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F. ANDERSON: “Il mio obiettivo è continuare a fare bene nella Lazio”

NOTIZIA LAZIO – “Vorrei per Keita il doppio del mio successo. È un grande giocatore che ha un futuro brillante davanti”

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NOTIZIE LAZIO – Sta per tornare a disposizione della Lazio Felipe Anderson, il più grande acquisto che il 2015 poteva regalare al club bianco-celeste. Il brasiliano, in attesa di rientrare in gruppo, si è concesso per una lunga intervista al portare brasiliano dissecandofutebol.blogspot.com.br.

Per iniziare, andiamo ai tuoi esordi nel mondo del calcio professionistico. È noto che hai saltato rapidamente tutte le tappe nelle giovanili del Santos debuttando in prima squadra a soli 17 anni. Il tuo sviluppo è stato completo o ti sentivi ancora “acerbo”? E hai sentito il peso dell’esordio in prima squadra così giovane?

“Ho saltato così velocemente le tappe nelle giovanili grazie all’ottimo rendimento che stavo mostrando in quel periodo. Il Santos ha intravisto in me un grande potenziale e ha deciso di anticipare il mio esordio. Non ci vedo nulla di strano. In quel momento, a pare mio, avevo la maturità necessaria per esordire in prima squadra. Credo che mi abbiate posto questa domanda perché in prima squadra non ho brillato come nel settore giovanile, ma è andata così per una serie di fattori. Un ragazzi di 17 anni ha bisogno di un po’ più di fiducia e tranquillità. Del resto, tutto è accaduto rapidamente e fortunatamente nel miglior modo possibile“.

Sempre parlando di Santos, le critiche nei tuoi confronti da parte dell’ex tecnico Muricy, erano all’ordine del giorno. Spesso ha esagerato, probabilmente è stato più un ostacolo che un aiuto per la tua crescita. Concordi? Avevi paura di sbagliare e di sentire i rimproveri del tecnico e i fischi del pubblico?

“Non posso negare che l’ideale sarebbe stato avere un altro trattamento in quel momento, sentivo molto la pressione, anche a causa della mia giovane età. Ma sinceramente non ho nulla contro Muricy, e neanche credo che lo abbia fatto per ostacolarmi. Penso che abbia visto il potenziale che potevo esprimere e ha tentato a suo modo di spronarmi, ma secondo me avevo solo bisogno di un po’ di tempo e tranquillità”.

Il Brasile Under-20 nel Sudamericano Sub-20 2013 (formazione base: 1 De Almeida, 2 Wallace, 3 Luan, 4 Doria, 6 Mansur, 5 Misael, 10 Felipe Anderson, 7 Mattheus, 11 Marcos Junior, 9 Ademilson, 8 Adryan) fu abbastanza deludente e arrivò nelle ultime posizioni del girone B (Brasile, Perù, Uruguay, Equador e Venezuela). Tu indossavi la pesante maglia numero 10 ed eri la stella indiscussa di quella squadra. Quella competizione cosa ti ha lasciato? Ti ha aiutato nella tua crescita calcistica, ha contribuito a farti diventare il Felipe Anderson che vediamo oggi?

“Penso che da quel gruppo abbia imparato molto, nonostante l’esperienza negativa. Sono cresciuto soprattutto grazie alle sconfitte, alle difficoltà e alle delusioni. Abbiamo acquisito tanta esperienza sebbene la grande delusione per l’uscita prematura dal torneo. E ‘stato frustrante, sì, ma la lezione è servita per farmi crescere ed essere pronto per nuove sfide”.

All’arrivo in Italia, dopo la gioia e le attestazioni di stima da parte dei tifosi, ti sei reso conto che non avresti più agito a centrocampo ma sulla fascia. C’è stato un periodo di adattamento per il nuovo ruolo? E qual è la tua posizione preferita, dove pensi che puoi dare di più?

“Coloro che hanno seguito la mia carriera sanno che ho sempre giocato e mi sono messo in luce nelle giovanili del Santos come regista, tanto che quando ho esordito in prima squadra mi paragonavano a Paulo Enrique Ganso, mio ex compagno di squadra e adesso stella del São Paulo. Ma in realtà in prima squadra non ho mai avuto l’opportunità di giocare in questo ruolo anche perché ero chiuso dai mostri sacri del Santos. Gli allenatori che ho avuto hanno intravisto in me caratteristiche da trequartista piuttosto che da regista. Così mi sono adattato al nuovo ruolo. Ho iniziato questo processo nel Santos e lo sto perfezionando qui alla Lazio. Oggi mi sento più a mio agio, con più senso della posizione e maggior condizione fisica. Il tecnico Pioli mi aiuta molto concedendomi libertà di movimento, quindi penso che questo modo di giocare sia sinceramente l’ideale per me”.

Nel pieno dei tuoi 21 anni, e nella migliore fase della tua carriera, è inevitabile parlare della Seleção. Pensi di essere pronto per esordire nella Nazionale di Dunga, che potrebbe convocarti alla luce delle tue ottime prestazioni, oppure il tuo obiettivo principale sono le Olimpiadi del 2016?

“Il mio obiettivo principale è quello di continuare a fare un buon lavoro nella Lazio. Penso che questo sia il modo migliore per ottenere tutto quello che un giocatore sogna. Logicamente la Seleção si trova tra i miei sogni. Voglio avere la possibilità di vincere un oro olimpico con il Brasile, titolo mai conquistato dal mio Paese, e chiaramente vorrei giocare in Nazionale maggiore. Lavoro sempre con questo obiettivo in mente, una cosa naturale per tutti coloro che ambiscono ad una grande carriera”.

Com’è il rapporto del presidente Lotito e del direttore sportivo Igli Tare con i giocatori?

“Il nostro rapporto è molto buono. Il presidente ha un affetto speciale per me ed è felice vedermi giocare così perché è quello che si aspettava da quando mi prese”. 

La tua amicizia con Keita? A quanto pare è il giocatore con cui hai legato di più, sebbene a inizio stagione eravate in corsa per la stessa maglia. Riuscite a separare le due cose, amicizia e professione?

“Non c’è concorrenza ma solo amicizia. Al di là delle frasi di circostanza, senza ipocrisia, noi ci stimiamo. Keita fa il tifo per il mio successo, è molto felice per quello che mi sta accadendo e io vorrei per lui il doppio del mio successo. Keita è un grande giocatore che ha un futuro brillante davanti. Sono sicuro che arriverà anche il suo momento. Siamo grandi amici e questa amicizia sinceramente mi sento di poterla coltivare per il resto della vita, indipendentemente dal fatto che le nostre strade si possano dividere”. 

In chiusura, vorrei conoscere il tuo futuro. Quali sono i tuoi progetti personali? La Lazio sarà presente nel tuo futuro?

“Intanto penso a far bene nel presente per poter costruire le basi per un buon futuro. Il mio obiettivo in questo momento è quello di mantenere il rendimento che sto avendo nella Lazio e di crescere professionalmente. Che cosa accadrà in futuro, solo Dio lo sa, e io riporrò a lui tutta la mia fiducia”.

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