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REJA: «Il primo derby più intenso, ormai siamo abituati a vincere. Anche 11vs11 sarebbe andata così. Ma basta con i buu»
Il tecnico biancoceleste commenta il match di ieri contro la Roma
REJA: «Il primo derby più intenso, ormai siamo abituati a vincere. Anche 11vs11 sarebbe andata così. Ma basta con i buu»
Il tecnico biancoceleste commenta il match di ieri contro la Roma
Mister Edy Reja si presenta ai microfoni di Lazio Style Radio per commentare il derby vinto ieri dalla Lazio. Che risveglio è stato per il tecnico biancoceleste dopo la seconda stracittadina vinta in questa stagione? «Dopo una settimana di insonnia ho finalmente dormito bene, mi sono alzato sereno. La felicità è stata ieri, poi in serata con gli amici che mi hanno telefonato, li ringrazio e abbraccio per l’affetto. E’ la squadra che è la più meritevole perché interpreta le gare col piglio e la mentalità giust. sono stati fantastici, non solo in questa gara. Agostinelli mi ha fatto i complimenti con un messaggio e lo ringrazio. Lo sento ogni tanto sulle telecronache e su radioseri, lo ringrazio perche on è mai sceso in polemica. Ringrazio anche tutti gli altri che mi hanno stimato anche in passato.»
A fine gara eravate già nello spogliatoio e poi siete tornati in campo per concedere il bis dell’esultanza: «Mi ero meravigliato di questa cosa perché non mi era mai capitato. Poi ci siamo guardati negli occhi con Lopez e Fabbrini e siamo andati anche noi a festeggiare. Abbiamo cantato e esultato sotto al tunnel e poi siamo andati sotto la Curva ed è stata una bellissima cosa, una grande soddisfazione». A chi dedica questa vittoria: «E’ per Elisabetta, mia figlia, che compie gli anni».
Molti giocatori infortunati sono venuti comunque con la squadra ieri all’Olimpico, un sintomo di unione: «Questo aspetto ha sempre contraddistinto la Lazio, c’è sempre stata unione di intenti . C’è chi storce il naso ogni tanto per le scelte del mister, ma sono ragazzi intelligenti e uniti tra di loro. Oltre alle capacità qualitative, dal punto di vista umano sono grandi».
Un commento su Scaloni e Garrido due ‘panchinari’ che ieri hanno fatto la differenza: «Penso che sono stati degli artefici importanti perché entrare a far parte dei titolari all’inizio in un derby non è facile. Con Scaloni ero più tranquillo perché p un ragazzo esperto. Di Garrido avevo qualche punto di domanda perché è un ragazzo sensibile e mi fa particolarmente piacere che ha giocato una partita importante. E’ stato spesso criticato ma ha sempre accettato in silenzio tutto le mie decisioni».
Marchetti inoperoso, Biava e Dias attenti in difesa: «Non hanno tirato molto in porta, è stata una partita di ordinaria amministrazione. Merito del filtro che abbiamo fatto in mezzo al campo, quando hai equilibrio là in fase difensiva si lavora meglio. E’ difficile per gli attaccanti cercare di penetrarci, ovviamente anche per la bravura di Dias e Biava. L’avevamo preparata sapendo che Totti si infilava tra le linee come pochi sanno fare. Scalavano una volta Matuzalem e una Ledesma per non lasciare spazi in quella zona. Poi certo la loro espulsione gli ha fatto modificare l’assetto tattico. Noi dopo il vantaggio siamo arretrati un po’, quando sei in superiorità numerica non sei più tanto incisivo, e questo non va bene. De Rossi aveva spazio per impostare. Con una squadra di valore, con doti tecniche e velocità non si può fare. Ma credo che anche se eravamo in parità numerica, avremmo avuto il sopravvento lo stesso, ma sarebbe stata una partita più bella. Noi siamo andati quasi in difficoltà dopo la loro espulsione, noi l’avevamo preparata undici contro undici».
Un commento su Hernanes, grande prestazione la sua: «Direi non solo lui, ma lui di grande sacrificio, ha attaccato gli spazi, grande prestazione. Però ha avuto due palle che doveva concludere nel secondo tempo». Da qui comincia il siparietto con il Profeta…
«Quando l’ho spostato a sinistra per dare respiro a Mauri ha fatto il quarto a sinistra. Quest’anno ha più resistenza e più corsa, ma può ancora migliorare. Hernanes non ha bisogno di insegnamenti, è bravo di suo, ha sempre accettato le posizioni che gli ho indicato in campo. Non smette mai di imparare, è curioso, memorizza tutto. E’ una fortuna. Devo fargli i complimenti per la crescita, se lo merita. Sono d’accordo, quando ci capitano delle partite in cui possiamo soffrire facciamo risultato. Poi quando perdiamo perdiamo in maniera pazzesca come a Palermo. Ma non succederà più: non avevamo la concentrazione giusta a Siena, a Genova in terreno era terribile, a Palermo è stata la vera debacle, anche se avevamo qualche infortunato non era una scusante».
Poi ancora su Hernanes fuori dal campo: «Sta guardando nozioni di chimica. Gli dico di lasciar stare al meno 24 ore prima della partita sennò consuma il cervello. Ma lui studia tutto, non si ferma un attimo. Si ferma solo quando deve mangiare. Non mette comunque mai su un etto, ha un metabolismo che gli permette di stare sempre in forma»
Un commenti su Klose: «Quando parte ha un’accelerazione…si ingobbisce, va attaccare lo spazio, arriva sempre prima degli altri. Si pensa che è lento, ma non è vero, sui dieci venti metri è il piu veloce di tutti. E’ un grande campione in uttti i sensi, senza svalutare il valore degli altri».
C’è chi parla di Scudetto: «Io sono sempre moderato, i risultati vanno conquistati sul campo, ma mi piacerebbe che si credesse un po’ di più in questi obiettivi. Andiamoci a giocare la Champions, magari con qualche innesto in più. Giochiamoci queste 12 partite. Arriva il Bologna che fa bene, poi c’è il Catania che è una rivelazione. Vorrei che si credesse di più in questa squadra, c’è troppo scetticismo. Andiamo a giocare ogni partita per vincerla, poi se si perde saranno stati più bravi gli altri. Vorrei chiudere con un appunto, non mi sono piaciuti i buu nei confronti di Juan. Capisco i tifosi e tutto, ma non mi piacciono queste manifestazioni. La cosa più bella è stata vedere giocatori nostri andare a dare una pacca a Juan»
Ha provato le stesse emozioni del primo derby? «Il derby precedente era molto più intenso, ormai ci siamo abituati e li vinciamo (ride, ndr). E’ una giornata di soddisfazione e gioia pura».
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