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UNO SGUARDO ALLA SERIE A: “Il buono, il brutto e il cattivo” di Marco Piccari
Il telecronista Mediaset analizza l’ultima giornata di campionato soffermandosi sui tre momenti più salienti…
IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO – Nuova puntata della rubrica “Il buono, il brutto e il cattivo”,dove il telecronista Mediaset Marco Piccari, in esclusiva per Lazionews.eu, si sofferma sui tre personaggi che più hanno caratterizzato l’ultimo turno di campionato. Ecco i protagonisti dell’ 8° giornata:
Il Buono: MESSAGGI
Buono, bello, fate voi sta di fatto che dall’ultima giornata di serie A sono arrivati dei messaggi che hanno riempito il cuore di tutti e hanno reso il calcio umano e più sensibile. Giocatori e tifosi uniti per omaggiare la memoria di Cristian e Stefano De Amicis, padre e figlio tifosi della Roma tragicamente scomparsi la notte Roma – Bayern. Commovente è stata la maglia, con l’immagine del padre e del figlio, indossata dai giocatori della Roma prima della sfida con la Samp. Emozionante la risposta della curva Nord della Lazio con lo striscione “ Oltre i colori…Ciao Stefano e Cristian” Suggestivo il gesto di Miro Klose che a fine partita ricorda le due vittime. Nessuna divisione tutti insieme nel derby del dolore, per provare a superare un dramma difficile da spiegare e anche d’accettare. Gesti profondi per non dimenticarli mai.
Il Brutto: Ferrerro
“E’ ingiusto che Moratti sia stato trattato così. Io glielo avevo detto: “Caccia quel filippino…”. E’ venuto dall’Indonesia per insultare un emblema del calcio… queste le parole del presidente Ferrero. Una caduta di stile che con la simpatia a poco a che fare, una mancanza di rispetto che meriterebbe una riflessione, un’uscita che si potrebbe configurare come razzista. Brutta situazione che intristisce il calcio italiano, spesso alle prese con problemi di questo tipo. Dopo il caso Tavecchio arriva quello di Ferrero, in pochi mesi non è cambiato niente si continua a parlare e fare battute senza dare il giusto peso e significato alle parole che spesso sono più devasti dei fatti.
Il Cattivo: Di Natale
Il cattivo di questa settimana è Antonio Di Natale. Qualcuno potrebbe rimanere meravigliato della scelta, ma un attaccante che all’età di 37 anni continua a segnare in questa maniera, 5 gol in campionato e 197 in Serie A, vuol dire che è accompagnato anche dalla cattiveria ma quella agonista che lo porta a non mollare mai. Nella sua carta d’identità di Antonio l’età è cancellata e sotto la voce professione c’è scritto bomber. Gol a raffica e sempre belli, anzi bellissimi come l’ultimo realizzato contro l’Atalanta. Un cecchino spietato che quando vede la porta centra sempre il bersaglio e i difensori, molto più giovani di lui, non lo prendono mai. Tecnica, lavoro, determinazione e sana cattiveria un mix che fa di Antonio Di Natale un attaccante ancora esplosivo.
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