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Reja e Società, i 4 capi d’accusa
Un mercato estivo incompleto, uno invernale praticamente nullo, prestazioni sottotono sia fisicamente che mentalmente e scelte tecniche discutibili sono le accuse dei tifosi a tecnico e dirigenza
Reja e Società, i 4 capi d’accusa
Un mercato estivo incompleto, uno invernale praticamente nullo, prestazioni sottotono sia fisicamente che mentalmente e scelte tecniche discutibili sono le accuse dei tifosi a tecnico e dirigenza
All’indomani della sconfitta in Coppa Italia contro il Mian è il tempo delle analisi. Uno degli obiettivi stagionali è sfumato. Gli errori arbitrali, anche se la mancata espulsione di Dias ha ampiamente pareggiato il gol in fuorigioco di Ibra, non possono giustificare un atteggiamento della squadra che ha lasciato quanto meno a desiderare. Reja nel post partita ha parlato puntando il ditosui molti infortunati e sulla mancanza di alternative dando a ragione a chi non vedeva la Lazio pronta per il salto di qualità: “Nella situazione in cui siamo adesso fare fronte a tre competizioni è un po’ difficile per noi, non abbiamo una rosa adeguata per far fronte a tre competizioni. Siamo venuti cercando di centrare questo obiettivo, non ci siamo riusciti ma si riparte. Abbiamo ancora l’Europa League e tra 3 giorni il campionato. Lasciamo stare la coppa Italia e guardiamo avanti”.
Partendo da queste dichiarazioni, analizziamo ora i quattro capi di accusa che vengono imputati da tutti i tifosi della Lazio a tecnico e società
IL MERCATO ESTIVO
Il mercato estivo ha visto l’arrivo di sette elementi nuovi. I biancocelesti si sono rafforzati in attacco dove Klose e Cisse hanno sostituito Floccari e Zarate. Il tedesco si è rivelato un investimento indovinato, mentre lo stesso non si può dire del francese che è tornato al gol ieri dopo oltre 4 mesi di digiuno. L’ex attaccante del Panathinaikos sembra ad un passo dal Qpr, sicuramente non lascerà un segno indelebile. Il sacrificio di Zarate, idolo dei tifosi, non è andato giù a molti supporters anche perchè all’attaccante argentino non sono state perdonate cose (arrivo in ritardo, atteggiamenti poco carini in campo) che magicamente sono stati tollerati ad altri suoi compagni. Vedendo il Cisse attuale, non era forse meglio tenere Zarate? A centrocampo è arrivato Cana. L’albanese è stato preso, ma c’è stata una forte incomprensione sul suo ruolo, assolutamente poco adatto al 4-3-1-2, meglio se usato al fianco di un regista. Dopo un inizio quanto meno discutibile, dove non riusciva ad integrarsi nella linea mediana a tre, piano piano ha acquisito sicurezza infortunandosi nel momento migliore della stagione. Konko ha mostrato qualcosa, ma è stato a lungo fermo per infortunio. Marchetti è stato portiere della provvidenza e, nonostante qualche errore, non ha fatto rimpiangere Muslera. Reja aveva chiesto un centrale titolare da poter alternare a Dias e Biava è arrivato Stankevicius. Il tecnico goriziano non lo ha preso subito in considerazione, anzi lo ha perfino escluso dalla lista per l’Europa League. Il lituano ha alternato buone prestazione ad errori grossolani. Senad Lulic arrivato come uomo misterioso si è rilevato un ottimo investimento e come una pedina davvero fondamentale. Klose, Lulic e Marchetti hanno tirato la carretta troppo spesso, ma basta a definire soddisfacente le mosse di mercato biancocelesti visti i flop di Cana, Cisse e Stankevicius? Reja, che si diceva soddisfatto, lo era veramente? La società ha seguito le istruzioni del tecnico?
