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SERBIA-ALBANIA, parla BERISHA: “Sentenza ridicola. Ma in corte d’appello cambierà tutto”

Il portiere biancoceleste poi scherza: “Ecco cosa significa ‘non ti preoccupare’ detto da un italiano”…

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NOTIZIE LAZIO – “Una decisione ridicola”. Non ha peli sulla lingua Etrit BERISHA quando si tratta di commentare la sentenza della Uefa in merito a quanto accaduto il 14 ottobre scorso a Belgrado, durante la sfida tra Serbia e Albania. Il portiere biancoceleste si sfoga attraverso le colonne del quotidiano albanese Dita: “L’ho vissuta la guerra in Kosovo, vagamente (all’epoca aveva solo 9 anni, ndr). E poi c’è stata l’occasione di giocare a Belgrado. Ci avevo pensato a lungo, mi sono detto ‘ok, andrà bene, non ci saranno problemi per ciò che è successo in passato'”. Ed invece il peggio si è concretizzato, con Berisha che aveva già avvertito i presagi del dramma: “Tutto sarebbe potuto filare liscio, credevo. Ma appena ho visto i poliziotti, i tifosi, l’atmosfera… ho avuto una strana sensazione. Il modo in cui si sono comportati i tifosi, è stato un evento terribile. Stavamo giocando a pallone su un campo da calcio, non su un campo di battaglia. Per me è stata una bruttissima emozione. Ero convinto che bastasse anche solo un nostro gol per avere tutti i tifosi sul campo”. Poi, dopo il danno, è arrivata anche la beffa da parte della Uefa:Una decisione assurda, ma so che cambierà. Non abbiamo fatto assolutamente nulla per perdere la partita. Abbiamo fatto ricorso, in corte d’appello si risolverà tutto. Sono convinto che la faccenda non si chiuderà così, me lo sento. L’estremo difensore si sofferma anche nei valori che gli ha trasmesso la propria famiglia: “E’ tutto per me, ogni giorno parlo con loro e chiedo loro consiglio. L’Albania e il Kosovo sono tutto per noi. Ai nostri occhi, l’unificazione dei territori albanesi appare grandiosa. E forse, nonostante le conseguenze stabilite dalla Uefa, questa partita ha avuto anche degli aspetti positivi. Tutto il mondo parla della nostra nazionale. E soprattutto noi che siamo cresciuti in Kosovo facciamo del nostro meglio per rappresentare degnamente l’Albania. Una scelta che non tutti i kosovari hanno seguito, come la folta colonia che ha deciso di giocare per la Svizzera o, l’ultimo in ordine cronologico, quella di Adnan Januzaj che ha scelto di rappresentare il Belgio: Gli albanesi nascono con un sentimento che non puoi avere se nasci altrove – commenta Berisha -. Forse non si sentono parte di noi, come se fossimo un corpo solo. D’altronde, chi non è convinto è meglio non si faccia avanti. Adesso siamo un gruppo in cui ogni elemento da il massimo. Ciascuno darà sempre tutto, fino all’ultima goccia di sudore, per raccogliere quel successo che ancora manca all’Albania”. L’ultimo messaggio lo lancia al proprio popolo: “Abbiamo fatto molto insieme. Faremo di tutto per dare a voi e a noi stessi ciò che meritiamo da tempo!”. In conclusione il biancoceleste si lascia andare ad una battuta: “Quando un italiano ti dice ‘non ti preoccupare’ in realtà significa che c’è il rischio non sappia come eseguire il suo compito!”

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