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I 15 GIORNI DI REJA. Dalle dimissioni al sogno Scudetto
Come è cambiata la posizione del tecnico biancoceleste in sole due settimane
I 15 GIORNI DI REJA. Dalle dimissioni al sogno Scudetto
Come è cambiata la posizione del tecnico biancoceleste in sole due settimane
Esattamente due settimane fa Edy Reja rassegnava le dimissioni. Era un mercoledì, la vigilia del match di Europa League contro l’Atletico Madrid, nel quale la Lazio partiva da uno 1-3 rimediato all’Olimpico praticamente impossibile da ribaltare. Anche oggi è mercoledì, ma domani non ci sarà nessuna (inutile) trasferta europea, ma ci sarà l’abbraccio tra squadra, tecnico e tifosi a Formello dopo la vittoria nel derby e con la Lazio a sei punti dalla vetta che assapora il sogno scudetto.
Sono passati quindici giorni, eppure sembra che il tempo si sia fermato a Formello e dintorni per tutto ciò che è accaduto in questo breve quanto intenso periodo. Mister Reja è passato da dimissionario a Santo con la stessa velocità con cui Mauri ha sorpreso e infilato la difesa della Roma nella stracittadina che ha incoronato definitivamente il tecnico goriziano. E’ stato un attimo, ma talmente carico di significato che sembra essersi cristallizzato nel boato dell’Olimpico, nella gioia dei tifosi Laziali che prima si sono stretti attorno a Reja chiedendogli a gran voce di non lasciare la barca, e che ora gli chiedono di regalargli un sogno: lo scudetto.
L’esperto tecnico goriziano, dal suo canto, non si nasconde e, anzi, risponde con un sorriso a trentadue denti a quella folla biancoceleste che è tornata a sognare dopo anni di limbo. La quattro-giorni post dimissioni è ormai un ricordo lontano: prima la vittoria contro la Fiorentina, poi il trionfo nel derby hanno contribuito a scacciare quel pensiero. Ora Reja ci scherza; a chi gli chiede se Gianfranco Zola sarà il prossimo allenatore della Lazio lui risponde: «…in futuro, magari tra una decina d’anni».
Il presente è lui, Edy Reja, il futuro chissà. Ma intanto c’è un terzo posto da tenere stretto con le unghie e con i denti, c’è un popolo biancoceleste da accogliere a braccia aperte tra le mura di Formello e c’è un sogno nel cassetto che i tifosi laziali non devono vergognarsi di avere, perché la Lazio è là e il nuovo Reja non vuole porre limiti all’immaginazione.
Linda Borgioni
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