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Ogni Lazio, ogni maggese: Pioli svolta alla quinta, ora con tre punti in più
Confronto tra le due stagioni di Pioli, inizio a singhiozzo poi svolta alla 5°. Ma quest’anno 3 punti in più…
Pubblicato il 7/10 alle ore 9.55
LAZIONEWS.EU – “Basta pensare alla scorsa stagione. Non faremo mai niente di buono se guardiamo al passato”. L’ha ripetuto mille e mille volte, Stefano Pioli. Chiedeva solo di strappare quella fotografia in cui la Lazio sorrideva al terzo posto e alla Champions conquistata. E di guardare l’altra, col broncio per la Supercoppa e la qualificazione all’Europa che conta al vento. Meno bella certo non sarai. Due delusioni cocenti e un inizio di campionato a singhiozzo, tanto basta alla Lazio per concentrarsi sul presente, ché col passato la questione è ormai chiusa. Ricordi: li puoi tenere in testa o nascondere in un portafogli, ma c’è chi se li dimentica nei sogni… E se li riacciuffi, ti accorgi che non è poi così male pensare a una stagione fa, di questi tempi. La Lazio di oggi è meglio di quella di ieri, e le assomiglia anche parecchio.
OGNI VOLTA, OGNI MAGGESE – Stagione 2014/15. Estate, erano mesi che non usciva il sole, è sempre così difficile, dicevi, l’amore… La prima annata di Pioli, a riemergere dopo i pochi sorrisi dell’ultima era Reja. Senza Europa da giocarsi, e la testa solo al campionato. Però l’inizio è altalenante, la Lazio è anche bella, ma non balla. La sconfitta a San Siro contro il Milan all’esordio, illude poi la vittoria con il Cesena prima della doppia debacle con Genoa e Udinese. Solo tre punti dopo quattro partite. Stagione 2015/16. Le critiche sono infinite, fa male aver perso la Supercoppa contro la Juventus, ancor di più la Champions per mano del Bayer Leverkusen. La seconda annata di Pioli, a riemergere dopo i pochi sorrisi d’agosto. La vittoria col Bologna all’esordio, poi il poker del Chievo Verona. Boccata d’ossigeno con l’Udinese, poi la manita del Napoli. Sei punti in quattro partite, comunque meglio di un anno fa, anzi il doppio.
SVOLTA ALLA QUINTA – Settembre, tu mi hai lasciato con un messaggio, e io non ti ho detto niente. Rialzare la testa, ritrovare la via della vittoria, poi del bel gioco. E’ stato questo il diktat trasmesso di anno in anno. Ma la squadra di Pioli è un diesel, ha bisogno di carburare per trovare e ritrovare la giusta quadratura del cerchio. E pare che la svolta arrivi puntuale alla quinta giornata di campionato. Stagione 2014/15. Il 29 settembre 2014 ricorda al Palermo il poker biancoceleste e la tripletta di Filip Djordjevic, ecco la Lazio. Da lì in poi, i biancocelesti collezionano sei risultati utili consecutivi – rosanero compresi – bottino di cinque vittorie e un pareggio. Stagione 2015/16. Il 23 settembre 2015 invece ricorda la vittoria sul Genoa, allo stadio Olimpico, (ancora) Djordjevic e Felipe Anderson a regalare ritrovato entusiasmo. Da lì in poi, la Lazio si prende con prepotenza il successo con l’Hellas Verona (e guarisce dal mal di trasferta) e quello coriaceo con il Frosinone. Nel mezzo, regola anche il Saint-Etienne in Europa League. Quattro vittorie consecutive, Grifone compreso. Le cose giuste non hanno un gran bisogno di parole…
DALL’ALTO DEI 3 PUNTI – Alla settima giornata, ricordare la passata stagione fa scappare un sorriso a Pioli. Perché, carta canta, la Lazio ha tre punti in più rispetto lo scorso campionato. Un anno fa i biancocelesti erano al sesto posto, dodici punti conquistati grazie a quattro vittorie (e tre sconfitte): dopo il Palermo, i successi con Sassuolo e Fiorentina. Ottobre, oggi è arrivato ottobre. E la squadra di Pioli è al terzo posto, a quota quindici punti, frutto di cinque vittorie (e due sconfitte). Sorride parecchio la classifica, la Fiorentina capolista a tre lunghezze, l’Inter solo un gradino più in alto. In un aspetto, certo, la vecchia stagione è da poter invidiare. La Lazio di oggi segna poco e subisce molto, quantomeno finora: di fronte ai 10 gol realizzati si schierano gli 11 subiti. Un anno fa, invece, i biancocelesti avevano messo a segno 13 reti mentre quelle subite erano appena 7. Almeno in questo, il passato insegna. Ogni volta, ogni maggese che ritorna a dar vita a un seme. Sarà vita nuova anche per me.
Giorgia Baldinacci
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