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Le pagelle di PAOLO CERICOLA, la stagione della LAZIO: De Vrij e Parolo le certezze, Cataldi e Biglia strepitosi. Pioli è l’autore del capolavoro
Questa la stagione biancoceleste analizzata dalle pagelle del nostro direttore Paolo Cericola…
LE PAGELLE DELLA STAGIONE – La stagione biancoceleste analizzata dai voti del nostro direttore Paolo Cericola. Buona Lettura!
Marchetti 7: torna ad essere uno dei migliori portieri italiani, tanto da riconquistare giustamente la maglia della Nazionale di Conte. Sicuro, reattivo, spesso decisivo. In scadenza 2016 merita il rinnovo.
Berisha 5: poche gare giocate, altalena troppo buone cose a errori pesanti. La rete di Higuain nella sfida di campionato all’Olimpico ma soprattutto gli errori che hanno compromesso la finale di Coppa Italia pesano tantissimo sulla valutazione della stagione.
Basta 7,5: un rendimento mostruoso. Partito in sordina ha poi preso sempre più forza e consapevolezza dei suoi mezzi fino a diventare una certezza.
Cavanda 5,5: si è conquistato il suo spazio con prestazioni discrete, peccato sia ancora troppo intermittente nel rendimento.
De Vrji 7,5: non parte benissimo, il calcio italiano è completamente differente da quello olandese. Guadagna sicurezza partita dopo partita. Gioca una buona fetta di stagione con un dolore continuo alla pianta del piede e poi con un ginocchio mal messo ma non arretra di un passo. Una certezza.
Gentiletti 6,5: gioca poco, a Marassi il 21 settembre si rompe il ginocchio ma proprio a Marassi al rientro 8 mesi dopo segna una delle reti più pesanti della stagione. Gioca sempre pulito, esce a testa alta segno di sicurezza e qualità.
Mauricio 6,5: arriva a Gennaio visto l’infortunio di Gentiletti e si prende subito una maglia. Roccioso, spesso ruvido ma di grande sostanza.
Cana 5: perde posizioni con il passare dei mesi. Dopo l’infortunio di Gentiletti fatica a certificare la sua leadership. Non dà mai la certezza dell’essere padrone del ruolo, spesso troppo esuberante per essere un difensore centrale.
Ciani 6: parte lontano dalle possibili chance di una maglia da titolare ed invece con prestazioni vigorose si guadagna il suo spazio.
Novaretti 5: gioca poco, troppo poco ma quando lo fa è spesso insicuro.
Radu 6,5: fatica ad esse il giocatore che si conosce. Sbaglia partite importanti come il derby di andata. Meglio nel finale di stagione. In scadenza 2016 merita un’attenta valutazione; troppo spesso fermo ai box.
Braafheid 6: si guadagna il contratto nei due ritiri di Auronzo di Cadore e nella tournée in Germania. Parte bene, coprendo il ruolo con personalità ma poi si perde nel finale di stagione.
Parolo 8: Roma è una piazza esigente e la maglia della Lazio pesa. Paga in avvio di stagione l’adattamento ma poi diventa una certezza. Un motorino continuo e perpetuo. Mette a segno reti importantissime chiudendo in doppia cifra.
Ledesma 6,5: non deve essere facile dopo tanti anni di appartenenza vivere una stagione da non protagonista già sapendo ciò che sarà. Pioli è chiaro da subito con lui. Fatica nelle prime usciste, la velocità della manovra mette in difficoltà il suo modo sempre ragionato di muovere la palla. Chiude in crescendo, regalando assist fondamentali per il traguardo finale. Mai una parola fuori posto fino all’ultimo minuto ma sempre una pacca sulla spalla ai compagni. Giocherà altrove ma resterà sempre un tifoso biancocelesti.
Cataldi 7,5: è un classe 94 ma non se ne accorge nessuno. Gioca da veterano partite pesantissime. Chiede a Napoli con una prestazione da leader vero.
Biglia 8: qualità eccelse. Rende semplici anche le cose difficili. Lotta contro se stesso per non mollare di un centimetro ma il finale di stagione è troppo condizionato da un ginocchio malandato.
Lulic 7,5: dinamico e fondamentale per il modo di leggere il campo di Pioli. Gioca ovunque, terzino o centrocampista non cambia di molto. Mette a segno la rete che consente alla Lazio di approdare alla finale di Coppa Italia. Ora rinnovi…
Mauri 7: la sua solita qualità. È l’uomo degli equilibri e dell’imprevedibilità. Gioca una grande stagione, 9 reti sono tantissime, cala solo nel finale.
Onazi 6,5: gioca poco ma la sua rete al San Paolo stacca ogni timore…
Felipe Anderson 7: da brutto anatroccolo si tramuta in cigno. Gioca e delizia da Natale in poi. Per due mesi è imprendibile, facendo vedere sprazzi di classe cristallina. Mette a segno 10 reti alla prima vera stagione da protagonista. Ha numeri da fuoriclasse ma deve migliorare trovare maggiore continuità.
Candreva 8: un pendolino a destra. Inarrestabile nelle sue cavalcate trascina tutto e tutti. Pioli gli chiede sacrificio nelle due fasi e lui certifica la sua duttilità. Imprescindibili. Pesantissimi i suoi 10 goal.
Keita 6: doveva essere l’anno della sua consacrazione ed invece non è stato protagonista come ci si attendeva da lui. Ha faticato a capire il gioco di Pioli. Meglio nel finale di stagione dove attraverso maggiore abnegazione si è ritagliato il giusto spazio.
Djordjevic 7: si guadagna con sacrificio ed abnegazione la maglia da titolare superando a destra il campione del mondo che ha dentro casa. Si infortuna alla caviglia, sta fuori 4 mesi, ma nel finale è preziosissimo. Sfortunato nella finale con la Juve, quel doppio palo avrebbe dato il giusto premio alla sua stagione ed a quella della squadra. Mette a segno 8 reti, un buon bottino al primo anno di Italia.
Klose 8: classe cristallina, non finisce mai di stupire. Soffre la concorrenza di Djordjevic nel l’inizio di stagione ma poi si prende la maglia e non la molla più. 13 reti, capocannoniere biancoceleste.
Pioli 9: è arrivato nello scetticismo più assoluto ma grazia ad un cambio di mentalità ha portato tutti a credere in lui ed al suo lavoro. Ha ricompattare un gruppo, ha riportato 50mila spettatori allo stadio Olimpico. La sua Lazio per lunghi tratti della stagione gioca il miglior calcio d’Italia. Al primo anno finale di coppa Italia, persa ai supplementari con i finalisti di Champions League, e il terzo posto ad un punto dal secondo, una identità definita ed un gruppo giovane dal futuro garantito. Chapeau mister.
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