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PATARCA: “Dal 2004 in poi è venuto giù il buio…Keita? Spero non faccia la fine di Zarate”
Lo storico scopritore di talenti aggiunge: “I rapporti con l’attuale proprietario non sono buoni, ma dico ai tifosi di seguire sempre e comunque la Lazio”…
NOTIZIE LAZIO – Intervenuto ai microfoni di Elle Radio, nel corso della trasmissione radiofonica “I Laziali Sono Qua”, Volfango Patarca, storico scopritore di talenti di casa Lazio tra cui Paolo Di Canio, Alessandro Nesta e Marco Di Vaio, parla dell’attuale settore giovanile biancoceleste e non solo:
Mister iniziamo con una cosa che forse non tutti sanno. Lei, nel 1998, fu mandato negli Stati Uniti dal Presidente Cragnotti per insegnare calcio. Oggi si parla molto di Academy. Voi la facevate 16 anni fa promuovendo il brand Lazio.
“Sì, in qualità di Direttore della Scuola Calcio della Lazio, ebbi grandi incarichi dal Presidente. Ricordo che ogni anno selezionavo dei giovani interessanti e li portavo a giocare all’Olimpico. Ai bambini americani brillavano gli occhi a sentir parlare della Lazio. La stessa cosa successe anche in Venezuela, in Canada e in gran parte del mondo. Probabilmente se negli ultimi anni il calcio americano è uscito fuori in questo modo, una parte del merito è anche nostra. Peccato che qualcuno abbia interrotto questa valorizzazione del brand Lazio. Dal 2004 in poi è venuto giù il buio…”.
Da grande esperto di settori giovanili, come vede l’attuale situazione dei vivai italiani?
“Non bene e aggiungo una cosa. E’ impossibile che in Italia siano spariti i grandi talenti. Prendiamo come esempio la città di Roma che ha circa tre milioni di abitanti. Trovo assurdo che da anni non emergano dei calciatori in grado di trascinare le proprie squadre d’appartenenza. La verità è che ci sono troppi stranieri e ai giovani italiani non viene permesso di sbagliare. Fino a qualche tempo fa la questione degli stranieri riguardava solo la Prima Squadra, ora il fenomeno si è esteso anche alle Giovanili. Di cosa si sorprendono i vati del calcio se poi la Nazionale fa certe figure?”.
Lei ha scoperto, tra i tanti, giocatori del calibro di Paolo Di Canio, Alessandro Nesta e Marco Di Vaio.
“Sì, e volete sapere quanto ho fatto spendere alla Lazio? Zero! Non solo. Pensate a quanto può aver guadagnato la Lazio dalle cessioni di questi giocatori. Perciò non mi venissero a parlare di costi per far crescere un settore giovanile. Serve solo competenza”.
Cosa si prova nel vedere esordire dei talenti così grandi nella massima Serie?
“Sono emozioni indescrivibili. Sono bambini che hai cresciuto tu, diventano come dei figli. Per chi come me ha fatto di questo la sua vita è qualcosa di unico”.
Quale momento ricorda con maggiore affetto?
“Senza andare troppo indietro nel tempo. Il 12 maggio scorso, l’evento “Di Padre in Figlio”. Ricordo che Nesta è venuto da me con i suoi nipotini applaudendomi insieme a Mancini, Conceicao e Mihajlovic. E’ stato un momento molto gratificante”.
Le piace la Lazio attuale?
“Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal lavoro di Pioli, un mister molto educato e che ha impresso un proprio gioco. Mi dispiace solo che un grande talento come Keita non trovi spazio. Non vorrei che facesse la stessa fine di Zarate”.
Volfango, c’è qualcosa che vorrebbe dire al popolo biancoceleste?
“Di seguire sempre e comunque la Lazio. Tutti sanno che i miei rapporti con l’attuale proprietario non sono buoni, ma ricordatevi che la Lazio va al di là di qualsiasi personaggio e viene prima di tutto”.
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