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LA GAZZETTA DELLO SPORT. La cura Dolori Lazio? Reja ha pronte tre aspirine

Una sintesi dell’articolo de “La Gazzetta dello Sport”

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LA GAZZETTA DELLO SPORT. La cura Dolori Lazio? Reja ha pronte tre aspirine

I gol di Kozak, il rientro di Mauri e la voglia di Alfaro: ecco come rialzarsi dopo Palermo

(getty images)

La botta è stata forte, la Lazio è un pugile che barcolla, aspettando la fine della ripresa. Perché poi, una volta seduti all’angolo, si fa il conto delle energie, si ascoltano i consigli giusti e si studia il modo di rialzarsi. E allora ci sono almeno tre motivi per tornare al centro del ring e provare a ribaltare una tendenza antipatica e pericolosa. Primo motivo: la classifica, che dice ancora terzo posto. La Lazio è finita a terra a Palermo, ha perso la ripresa e pure di brutto, ma il match — pardon, la stagione — è ancora tutta da giocare. Punto secondo: il pugile biancoceleste ha dimostrato una grande capacità di reazione. Dopo le altre cinque sconfitte subite in campionato, ha sempre trovato il modo di rialzarsi, vincendo in tutte le occasioni: la Fiorentina è avvisata, e nessuno si offenda se per un momento si trascura il ritorno di Europa League a Madrid. E poi c’è il punto tre: le forze fresche. Sarebbero dovute arrivare dal mercato di gennaio, ma non è andata così e questa è storia nota. Una per la verità ci sarebbe anche e porta il nome di Emiliano Alfaro, debuttante sfortunato a Palermo. «È stato precipitoso nelle conclusioni, però sì è mosso discretamente, come inizio non c’è male», le parole di Reja, che di questo ragazzo ha cominciato ad apprezzare la voglia di affermarsi in Italia. Poi c’è Mauri, che a Palermo è tornato a riveder la luce dopo quattro mesi. Eccolo, il rinforzo di Reja, proprio in quel settore in cui il tecnico ha atteso invano novità dalla società. Finora Mauri ha fatto il tifoso, ha visto il suo nome sui giornali per motivi meno nobili, ha rinnovato il contratto, ora vuole rinnovare anche la sua voglia di Lazio. Voglia che in fondo non è mai mancata a Kozak, che una dote — ormai si è capito — ce l’ha: la confidenza con la porta avversaria. Nessuno ha la sua frequenza-gol nel campionato italiano: due reti in sei presenze, meglio ancora una ogni 70 minuti. Insomma, è uno in grado di tirarli due pugni, è uno a cui appoggiarsi per rialzare la testa, guardando in faccia il sogno Champions.

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