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Papadopulo: “La Lazio deve ritrovare autostima e compattezza. Servono un terzino sinistro e una punta”
A ormai 8 giorni dalla prima grande sfida della stagione, quella di Supercoppa Italiana tra Lazio e Juve, in casa biancoceleste si vive un clima di attesa…
NOTIZIE LAZIO – A ormai 8 giorni dalla prima grande sfida della stagione, quella di Supercoppa Italiana tra Lazio e Juve, in casa biancoceleste si vive un clima di attesa anche in previsione dei preliminari di Champions League del 18-19 agosto. A dire la sua è intervenuto a sslazio.org l’ex tecnico biancoceleste Giuseppe Papadopulo.
Mister, che Lazio sta nascendo? Cosa ritiene vada migliorato all’alba di una tra le stagioni più importanti della recente storia biancazzurra, con la prospettiva del ritorno nell’Europa che conta?
“Secondo la mia opinione, il primo tassativo imperativo per la Lazio, che mi pare sia venuto un po’ meno in queste settimane di rodaggio, è quello di lavorare sulla propria autostima, come singoli e come gruppo, e nel caso si fosse smarrita, fare il possibile per recupararla in fretta. La Lazio, la scorsa stagione, ha vinto partite quasi solo “accorgendosi ” della forza che sapeva e poteva esprimere. Essere consapevoli dei propri mezzi è addirittura più importante del valore dei singoli stessi. Pioli e i giocatori più esperti dovranno essere bravi a inserire nel gruppo le forze fresche che stanno arrivando e che arriveranno. Mai come quest’anno serve compattezza, ancor più che nella passata stagione: lo spogliatoio dovrà rappresentare il vero valore aggiunto della formazione biancazzurra. Infine, anche la società è chiamata a far la sua parte: ho fiducia che, come in passato, si possano piazzare ottimi acquisti, coniugando le esigenze del bilancio con la legittima aspirazione dei tifosi nel veder accresciuto il tasso tecnico della propria squadra”.
Conosce Kisha e Milinkovic-Savic, nomi caldi di questa estate biancoceleste?
“Non bene, ma questo non vuol dire nulla. Entrambi i giocatori sono espressione di un ambiente calcistico internazionale di tutto rispetto e di grande tradizione. Io mi fido di Tare e della società: diamo loro tempo, hanno saputo operare bene in passato, lo faranno anche ora”.
Shangai, 8 Agosto: la stagione della Lazio ricomincia, paradossalmente, da dove era finita. Che Juventus troverà la truppa di Pioli? Come ci arriveranno le squadre?
“Con buona certezza, la Lazio non troverà contro la squadra ermetica e quasi imbattibile del maggio scorso. Perdere Vidal, Pirlo e Tevez, pur con le degne sostituzioni, però, non è cosa da poco: non dico che la Juventus non sarà all’altezza, credo che per dimenticare i sopracitati, del tempo ce ne vorrà. La Lazio dovrà essere abile a sfruttare questo necessario ricambio a cui la squadra bianconera dovrà, volente o nolente, prestarsi. In una gara secca, poi, tutto può accadere: ricorderete come lo scorso maggio la Lazio tenne testa per tutta la partita, fino e oltre il gol di Matri che decise l’incontro. Sono curioso ma anche fiducioso”.
Come invece affrontare il preliminare di Champions? Al netto della rivale che verrà sorteggiata e del suo valore intrinseco, come si affronta un impegno lungo centottanta minuti?
“Non bisogna fare calcoli, nellla maniera più assoluta. L’avversario sarà di valore, quindi le motivazioni non sarà difficile trovarle; importante sarà gestire le emozioni con lucidità. La Lazio ha valori importanti, calciatori di qualità e di personalità. Dovrà essere paziente, tessere la propria trama e cercare di impostare la propria idea di calcio, provando a subire al minimo quello degli altri. Non sarà facile, ma la strada per un piazzamento di prestigio nel calcio continentale comporta questi step”.
Parliamo di mercato: cosa manca a Pioli, che a inizio stagione aveva chiesto due titolari per ogni ruolo?
“Se la Lazio riuscisse a completare la rosa, fatti salvi i nuovi arrivati, con un esterno basso sinistro e magari una punta da integrarsi con Klose e Djordjevic, ritengo che la rosa sarebbe sufficientemente attrezzata per le competizioni a cui la Lazio prenderà parte. Serve, però, comperare bene, con oculatezza e con prospettiva, senza spendere tanto per farlo. Altrimenti, si potrebbe promuovere qualche Primavera, che tanto bene hanno fatto nelle passate stagioni”.
I giovani, appunto: ritiene che non si faccia granchè per lanciarli come si dovrebbe nel calcio che conta? Non solo la Lazio, ma c’è quasi un tabù difficile da spezzare che impedisce alle società di preferire i propri ragazzi al presunto campione, indipendetemente dalla sua provenienza?
“Senza ombra di dubbio. Siamo ancora molto indietro nella consacrazione dei giovani dei nostri vivai. Molte le ragioni, per lo più dovute a rigidità culturali, legate al modo di fare calcio in questo paese. Risultato e classifica contanto spopositatamente; le scelte dei presidenti e delle società ne risultano evidentemente influenzate. A questo si aggiunga una “mancanza di coraggio” delle nostre società, una poca dimestichezza di alcuni dirigenti a far sbocciare i talenti costruiti con cura fino alla Primavera, e otterrete il quadro finale. Negli altri paesi c’è meno pressione e un più marcato tentativo di tracciare le coordinate della carriera dei giovani atleti. Spero che anche da noi, qualcosa possa prima o poi cambiare ed incanalarsi per il verso giusto”.
Concluderei chiedendole di regalarci un ricordo ed un pensiero di Giorgio Chinaglia, suo personale amico.
“Il primo personale pensiero, che spesso mi ripeto, è che la vita è stata ingiusta, togliendoci Giorgio troppo, davvero, troppo presto. Io e Giorgio eravamo molto legati (Papadopulo fu suo testimone di nozze, ndr), saperlo lontano e sofferente mi rattristava molto. Oltre che un atleta impeccabile e che tutti hanno conoscoito, ritengo che con Giorgio se ne sia andata una cara e brava persona”.
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