficace».
Cosa significa questa contestazione?
«Che lo stadio sia pieno è motivo di soddisfazione, sono anni che invito i sostenitori a riempire l’Olimpico. La contestazione significa dare un segnale, ma è curioso che chi ci sarà domenica magari non sia stato presente al derby».
Cosa contestano i tifosi alla società?
«Ne ho parlato personalmente con il presidente Lotito, ci sono situazioni che non vanno e questo è evidente. Dal mercato deludente al mancato salto di qualità. Ma nulla è mai cambiato, e non abbiamo il potere di farlo né come tifosi né come comunicatori».
Non crede abbiano il diritto di sognare?
«È giusto sognare, ci mancherebbe. Sono anche io un tifoso e sogno di tornare ai tempi della gloriosa Lazio di Cragnotti. Capisco che il momento e la crisi economica non aiutino, cerco dunque di essere più realista. In Italia si contestano De Laurentiis, Berlusconi e Moratti. Che per i tifosi biancocelesti sono dei veri e propri esempi».
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