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Malagò: “La Polisportiva Lazio non ha mai smarrito la sua identità, con una forte senso d’appartenenza”

Il presidente del Coni ha identificato anche l’uomo simbolo della storia sportiva biancoceleste, Renzo Nostini,,,

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NOTIZIE LAZIO – Quella biancoceleste è la Polisportiva più grande d’Europa e da sempre costituisce un vanto meraviglioso per qualsiasi tifoso e atleta della S.S. Lazio. A parlarne, insieme a molti altri argomenti, è il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervistato da sslazio.org.

Presidente, è intenzione della Lazio Generale istituire un proprio museo storico al fine soprattutto di veicolare alle nuove generazioni i successi e le storie di sport e di vita alimentate dal Sodalizio in 115 anni. Come giudica il CONI tali iniziative?

“Valorizzare la storia aiuta a costruire il futuro senza disperdere il passato. E’ il modo migliore per ereditare i virtuosi esempi che hanno caratterizzato l’esistenza di un sodalizio, ricordando i personaggi e i valori che devono rappresentare una guida illuminante per alimentare la tradizione”.

Le grandi società sportiva come la Lazio rappresentano – pur in realtà metropolitane, talvolta disgreganti, come Roma – un sicuro punto di riferimento per migliaia di ragazzi e di ragazze. E’ d’accordo con questa analisi?

“Le grandi realtà, capaci di declinare lo sport a livello multidisciplinare, costituiscono un patrimonio per la promozione del nostro movimento nella sua accezione più nobile, esaltando la vocazione sociale dello sport, come irrinunciabile strumento di formazione, prima umana e poi agonistica”.

La Lazio, da 115 anni, porta avanti – in coerenza con gli ideali dei suoi nove fondatori – il concetto di sport polivalente e aperto a tutti. Quale è il segreto – a Suo giudizio – delle nostre società sportive che mai hanno conosciuto “crisi di vocazioni“?

“Un forte senso di appartenenza che ha portato ogni singola società a farsi garante dei princìpi che hanno sempre caratterizzato la Polisportiva, riuscendo ad anteporli a qualsiasi altra finalità. E’ fondamentale non smarrire mai l’identità e puntare, ovviamente, su una guida forte e capace: a livello generale il Presidente Antonio Buccioni e il Presidente Onorario Emmanuele Francesco Maria Emanuele rappresentano una certezza di serietà, passione e competenza”.

All’inizio di ogni stagione le tante sezioni agonistiche della Lazio – che prendono parte come sa a diversi campionati di serie A – si scontrano con le difficoltà ataviche di trovare campi da gioco dove svolgere la loro attività agonistica o, semplicemente, allenarsi. Quale è la posizione del Coni, al riguardo?

“Il CONI è sensibile a questo argomento perché nevralgico nell’economia dello sviluppo del nostro movimento: gli impianti sono la casa dello sport, rappresentano un’esigenza primaria. Tutta le strutture utilizzabili a livello multidisciplinare sono visti positivamente. Bisogna fare squadra, cercare di valutare – attraverso una disamina fedele – lo stato dell’arte e intervenire in modo mirato, anche mediante una sinergia pubblico-privato. Grazie a una gestione più efficiente e innovativa si potrebbero recuperare in modo funzionale gli impianti già esistenti, garantendo soluzioni idonee a diverse società, con un’interazione sinergica. E poi esiste anche la possibilità di sfruttare la nuova legge sull’impiantistica che garantisce tempi certi e procedure semplificate”.

Chi è stato, a Suo giudizio, l’atleta biancoceleste che meglio ha rappresentato, in 115 anni, gli ideali del Sodalizio?

“Ritengo doveroso ricordare un grande uomo capace di dare lustro, non solo alla Polisportiva, ma a tutto lo sport italiano: Renzo Nostini, atleta plurimedagliato e dirigente illuminato, una vera leggenda. Il ricco palmares parla da solo: 7 titoli mondiali tra il 1937 e il 1955, 4 argenti ai Giochi Olimpici e altri sette ai Mondiali, oltre a tanti altri successi. Nel 1994 venne nominato Presidente Onorario del CONI e nel 2004 gli fu consegnato il Collare d’Oro al merito sportivo al Quirinale dall’allora Presidente della Repubblica, Ciampi. A Renzo ero legato da un affettuoso sentimento di amicizia, di cui vado orgoglioso: rimane un vero portabandiera del nostro mondo, un esempio intramontabile”.

Pur inguaribili romantici, dobbiamo riconoscere che oggi le attività agonistiche hanno successo se sono adeguatamente supportate dal sostegno di solidi investitori. A livello generale, se fosse ancora un imprenditore, investirebbe nel brand-Lazio?

“Un imprenditore pianifica i propri investimenti puntando sulla tradizione e sull’appeal di un brand, valutandone contestualmente i margini di crescita. In questo caso basta parlare da uomo di sport e da Presidente del CONI: investirei in qualsiasi progetto che – abbracciando la storia – sia disposto a inseguire il futuro per continuare a diffondere l’immagine migliore del movimento attraverso modelli positivi, che costruiscano i successi dalla base, investendo sui giovani e puntando su ineludibili valori etici e morali”.

Roma 2024: la Lazio sosterrà con vigore – per quanto le sarà possibile – la candidatura di Roma Città Olimpica. Quale potrebbe essere il ruolo della Società Sportiva Lazio in caso di assegnazione, da parte del CIO, dei Giochi 2024?

“E’ una partita molto complessa, da giocare e provare a vincere, tutti insieme. E questo rapporto di assoluta reciprocità dovrà proseguire nel caso in cui – ce lo auguriamo – dovessimo riuscire a tagliare il traguardo nel 2017. Ogni sezione della Polisportiva, e non solo, sarà certamente chiamata a offrire un contributo decisivo in termini di capacità, qualità e logistica”.

Pur in un mondo che cambia quale sarà, secondo Lei, il futuro delle grandi società sportive, da qui ai prossimi 20/30 anni?

“Le società avranno un ruolo decisivo per radicare una nuova cultura sportiva, che arrivi a dare sempre più peso e spazio a una crescita armonica e completa dell’individuo, anche attraverso la sinergia con il mondo della scuola: è la chiave vincente per garantire risultati e successi nel tempo, come frutto di un lavoro pianificato e lungimirante, per fare dello sport il traino per lo sviluppo del Paese”.

Nuoto, pallanuoto, calcio, baseball, softball, scherma, ciclismo, ginnastica: quale è la disciplina dove la Lazio, meglio di altre, può identificarsi negli ideali dei suoi fondatori?

“Credo che la ricchezza sia proprio nella diversità, nell’abilità di aver saputo tradurre quel messaggio originario in una realtà così articolata, rimanendo fedeli a quel comune denominatore che è la passione sconfinata per lo sport”.

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