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L’EDITORIALE DI PAOLO CERICOLA. Edy Reja e la Lazio: sembra la favola del brutto anatroccolo…
Il tecnico biancoceleste dalle dimissioni alla corsa sotto la Nord
L’EDITORIALE DI PAOLO CERICOLA. Edy Reja e la Lazio: sembra la favola del brutto anatroccolo…
Il tecnico biancoceleste dalle dimissioni alla corsa sotto la Nord
Sembra la favola del brutto anatroccolo. Il perdente che diventa trionfatore, la sua Curva che lo ha a lungo fischiato impazzisce per lui. I numeri della Lazio sono i numeri del suo timoniere: Edy Reja. Arrivato a Parma, con la squadra retrocessa, ha compiuto un lavoro incredibile riuscendo nell’impresa più difficile: far diventare un gruppo uno squadra. Via lamentele, mugugni e falsi sorrisi, dentro aiuto reciproco per una strada comune. Ieri pomeriggio la Lazio ha interpretato il derby come doveva, come voleva il suo allenatore e la sua gente; non con il fioretto ma con la spada, così si vincono le “battaglie” quando si è in difficoltà.
Già, le difficoltà che tutti in troppa fretta hanno accantonato riempiendosi la bocca soltanto dell’espulsione che ha cambiato la partita e che a norma di regolamento è sacrosanta, che piaccia o no. Lulic, Konko, Radu, Brocchi, Rocchi, Stankevicius, Cana e Zauri, era questo l’elenco degli indisponibili, ma nessuno se ne è accorto o forse solo qualche intenditore che può aver sottolineato che con Lulic in campo e le praterie davanti il bosniaco avrebbe potuto “spaccare” la partita molto molto prima con la sua velocità ed i suoi inserimenti.
Questa Lazio prende a braccetto quella di Maestrelli ed Sven Goran Eriksson, entrambe sculettate, capaci di vincere 2 derby su due. Grazie alla vittoria di ieri la classifica recita – 3 dalla Juve, che però deve recuperare una gara, ma + 2 dall’ Udinese, + 5 dal Napoli, + 10 dalla Roma, + 11 dall’Inter. Tradotto: terza da sola, con la voglia di centrare un obiettivo sognato e mai come oggi a portata di mano. Giocando in questa maniera, esteticamente non ruba l’occhio ma sfido chiunque a dire di voler giocare bene e perdere, può realmente centrare l’obiettivo perché oggi la Lazio è una squadra tenace, tosta che quando c’è da soffrire riesce a tirare fuori tutto la sua forza fino all’ultima goccia di sudore.
Partite come quelle di ieri, nonostante il goal del vantaggio e l’uomo in più, qualche mese fa non si sarebbero vinte. Sarebbe arrivata la beffa. Invece oggi si ha la maturità di far sfogare l’avversario che per 90^ minuti tira una sola volta in porta non mettendo mai paura. Una maturità raggiunta da grande squadra, che ora però deve consolidare il suo risultato e non farsi prendere la sbornia post-derby. Domenica sera arriva il Bologna dell’ex marco Di Vaio…la corsa deve continuare. Oggi gli ingredienti ci sono tutti. Una nave che rema tutta dalla stessa parte con un tecnico oggi laziale dentro. La festa di ieri pomeriggio testimonia lo scarico di adrenalina ed il legame forte che oggi lo lega alla sua squadra ed alla piazza. Chissà quante volte in queste ore avrà pensato a quelle dimissioni lanciate e poi riprese, che gli avrebbero tolto una grande soddisfazione quella che oggi si sta meritatamente vivendo tutta, perché il brutto anatroccolo sta diventando un cigno…
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