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BROCCHI: “Contestazione? Ho solo paura che a pagarne le conseguenze siano i giocatori e la classifica della squadra”
L’ex centrocampista biancoceleste aggiunge: “La Lazio è stata una seconda famiglia, un qualcosa di incredibile e forte, mi farebbe piacere un giorno tornare ad allenare la Lazio, è un mio obiettivo”…
NOTIZIE SS LAZIO – Ai microfoni di Radio Radio è intervenuto l’ex biancoceleste Cristian BROCCHI per analizzare il momento Lazio, la contestazione dei tifosi biancocelesti e la partita di Champions League del suo Milan. Queste le sue parole.
Come vedi la contestazione?
Situazione delicata. Io ho vissuto un rapporto di grande stima con i biancocelesti e sono stati rispettato anche dalla società. Sono tra due fuochi . Lotito ha il suo modo di vedere le cose, i tifosi la pensano diversamente. Non c’è mai stato amore tra i due, solo dopo la vittoria di una Coppa si è creato un clima di calma apparente. Per rispetto della LAZIO spero si possa trovare il punto di incontro con i giocatori che riescono a pensare solo alla partita. Per le squadre avversarie è tosta giocare in uno stadio pieno con i tifosi che ti sostengono
Sorprende il salto di qualità della protesta nonostante la vittoria della Coppa Italia. È una cosa davvero anomala esplosa nell’ultimo periodo. Come se ne esce? Più facile che molli Lotito o i tifosi si devono rassegnare?
Difficile capirlo. Lotito è dura che lasci la Lazio perché ha sempre voluto la voglia di portare la lazio in alto e lo dico per quello che ci diceva nello spogliatoi, Ha sempre parlato della maglia della LAZIO come un onore da portare e ha sempre mostrato rispetto per i tifosi con le parole. Difficile che lasci quindi, ma fa spavento la presa di posizione dei tifosi Ho solo paura che a pagarne le conseguenze siano i giocatori e la classifica della squadra
La vicenda sul calcioscommesse? Evoluzioni?
Non so cons dire. Io non ho nessun tipo di problema, sono tranquillo per le cose dette e fatte ma è ovvio che ne ho subito le conseguenze. Non fa piacere sentirsi dire certe cose se sai che non hai fatto nulla. Me ne son successe tante nella mia vita, ho le spalle larghe ormai.
Futuro alla Lazio?
Io dalla Lazio ho avuto sempre grande disponibilità e avevo le porte aperte per un futuro societario anche se mai ne abbiamo parlato. La mia è stata una scelta di vita, avevo i figli a Milano e avevo la volontà di tornare a stare con loro, La Lazio è stata una seconda famiglia, un qualcosa di incredibile e forte, mi farebbe piacere un giorno tornare ad allenare la Lazio, è un mio obiettivo
Cosa mette in campo il Milan per l’impresa?
In campionato sta avendo un percorso difficili, ma i giocatori hanno enormi qualità, sono giocatori di grande livello, con la giusta esperienza e possono di certo fare bene. In campo devono mettere il DNA europee che ha.
È solo questione di DNA?
Certo che no, ma c’è chi ce l’ha e chi no. Chi gioca con la maglia del Milan si ha sempre la voglia di imporsi e di mettere fuori queste qualità anche caratteriali
Che cosa non va nel Milan di Seedorf? Ha un senso del calcio troppo offensivo?
Questo è quello che si dice e che emerge. I risultati negativi hanno complicato i percorso ma è giusto che quando arriva un nuovo allenatore deve mettere in campo la sua mentalità. Ma ci vuole tempo, entrare in corsa richiede pazienza ed è ovvio che non c’è equilibrio sin da subito
Il Milan investirà e tornerà ad essere una squadra molto competitiva?
L’atmosfera è voler riportare i Milan ad alti livelli, ma è difficile ora. In questo momento in Italia non si ha la stessa forza economica che si ha fuori. Il Milan deve trovare quei giocatori giusti che possano fare bene e interiorizzare il valore aggiunto di essere un giocatore del Milan
De Sciglio è l’unica nota positiva del Milan giovane?
Sarà di certo il terzino dei prossimi 10 anni del Milan. Poi bisogna creare i talenti, falli crescere. Serve costruire uno zoccolo duro e inserire giocatori che possono crescere e fare la differenze. Certe situazioni devono essere create. In passato sono stati costruite squadre con interventi oculati. La forza economica non è più quella di una volta, sta a chi lavora nei settori giovanili tirar fuori talenti, formare i ragazzi e farli giocare a San Siro. Si deve costruire l’uomo e poi il giocatore. Poi ovviamente è importante azzeccare i giusti acquisti.
Il problema del settore giovanile è quello dei genitori?
Posso essere d’accordo, anche se io sono stato fortunato quest’anno perché i genitori dei miei ragazzi aiutano solo i loro figli. Dobbiamo ricostruire, lo ripeto, degli uomini e dei calciatori. Il Milan mi ha formato come uomo e come calciatore. Negli ultimi anni abbiamo visto tanti talenti che si sono persi perché non hanno avuto la giusta formazione. Serve insegnare loro lo spirito di appartenenza alla maglia
Che effetto ti fa allenare i 15enni?
Non è facile, il mio gruppo è sempre stato definito come un gruppo anarchico e io sti cercando loro di dare una formazione forte
Ci credi nel passaggio del turno del Milan?
Certo perché il Milan mi ha sempre insegnato a crederci, ade essere vincente. Poi il Milan non ha nulla da perdere e fa si che certe cose accadano, di certo non puoi solo aspettare la fortuna
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