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Filippo INZAGHI. Dagli Allievi alla prima squadra, con lo stesso modulo di PIOLI: il 4-3-3
LAZIONEWS.EU – Torna l’approfondimento “L’altra panchina”, dedicata all’allenatore avversario. Primo scontro tra la Lazio e l’ex bomber rossonero…
L’ALTRA PANCHINA – In occasione della prima giornata di campionato, stagione 2014-2015, torna la rubrica di Lazionews.eu dedicata all’allenatore avversario. Il racconto di carriera, peculiarità tattiche, curiosità e precedenti con la LAZIO. Si parte con MILAN-LAZIO e con Filippo INZAGHI, neotecnico dei rossoneri, che dovrà portare i suoi al riscatto dopo una stagione del tutto fallimentare, accentuata anche dalla mancata qualificazione in Europa.
LA CARRIERA – Pippo Inzaghi, dopo ben 21 stagioni da calciatore professionista, è alla prima esperienza su una panchina di Serie A. L’ex attaccante di Juve e Parma appende ufficialmente gli scarpini al chiodo il 24 luglio 2012: lo score da calciatore è impressionante, con 288 gol messi a segno in 623 presenze in tutte le competizioni, è il miglior marcatore italiano in Champions League (50 reti) e il secondo in assoluto nelle competizioni europee (70 gol, dietro solo a Raul). Una carriera esaltante ed esemplare per ‘Superpippo’, nato a Piacenza il 9 agosto 1973, tanto da convincere il duo Galliani-Berlusconi a prolungare il suo matrimonio con il ‘diavolo’, questa volta con altre vesti. Arriva così il primo incarico da allenatore nel settore giovanile, uno step quasi obbligato per ogni tecnico che, con gli Allievi Nazionali, conquista il secondo posto nel girone, ma deve arrendersi nelle Final Eight in semifinale contro l’Empoli. I giovani rossoneri portano comunque a casa un riconoscimento: la Scopigno Cup-Trofeo Città di Rieti, battendo in finale lo Zenit San Pietroburgo per 3-2 (in semifinale Roma sconfitta 2-1). L’anno successivo, stagione 2013-14, Inzaghi viene ‘promosso’ sulla panchina della Primavera (il fratello Simone da gennaio occuperà quella della Lazio, ndr). Nel girone B i rossoneri si piazzano al terzo posto dietro al Chievo e all’Atalanta e con un punto di vantaggio sull’Inter, ma per giocarsi la possibilità di entrare in Final Eight, devono passare dai playoff. La corsa rossonera si ferma ai quarti, interrotta dalla sorpresa Udinese che passa il turno grazie alla vittoria per 3-1. Una delusione che viene però ripagata in pieno con il trionfo nel Torneo di Viareggio, la più prestigiosa manifestazione di calcio giovanile che si tiene tutti gli anni a febbraio, arrivata con il successo per 3-1 ai supplementari in finale contro l’Anderlecht, squadra detentrice della Coppa. La scalata di Inzaghi non si ferma e il 9 giugno 2014 diviene ufficiale il suo ingaggio da allenatore della prima squadra del Milan, al posto dell’esonerato (e tanto discusso) Clarence Seedorf.
LA TATTICA – Quello di domenica sera a ‘San Siro’ sarà uno scontro fra allenatori che mettono in campo le loro formazioni con lo stesso modulo, il 4-3-3. E’ questo lo schieramento tattico da cui partono sia Inzaghi che Pioli, con l’obiettivo primario ed immediato di non stravolgere schemi di gioco già propri dei calciatori, attuando gradualmente i vari cambiamenti. In realtà il tecnico del Milan ha sempre adottato il 4-3-3, anche sulla panchina della Primavera. Molto probabilmente, quindi, l’ex bomber non cambierà in maniera sostanziale lo schieramento nel corso della stagione, a meno di clamorose necessità. Quello che ora manca al Milan di Inzaghi è un centravanti nel tridente offensivo, ruolo lasciato scoperto dalla partenza di Mario Balotelli. A disposizione c’è Giampaolo Pazzini, che sembra però destinato a sedersi in panchina, a vantaggio dell’ex romanista Jeremy Menez che domenica sera agirà da ‘falso nueve’, con la conseguenza di un attacco molto mobile e dinamico completato da El Shaarawy e Honda. Attenti a quei tre, verrebbe da dire: con ogni probabilità Inzaghi chiederà ai suoi centravanti di scambiarsi molto spesso, soprattutto con lo spostamento dell’ex Psg sulla sinistra (posizione che gli è più congeniale) e l’accentramento del ‘Faraone’ che avrà anche licenza di incunearsi in area per ritrovare il “killer instinct” dei tempi migliori in rossonero. Tutto questo, in attesa del Nino Torres…
I PRECEDENTI – Il match di domenica sarà il primo incrocio tra la LAZIO e il Pippo Inzaghi allenatore, ma da calciatore per cinque volte ha ‘castigato’ i colori biancocelesti, tutte in campionato. Lo score parla di un gol messo a segno con la maglia dell’Atalanta e uno con la maglia della Juventus, poi tre reti rifilate con la casacca rossonera.
La redazione di Lazionews.eu
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