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FISCO-CALCIO. Zamparini: “Se uno non paga le tasse non può iscriversi, mica come Lotito…”
Il Presidente del Palermo, in un’intervista a Il Corriere della Sera, accusa il patron della Lazio
FISCO-CALCIO. Zamparini: “Se uno non paga le tasse non può iscriversi, mica come Lotito…”
Il Presidente del Palermo, in un’intervista a Il Corriere della Sera, accusa il patron della Lazio
L’Agenzia delle Entrate torna ad occuparsi del calcio e fa storcere il naso a Maurizio Zamparini. «Bè, lo Stato si sta interessando a tutti i vasi da notte degli italiani per vedere cosa c’è dentro», esordisce il presidente del Palermo, fondatore del ‘Movimento per la gente’, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera e riportata in parte dall’ANSA. Nel mirino del Fisco sono le operazioni di comproprietà. Un tavolo tecnico tra Agenzia delle Entrate e vertici del calcio è stato aperto sulla tassazione Iva relativa alle cessioni dei calciatori. «Da tempo parlo di Stato canaglia e questa è l’ennesima dimostrazione», attacca il n.1 del Palermo.
«Intanto bisogna dire una cosa: il sistema di tassazione nel calcio così com’è non procura allo Stato nessun danno. Tutto il meccanismo è stabilito da tabulati che la Federcalcio ha concordato con la Covisoc. Dunque, è tutto legale», dice Zamparini, secondo il quale «la regola così com’è è stupida. Però l’hanno fatta loro e ce la dobbiamo tenere». Per il presidente del club rosanero «sono tutti escamotage per cercare di raccattare soldi dalle tasche degli italiani non agendo sull’evasione fiscale, ma sui cavilli, sulle interpretazione delle leggi e sull’eventualità che la gente non faccia ricorso davanti alle cartelle più piccole».
Il calcio non è un luogo di comportamenti virtuosi. «Vero, ma dal punto di vista amministrativo io dico che il calcio italiano è il migliore di tutti», ribatte Zamparini. «Ormai non è più come in passato: se uno le tasse non le paga, non può iscriversi. Anche se magari a gente come Lotito è andata diversamente». Un’accusa al presidente della Lazio? «Bè è lui l’amico di Befera (direttore delle Entrate, ndr)…». A chi domanda come andrà a finire questa storia, il n.1 del Palermo risponde: «In niente, sono sicuro». Calcio sano, dunque? «Amministrativamente sì. Non sarà qui che lo Stato potrà cercare di ridurre un debito creato solo da chi stampa la carta».
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