IL MERCATO INVERNALE
Gli infortuni a catena, con Brocchi e Mauri che torneranno arruolabili come minimo tra un mese, lasciavano pensare che la Lazio sarebbe intervenuta pesantemente sul mercato invernale. Reja ha chiesto, finora invano, un esterno che possa essere un vice Konko. Scaloni, Cavanda e Zauri, provati al posto del terzino ex Genoa, hanno tutti lasciato a desiderare, ma la richiesta del tecnico è rimasta, per ora, inascoltata. Al momento è arrivato solamente Alfaro che si è subito infortunato e ancora non ha dimostrato il suo valore. Il tecnico era scettico sull’uruguaiano, salvo poi ricredersi dopo i primi allenamenti. Il goriziano si aspettava ben altro e la domanda che ogni laziale si fa è: Ma come mai si aspetta sempre l’ultimo momento per muoversi sul mercato? Sono partiti Stendardo e Sculli, ma di gente nuova a Formello nemmeno l’ombra. Tanti nomi, tanti sondaggi, ma nessuna trattativa vera e propria. La Lazio segue Honda del Cska Mosca, ma è veramente il calciatore di cui ha bisogno la Lazio? Le qualità del nipponico sono indiscutibili, ma forse sarebbero serviti due mediani per dare corsa, muscoli e cervello ad un centrocampo in cui Gonzales, Lulic e Ledesma sono chiamati agli straordinari da due mesi. Reja e Tare tacciono e cresce la delusione dei tifosi. La possibile cessione di Cisse, sarebbe ai dettagli con il Qpr, apre un’altra questione: arriverà un’altra punta o si andrà avanti con Rocchi e Klose, provando a recuperare Kozak, spesso dimenticato, e puntando sul giovane Alfaro? Non sono pochi quattro attaccanti, di cui due più che trentenni, per cercare la qualificazione in Champions League? I quattro giorni che mancano alla chiusura del mercato scioglieranno questi dubbi.
LE PRESTAZIONI
La Lazio ha alternato prestazioni effervescenti ad altre davvero sottotono sia fisicamente che mentalmente. Non solo in campionato, ma anche la qualificazione stentata in Europa League è l’emblema della stagione. Un obiettivo a cui la squadra crede, parola della società, è stato preso sottogamba e solo grazie alla sconfitta del Vaslui a Zurigo, la squadra ha passato il turno. Partite affrontate male con troppi errori sotto porta e una gara in Romania al limite dell’inguardabile. Ma come mai, se l’Europa è un obiettivo, Reja ha sempre scelto le seconde linee privileggiando il campionato? Anche la gara in Coppa Italia con il Verona, vinta nel recupero con una perla di Hernanes ha fatto arrbbiare i sostenitori biancoceleste per un atteggiamento passivo e svogliato della formazione. Anche in campionato ci sono state delle prestazioni quasi al limite dell’incommentabilità come la trasferta di Siena o la gara in casa contro il Chievo. Ma tutta le prime 19 gare sono state altalenanti. Bene in trasferta, nonostante le ultime due sconfitte con Siena e Inter, molto meno bene in casa dove la squadra fatica ad imporre il proprio gioco con le piccole. A tutto questo si aggiunge il fatto che i capitolini non hanno mai vinto con le big, escluso il derby vinto al fotofinish Nelle partite di cartello sono arrivati il pareggio alla seconda con il Milan, stesso risultato al San Paolo con il Napoli e in casa con l’Udinese e le sconfitte contro Inter e Juventus. Molto spesso i risultati non sono arrivati per mancanza di personalità, cosa inaccettabile per una squadra che dovrebbe essere “affamata”. I tifosi della Lazio meritano una squadra concentrata e con gli attributi. Come mai Reja sbaglia sempre le gare fondamentali? La società perchè non si fa sentire specie quando ci sono sviste arbitrali?
SCELTE TECNICHE
Chiudiamo parlando delle scelte quanto meno discutibili di Reja. Lo schierarsi a specchio ha portato più disagi che agi alla Lazio. Non si può giocare contro le piccole e adattarsi al loro gioco. La squadra deve imporsi, deve far sentire la superiorità. Il cambiare modulo spesso ha reso i giocatori insicuri e irriconoscibili con giocatori come Dias, autentica colonna della scorsa stagione, che commette errori e ingenuità clamorose. Questo aumenta il nervosismo e così si spiegano le manate a Pazzini e Van Bommel nella duplice sfida di San Siro. Un esempio chiaro è la gara di ieri dove il 3-5-2 ha fatto ballare la squadra per un tempo. Stesso modulo usato nella prima frazione contro l’Udinese che, nonostante fosse senza Di Natale e Armero, ha fatto il bello e il cattivo tempo. Difesa a tre che è andata bene solo nella seconda fase del match contro il Lecce, ma in una situazione diversa e contro una squadra notevolmente inferiore. Hernanes sostituito troppo spesso, lascia molti interrogativi. Come mai rinunciare al giocatore con più talento e che può cambiare una gara con un colpo come accaduto spesso la scorsa stagione e quest’anno con il Verona? Le responsabilità della società? Quella di non esser intervenuta seriamente specialmente sull’aspetto psicologico.
Gli interrogativi rimangono, la Lazio deve svegliarsi se gli obiettivi sono il terzo posto, con la conseguente qualificazione in Champions League, e l’ andare più avanti possibile in Europa League non c’è più tempo da perdere.
Antoniomaria Pietoso
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