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REJA dalle stalle alle stelle

Il tecnico biancoceleste ha conquistato l’affetto dei tifosi biancocelesti che ora sono totalmente al suo fianco

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REJA dalle stalle alle stelle

Il tecnico biancoceleste ha conquistato l’affetto dei tifosi biancocelesti che ora sono totalmente al suo fianco

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Edy REJA è riuscito in un’impresa che forse in pochi avrebbe creduto possibile: conquistare i tifosi. Il goriziano ha saputo entrare nel cuore della gente con la sua grinta, la sua personalità e il suo cuore. A 67 anni e con una voglia da ragazzino, REJA è pronto a combattere fino alla fine per cercare di conquistare una Champions che, visti i problemi, gli infortuni e un calciomercato deficitario, sarebbe quasi storica.

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L’ARRIVO. Nel febbraio del 2010 in una situazione disperata, dopo l’esonero di BALLARDINI, LOTITO pensa al tecnico friulano. REJA ha saputo far riemergere dalle ceneri una squadra che sembrava l’ombra di se stessa. Partita dopo partita arrivarono i punti necessari per una salvezza fondamentale e un dodicesimo posto che tre mesi prima sembrava lontano anni luce.

 

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CHAMPIONS SFIORATA La stagione successiva è quella della svolta, una partenza bruciante con sette vittorie e un pareggio nelle prime nove giornate. HERNANES e ZARATE in forma smagliante che trascinano una squadra spettacolare con una difesa quasi impenetrabile. Poi la sconfitta nel derby e le prime crepe che iniziano a manifestarsi. Il campionato va avanti e la Lazio perde punti per strada e si fa mano mano riprendere. Arrivano altre due sconfitte nei derby (una in Coppa Italia) e i tifosi iniziano a rumoreggiare arrivando anche a fischiare il friulano. La corsa testa a testa con l’Udinese termina con i bianconeri che si qualificano ai preliminari di Champions League. In estate arriva un mercato di riparazione importante con gli sbarchi nella capitale di CISSE e KLOSE, ma anche la partenza di ZARATE. Proprio la partenza del talento argentino, idolo dei tifosi ma mai digesto a REJA, crea una spaccatura insanabile tra sostenitori e allenatore.

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LE DIMISSIONI Inizia una nuova stagione dalle premesse incredibili. Piano piano la situazione peggiora e le rimonte subite contro Milan e Vaslui creano le prime preoccupazioni. Dopo la sconfitta per 2-1 in casa contro il Genoa subita il 18 settembre 2011, infatti, l’ambiente laziale inizia a contestarlo pesantemente e REJA rassegna le dimissioni che vengono, però, respinte dal presidente Lotito. La squadra si schiera totalmente al fianco dell’allenatore e la stagione prosegue tra alti e bassi. Da un lato l’esplosione di Miro KLOSE e Senad LULIC, dall’altro la serie incredibile di infortuni e l’astinenza dal gol di Djibril CISSE. Il 16 ottobre arriva la vittoria nel derby dopo cinque sconfitte consecutive con la rete del panzer tedesco nel recupero. L’ambiente si riavvicina al tecnico “catenacciaro e minestraro”, per usare i termini meno offensivi.

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LA RISALITA Si arriva al mercato invernale con i tifosi che sognano per un mese un paio di nomi importanti per fare il definitivo salto di qualità. Il 31 gennaio si chiude con l’arrivo del solo CANDREVA e la partenza di CISSE e SCULLI. REJA e la squadra si rimboccano le maniche e si cementano e dopo solo 24 ore arriva lo splendido successo sul Milan. La storia cambia, i tifosi si schierano al fianco della squadra e dell’allenatore per spingere i propri beniamini sempre più in alto. Giovedì un’ennesima dimostrazione di forza e di unione con la Lazio sotto due a zero e di un uomo all’intervallo. REJA carica la squadra nello spogliatoio e rischia il tutto per tutto gettando nella mischia KOZAK. I biancocelesti ribaltano la situazione proprio con una rete del ceco e conquistano il terzo posto in un Olimpico trasformato in una bolgia nonostante la temperatura polare.

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Nonostante gli infortuni a catena (giovedì in panchina c’erano due ragazzi della Primavera) la squadra continua a dare il massimo, non mollando mai. REJA ha il sostegno della gente che sta trascinando la rosa oltre i propri limiti. Il friulano ha conquistato proprio tutti e ha avuto il merito di trasformare un divorzio quasi inevitabile in un matrimonio da nozze d’oro.

ANTONIOMARIA PIETOSO

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