Diesel Lazio: di nuovo la quinta per ripartire, nel segno di Filip

NEWS DEL GIORNO – “Il ritiro è servito per guardarci negli occhi e lavorare”. La formula scelta da Pioli, in accordo con la società, è stata utile a scollare di dosso alla Lazio quel torpore che la aveva intrappolata a Napoli, rendendola irriconoscibile e troppo vulnerabile sotto i colpi di Higuain e compagni. Stesso virus che ha colpito i biancocelesti a Verona, contro il Chievo, con i tifosi che si augurano che si tratti solo di un malanno di inizio stagione, piuttosto che di una cronica mancanza di carattere e carenza di personalità. Contro il Genoa la cura sembra aver avuto i primi effetti: la prova è stata incoraggiante, ma ora l’obiettivo principale è trovare continuità e ricominciare a macinare gioco e punti, soprattutto in trasferta, dove gli anticorpi biancocelesti sono finora venuti meno. Guardando al passato recente, alle prime giornate dello scorso campionato, un dato balza all’occhio: con modalità diverse, la quinta giornata potrebbe rappresentare di nuovo quel crocevia che la passata stagione ha lanciato la Lazio verso un campionato frizzante, come non si vedeva da tempo.

NEL SEGNO DI FILIP – Quattro gol a domicilio al Palermo, due reti in casa contro il Genoa e un anno di distanza: il fattore comune è lui, Filip Djordjevic. La zuccata vincente che ha dato il là alla vittoria contro il Grifone e le tre marcature contro i siciliani: la quinta giornata porta bene al serbo e, di nuovo, aiuta la Lazio a rissolevare la testa. Ma all’inizio della scorsa stagione il contesto era leggermente diverso, più critico sotto il punto di vista dei risultati, con soli tre punti raccolti nelle prime 4 gare, ma il campo parlava di una Lazio viva, alla ricerca della giusta scintilla per l’esplosione definitiva. La Lazio 2.0 di Pioli, invece, in casa ha un ruolino di marcia invidiabile, tra le mura amiche dell’Olimpico non conosce stop: partendo dal preliminare d’andata di Champions e passando per le sfide con Bologna, Udinese e Genoa, non ha ancora incontrato sconfitta ed ha subìto un solo gol. Il vero problema, fatto salvo per la discreta prova in Europa League contro il Dnipro, si manifesta in trasferta, dove i biancocelesti sono irriconoscibili ed evaporano alla prima difficoltà. Domenica si torna al Bentegodi, teatro della prima sonora sberla in campionato, e Pioli ha scelto di affidarsi di nuovo al ritiro per compattare i ranghi e tentare di scacciare gli spettri di Paloschi e Meggiorini.

MOTORE DIESEL – I tabellini dello scorso anno, a partire dal successo del Barbera, parlano di una striscia positiva lunga sei gare, fino allo stop esterno contro l’Empoli. Cinque vittorie e un pareggio, proprio contro quel Verona che sarà il prossimo avversario biancoceleste. I veneti sono in difficoltà, falcidiati da infortuni importanti in attacco, con Toni che non sarà sicuramente della gara e Pazzini che viaggia verso il forfait, a causa della contusione alla caviglia rimediata ieri contro l’Inter. La panchina di Mandorlini traballa più che mai, mentre Pioli con la vittoria sul Genoa e il pubblico sostegno di Tare si sente decisamente più al sicuro. La partenza lenta del primo atto in biancoceleste del mister emiliano venne ascritta alla mancanza d’esperienza alla guida di un grande club, quest’anno la batosta dei preliminari di Champions potrebbe aver tarpato le ali alla sua Lazio, che in estate ha migliorato la rosa con giovani dalle belle prospettive, perdendo però un pizzico di importante esperienza. Le ambizioni di questa nuova stagione sono ancora alte: Pioli ha già allacciato le cinture, ora la Lazio deve tornare ad ingranare le marce alte e dimostrare di aver finalmente sbloccato gli ingranaggi del proprio motore, un diesel a partenza lenta.

 Gian Marco Torre