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Un BIGLIA così non si era mai visto, CANDREVA e LULIC: ‘se non uccide, fortifica’. LAZIO, stavolta ce la puoi fare!

L’ormai tradizionale e proverbiale pressing alto e aggressivo sta portanto i suoi frutti, il poker di successi è un toccasana per la fiducia dei capitolini…

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LAZIO-TORINO, IL RACCONTO – Ritmo molto sostenuto sin dai primi secondi, con il Torino che parte subito carico. Al 6′ coast to coast Candreva, che parte, nessuno lo prende, arriva nei pressi dell’area e scarica il destro: Gillet si allunga e devia. La Lazio è fresca lì davanti, Djordjevic ne è la dimostrazione. Il serbo tocca pochi palloni, ma è un pericolo costante, non dà respiro ai difensori avversari e li fa rimanere in apprensione. Al 13′ prima conclusione in porta dei granata con Farnerud, ma il tiro da lontano non può avere pretese. Al 15′ BIGLIA si prende il pallone sulla punizione dal limite e pennella il gol dell’1-0: Gillet può solo rimanere fermo ad ammirare. I biancocelesti non si fermano e sfiorano subito il raddoppio con una grande giocata di Parolo che serve l’accorrente Candreva che stoppa di spalla e incrocia il tiro da posizione defilatissima con un bel destro che però trova solo il palo dopo essere passato sotto le gambe di Gillet. Gli uomini di Pioli accelerano ma il Toro viene salvato prima da Glik e poi dalla buona sorte sull’incornata di Ciani. La partita è bellissima e molto aperta perché il Toro risponde con l‘ottimo Farnerud e la girata pericolosa di Quagliarella (bravo Marchetti) a una Lazio a tratti incontenibile che conduce la partita con ritmi forsennati. Il pressing biancoceleste è asfissiante, Biglia è ovunque ed è incredibilmente fondamentale anche e soprattutto in fase di recupero palla. La ripresa si apre con un cambio importante operato da Pioli, che inserisce Miro Klose al posto di un deludente Felipe Anderson, ed ecco che il tedesco si mette al fianco di Djordjevic per la seconda volta in stagione, come era accaduto nel secondo tempo di Lazio-Udinese. Ad agire in zona più centrale va Candreva. Gioca bene la Lazio, ma è il Torino a trovare il gol del pareggio con Alexander Farnerud che sfrutta un assist involontario di Ciani in scivolata e con un sinistro preciso buca Marchetti al 53′. Tempo sette minuti e i capitolini tornano in vantaggio: sassata da lontano di Candreva su punizione, Gillet goffo respinge centralmente e sul pallone si avventa Miro Klose che torna al gol in biancoceleste dopo sette mesi. I ritmi continuano ad essere altissimi, il Torino non mette grossi brividi agli avversari ma è ben in partita. La Lazio sfiora letteralmente il terzo gol con la bella combinazione Radu-Lulic, con il bosniaco che vede e serve l’accorrente Klose che stoppa bene ma cicca il pallone al momento decisivo del tiro; il panzer poi ci prova anche di testa ma pecca di potenza. La partita continua ad essere forsennata, ma a premere e ad andare più vicina alla rete è ancora la squadra di casa, con il tentativo anche di Parolo. Alla fine è 2-1 per la Lazio, che trova la quarta vittoria consecutiva e vola al quinto posto in classifica (in coabitazione con il Milan) a quota 15 punti.

BIGLIA STRATOSFERICO – In una rapida panoramica del match, vengono all’occhio l‘incredibile e costante intensità della partita, del pressing alto e aggressivo da parte di entrambe le squadre. Il nodo, il fulcro, il bandolo o che dir si voglia, è stato Lucas BIGLIA. L’argentino si è reso protagonista probabilmente della miglior prestazione da quando è in biancoceleste, eletto ufficialmente dai tifosi vero e proprio leader e beniamino con la standing ovation al momento della sua uscita dal campo. L’ex Anderlecht ha mostrato tutte le sue doti, che sono eccellenti dal punto di vista tecnico, del palleggio, del fraseggio e della conduzione di palla, ma incredibili anche da quello dell’interdizione e del recupero palla: un giocatore assolutamente completo. Lo vedi andare a contrastare in maniera arcigna (verrebbe da dire quasi ‘ignorante‘) sulla propria linea di fondo, e pochi minuti più tardi sfondare in area avversaria arrivando al cross.  Indispensabile con un paio di interventi provvidenziali in fase di non possesso, un vero e proprio difensore aggiunto, una freschezza atletica invidiabile (la sua sostituzione per un malore non dovrebbe preoccupare). Il ‘principito’ non perde praticamente mai il pallone e questa sera è riuscito anche a buttarla dentro con una punizione magistrale, per il primo gol in stagione.

CANDREVA E LULIC, SE NON UCCIDE FORTIFICA – Chi veniva da dei problemi fisici erano Candreva (alla prese con la febbre fino a tre giorni fa) e Lulic (impegnato nel recupero da un problema muscolare) e alla fine Pioli ha deciso di schierarli dall’inizio e per 90 minuti. Un primo tempo di altissimo livello per l’esterno di Tor de’ Cenci, onnipresente sulle due fasce, anche in quella di un Felipe Anderson ‘sciapo’. Un furetto imprendibile con le sue scorribande in lungo e largo sul prato dell’Olimpico, con un palo da posizione difficilissima che ancora grida vendetta. Nel secondo tempo il calo più che fisiologico, dato anche dal cambio di modulo e più che altro di uomini (con Klose al posto di Anderson) che un po’ lo ha sacrificato. Nasce comunque dal suo calcio di punizione la zampata del panzer che è valsa la vittoria. Grande sostanza e continuità da parte del bosniaco, preziosissimo in fase di rottura e ripartenza, spina nel fianco costante per la difesa granata e maestro nell’allungare la squadra. Un motorino inesauribile, è lui a conquistare la punizione trasformata in oro colato da Biglia.

GUAI A SPEZZARE L’INCANTESIMO – Tutto fantastico, tutto perfetto: la Lazio gira a meraviglia, è fresca atleticamente e mentalmente, riesce a fare precisamente quello che il tecnico le chiede. L’ormai tradizionale e proverbiale pressing alto e aggressivo sta portanto i suoi frutti, il poker di successi è un toccasana per la fiducia dei capitolini (squadra e tifosi); vincere aiuta a vincere, si sa , e i biancazzurri sembrano volare sulle ali di un incantesimo. La Lazio corre, lotta, è bella e fa divertire ma dà l’impressione di essere anche sbarazzina e cinica al punto giusto, elemento che da molti anni a questa parte mancava da queste parti. A Verona, mercoledì, si tornerà sul luogo del delitto, quando morì la Lazio di Vladimir Petkovic dopo la batosta di un altro poker, quella volta subito. Da quella partita natalizia ne sono cambiate moltissime di cose, sopra tutte, la sensazione che questa Lazio ce la possa fare sul serio, a patto che l’incantesimo non si spezzi sul più bello.

Francesco Iucca

TWITTER: @francescoiucca

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