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Doll consiglia: “A questa Lazio servono due o tre innesti per alzare il livello”
L’ex biancoceleste aggiunge: “Klose e Riedle? Hanno sempre saputo prima degli altri dove va a finire un pallone”…
NOTIZIE LAZIO – L’ex biancoceleste Thomas Doll è stato raggiunto dai microfoni di Radio Sei, dove ha parlato dei suoi trascorsi laziali e dell’attuale momento dei capitolini. Ecco le sue parole:
Eri in grado di illuminare il centrocampo con le tue giocate nella Lazio di Zeman. Che ricordi hai di quella squadra?
Ho giocato anche con la Lazio di Dino Zoff. Ricordo nel 1991 calciatori come Ruben Sosa e Riedle. Ma c’era anche Signori che segnava tantissimo o il nostro capitano Gregucci. Era una grandissima formazione con tanti campioni che fu artefice di un’ottima stagione, culminata con la qualificazione in Coppa Uefa. Ho mantenuto davvero dei bellissimi ricordi. Hai anche segnato qualche gol in biancoceleste.
Qual è la partita o la rete con la maglia della Lazio cui sei più legato?
Ho fatto sicuramente più assist che gol. Di centri ne feci 7 il primo anno, ma me n’è rimasto impresso uno in particolare. Un gran tiro da fuori area contro la Fiorentina, fu bellissimo.
Chi era il compagno di squadra con cui avevi il rapporto migliore?
Ultimamente mi sono sentito con Gregucci e ho anche rivisto di persona Bergodi e Winter. Mi fa davvero piacere mantenere i contatti.
Il tuo ultimo anno a Roma ha coinciso con il primo della presidenza di Cragnotti. Una Lazio in rampa di lancio per l’Italia e l’Europa e un momento di grandi cambiamenti…
In quel periodo, sfortunatamente, mi sono infortunato al ginocchio. Arrivò Boksic che era fortissimo, ma anche altri come Chamot, Gascoigne e un giovanissimo Nesta. Sicuramente tanti elementi importanti che hanno consentito alla Lazio di fare un passo in avanti.
Passando a temi recenti, la Lazio quest’anno si è riaffacciata sul palcoscenico della Champions League. Che impressione ti ha fatto?
Ho visto entrambe le sfide contro il Bayer Leverkusen. I biancocelesti hanno giocato bene, avevano una buona organizzazione, tuttavia il calcio tedesco è molto forte ora. Le formazioni teutoniche sembrano sempre poter dare quel qualcosa in più. All’andata la squadra di Pioli ha realizzato un grande gol con Keita, ma al ritorno è andata in difficoltà dinanzi alla rapidità della manovra avversaria. Probabilmente, in questo momento, soltanto la Juventus può competere con le grandi del calcio europeo. Alla Lazio servirebbero almeno un paio di anni.
Pensi che la società abbia sopravvalutato la rosa a disposizione?
A mio parere servono due o tre giocatori per alzare ancora la qualità. Un atleta come Klose, in grande forma, può fare sempre male, ma inizia ad avere qualche anno sulle spalle. C’è stato anche qualche problema in fase difensiva, c’è bisogno di qualche innesto per fare progressi in campo europeo. Il Leverkusen, attualmente, si è dimostrato più pronto della Lazio per una competizione così importante.
Il campionato italiano quando potrà tornare tra i migliori?
Negli anni ’90 tutti volevano giocare in Italia. È un torneo che apprezzo per la sua tradizione, ma ha perso rispetto all’estero dove ci sono tanti soldi e strutture all’avanguardia. Nel Belpaese gli stadi faticano a riempirsi e i campioni sono sempre più attratti da Inghilterra, Spagna e Germania. Non è soltanto una questione economica, lì ci sono impianti molto più moderni, accessibili alle famiglie. Non servono solo ottimi giocatori, ma anche strutture all’altezza. La Juventus rappresenta l’unica eccezione. Sono passati i tempi di Van Basten, Baresi, Gullit e Baggio, ora si preferiscono altri campionati.
Tornando a Klose, meglio lui o Riedle?
Non posso rispondere a questa domanda. Se mi ascoltassero, non sarebbero più miei amici (ride, ndr). Sono grandi campioni entrambi, due calciatori fortissimi. Hanno sempre dato il massimo e sono stati molto abili all’interno dell’area di rigore, sapendo sempre prima degli altri dove arrivava il pallone.
Che ricordi hai del derby e qual era l’avversario più difficile da affrontare?
Una partita ogni volta speciale, cominciava almeno due settimane prima. Mi ricordo che una sera, prima della partita, parlammo con i tifosi davanti al nostro albergo. Per loro è la partita più importante dell’anno, volevano vederci dare tutto in campo e onorare la maglia. Era una gara dai brividi incredibili, davanti a 80 000 persone con le curve sempre piene e colorate. Quando c’ero abbiamo solo pareggiato, così solitamente nessuna delle due squadre aveva problemi con i propri appassionati (ride ancora, ndr). Per quanto riguarda l’avversario, Bonacina era molto abile palla al piede e, giocando uomo contro uomo e non a zona, mi faceva correre tantissimo.
In Germania, da giocatore, hai sfiorato Tare. Lo conosci?
Lo ricordo ai tempi del Kaiserslautern, era un bravo giocatore e un ragazzo intelligente. Da direttore ha fatto molto bene negli ultimi anni, sono contento per la strada che ha fatto. Ha portato la Lazio a ottimi livelli.
Hai mai riflettuto su un possibile ritorno in Italia?
Ho pensato spesso di tornare in Italia come allenatore, ma non c’è mai stata occasione. Per il futuro comunque non si sa mai… Ho un grandissimo ricordo non solo di Roma, ma di tutti i tifosi che mi sono stati sempre vicini anche quando ero infortunato perché hanno notato il mio grande impegno. Un saluto a tutti, un grande augurio per la stagione e forza Lazio per sempre!
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